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VR46 Academy: vincono gli italiani, perde la FMI Team Italia e VR46 Academy… secondo voi chi ha lavorato meglio?

FMI VR46

C’era una volta il Team Italia. Vanto nazionale in Europa e nel mondo. Ora questa struttura FMI è evaporata, di fronte all’eccellente lavoro fatto dalla VR46 Riders Academy di Valentino Rossi. I cui successi hanno messo in piena luce tutte le lacune dei progetti e dei programmi FMI nel mondiale velocità.

Trentacinque anni  fa nasceva il Team Italia. Una storia che si è trascinata fra pochi alti (i titoli mondiali con Cadalora e Gresini, diversi titoli europei fra cui quello con Max Biaggi ad inizio carriera) e tanti bassi. Troppe scelte sbagliate, (sia sul fronte dei piloti, sia sul piano tecnico), troppi soldi del CONI e degli affiliati buttati via. Tanto che negli anni ’90 il programma della FMI subì un primo stop. Si ricominciò seriamente nel 2011. Ma anche in questa seconda avventura in Moto3 non si raccolse granché. L’ultimo (se non unico) acuto che si ricordi fu quello di Romano Fenati. Un secondo posto e una vittoria nelle prime due gare della stagione 2012. Poi il buio più totale da parte del Team Italia. Nel frattempo (2013) nasceva la VR46 Academy.

FMI VR46
Romani Fenati nel 2012.

Una struttura totalmente privata i cui risultati di una gestione professionale (a livello tecnico e manageriale) furono da subito sotto gli occhi di tutti. In pochi anni ha vinto nel Mondiale almeno quanto sia riuscito a fare Il Team Italia dalla sua fondazione. La FMI, conscia della brutta figura (il compito istituzionale di far crescere i nuovi talenti dovrebbe essere il suo… o no?) si è arresa subito. Troppo stridente il confronto con VR46 Academy. 

“Meglio farsi da parte — devono aver pensato all’ottavo piano di Viale Tiziano a Roma, sede della FMI — che essere messi di fronte ad un confronto troppo duro da digerire. Prendiamo come scusa il fatto che ormai non c’è più bisogno di noi, perché nel frattempo molti italiani sono arrivati al mondiale — per meriti e investimenti altrui n.d.r. — e ritiriamoci in buon ordine. Dichiariamo che da oggi in poi ci dedicheremo solo ai campionati nazionali, alla base”. 

fmi vr46

Poi, per non fare proprio una figuraccia completa, negli ultimi due anni la FMI ha praticamente “implorato” la VR46 Academy di avere una parvenza di collaborazione. la FMI è andata a Tavullia con il cappello in mano chiedendo alla VR46 di fare qualche stage collegiale di circostanza a Misano (tanto per scattare qualche foto tutti insieme) e di far correre qualcuno dei sui assistiti nella Premoto3 del CIV, anziché dedicarsi completamente al campionato spagnolo. Era infatti nel CEV che fino ad allora la Academy aveva sempre portato i suoi piloti per farli crescere. Ritenendo, a ragione, il CEV molto più funzionale del CIV per un percorso di crescita che ha nel mondiale velocità il punto di arrivo. Non è infatti un caso se molte altre federazioni vanno lì, in Spagna, ad allevare i loro campioni.

Insomma, come sua abitudine, la FMI si è attaccata al carro guidato da altri. Esattamente come ha fatto durante il lockdown con le iniziative di ANCMA in difesa del settore due ruote.

La cruda realtà è che la struttura FMI (soprattutto ai piani alti) non si è dimostrata in grado di svolgere il compito istituzionale  di scegliere, istruire e seguire i piloti più promettenti e introdurli nel campionato mondiale attraverso un percorso strutturato e professionale. E visto che un privato lo fa molto meglio di come sia mai riuscito di fare alla FMI, si è ritirata nel sul guscio protetto (il CIV, dove esercita un monopolio totale). Dichiarando che si vuole dedicare solo alla base…

Ma anche questo nobile proposito stride enormemente con altre scelte fatte dal presidente Copioli subito dopo il suo insediamento.

Seguiteci, ve lo spiegheremo nei prossimi giorni con altri articoli dedicati alla gestione della FMI…

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