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MV Agusta in Moto2, solo 6 punti in 6 gare…..

Il ritorno al Mondiale velocità, anche se nella serie cadetta, era stato salutato con entusiasmo dagli appassionati della casa varesina. Ora dopo sei gare solo 6 punti. Un bilancio fallimentare per la MV Agusta di Giovanni Castiglioni

L’attuale campionato Moto2 sta entusiasmando gli animi, non solo per la nuova motorizzazione Triumph da 765cc. A inizio anno, la notizia del ritorno del marchio MV Agusta con il Foward Racing Team di Giovanni Cuzari. La nuova creatura, battezzata F2, ha dato una ulteriore sferzata ad una categoria che, da un paio di stagioni soffriva di stagnazione.
A inizio stagione, tutte le case costruttive hanno costruito i telai partendo da un foglio bianco. L’esperienza costruttiva di MV Agusta con i motori a 3 cilindri avrebbe potuto rappresentare un vantaggio, rispetto alle altre case costruttive.
Siamo arrivati alla gara del Mugello, è tempo di fare un breve bilancio della prima stagione della casa varesina nel mondiale prototipi.

I due alfieri MV Agusta in azione a Le Mans

Delusione è senza dubbio la parola che si avvicina meglio alla realtà dei fatti. In 6 gare, raccogliere solo 6 punti è inaccettabile. Persino la giapponese NTS ha più punti nella classifica costruttori

MV Agusta produce con successo la F3, sportiva tricilindrica che ha dato dei buoni risultati nel mondiale Supersport e che riscuote successo anche tra i clienti. Il modello di serie è disponibile in versione 675cc e 800cc, con potenza massima simile a quella del motore Triumph Moto2. Il rimanente reparto tecnico è  simile a quello della concorrenza, con sospensioni Ohlins e freni Brembo.
Una possibile spiegazione potrebbe essere legata al pneumatico Dunlop: strutturalmente differente al pneumatico Pirelli utilizzato nel campionato Supersport, può dare qualche problema con il telaio a piastre e traliccio di tubi della MV Agusta F2
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Anche il forcellone potrebbe essere un punto a sfavore per la casa di Varese: la loro esperienza del monobraccio è molto vasta, ma progettare un forcellone bibraccio è tutt’altra faccenda.

Passiamo ai piloti e al loro curriculum, Aegerter e Manzi.

Lo svizzero Dominique Aegerter ha portato a casa 5 dei 6 punti della casa varesina e vanta ben 8 anni di esperienza nella categoria intermedia. La sua esperienza è senza dubbio riconosciuta, ma i suoi risultati sono stati piuttosto scarsi. Per quanto riguarda l’italiano Stefano Manzi, il suo nome ha solo riempito le griglie di partenza, raggiungendo le copertine dei giornali solo quando è stato quasi ucciso in pista da Fenati. Al di fuori di questo bruttissimo episodio, cosa ha fatto?

Dopo i primi GP deludenti, MV Agusta ha premuto il reparto Ricerca e Sviluppo, che ha dato il meglio di sé: un nuovo telaio, nuovo forcellone, e… carena vecchia di 20 anni.

La MV F2 di Manzi in azione al Mugello

Prima del Gran Premio del Mugello, alcuni team hanno effettuato dei test privati a Barcellona, dove la MV Agusta F2 ha sfoggiato la stessa carenatura anteriore utilizzata nel 1994 sulla Cagiva C594 di Kocinski. Una bellissima operazione Amarcord, dai dubbi vantaggi aerodinamici.

Cagiva C594 di Kocinski, anno 1994

Siamo tutti bravi a giudicare, ma cosa dovrebbe fare MV Agusta, secondo il nostro parere?
Prima di tutto, trovare un collaudatore veramente capace di ribaltare la situazione e di macinare chilometri. Una volta sfornata una moto performante, inizieranno a fioccare i punti anche con i piloti attualmente in squadra.
Un valido aiuto potrebbe essere quello di poter contare su più di 2 moto sulla griglia di partenza: KTM, Kalex e Suter hanno una decina di moto ciascuna, e i loro telai sono utilizzati anche nel campionato CEV Moto2.
Non vogliamo certamente sparare sentenze: vogliamo soltanto rivedere il marchio italiano là davanti, nelle posizioni che contano. MV merita molto di più, gli appassionati meritano molto di più; forse, è stato fatto un passo troppo lungo.

 

 

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