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Moto XTR Pepo all’asta, occasioni d’autore

Moto XTR Pepo, il sito Catawiki.it continua a proporre preziose creazioni meccaniche attraverso il meccanismo delle aste on-line. Questa volta sono finite sotto il martello, tra le altre, 4 motociclette speciali del customizer visionario Pepo Rossel, che hanno fatto felici altrettanti offerenti. Che per giunta non hanno nemmeno dovuto sborsare cifre folli.
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Utilizzo di materiali inconsueti, forme uniche e incrementi prestazionali che trasformano moto, anche comuni, in pezzi unici e inimitabili. E’ questa la formula magica di XTR Pepo, atelier spagnolo in cui le moto cambiano completamente natura. Vere e proprie opere d’arte, apprezzate tra appassionati e collezionisti di tutto il mondo.
La creatività di XTR Pepo è in realtà opera di un solo artista visionario, che peraltro vanta profondi legami motoristici con il Belpaese. La storia di Pepo Rossel è infatti piuttosto curiosa: classe 1962, nato nel villaggio francese che avrebbe dato i natali anche ad Asterix, si è trasferito giovanissimo in Spagna dove era quasi avviato ad una carriera lontana dalle moto (biologo, attivo nella ricerca scientifica e nell’agricoltura). La passione per le due ruote però è più forte e lo porta a lavorare per i due importatori spagnoli di Ducati. Nel 1996 si mette in proprio e fonda Radical Ducati, atelier specializzato per creazioni esclusive su basi made in Borgo Panigale. Passano 13 anni vissuti a tutta velocità, alla fine dei quali gli affari (che vanno benone) rischiano di uccidere la creatività. Pepo allora si ferma, chiude tutto e ricomincia da capo creando Extreme Pepo (abbreviata in XTR Pepo). Meno business, più follia.
E da questa follia nascono le 4 special messe all’asta da Catawiki, che hanno fatto bella mostra di se in un lotto di 23 unità.
La prima è una Ducati 860 GT del 1974, modificata secondo il regolamento del Campionato Europeo Endurance Moto d’Epoca.

XTR Pepo
La Ducati 860 GT del 1974 di XTR Pepo

Bellissima e modificata in tante parti, non è stata molto fortunata in asta: è stata battuta a ottomila euro in meno del prezzo minimo stimato (18.000 euro).
Sempre su base Ducati la seconda moto della pattuglia, una Scrambler Icon ispirata alle moto da regolarità degli anni 60 e impreziosita dalla sella di una vecchia OSSA da enduro.

Pepo xtr
La Scrambler Icon rivista da Pepo Rossel

Anche qui tanta sostanza, ma sfortunata: è stata battuta a 12.000 euro (lontana dai 18.000 di prezzo minimo stabiliti dagli esperti di Catawiki). Certo, un prezzo rotondo rispetto agli 8.000 euro circa di una Scrambler Icon nuova, ma “di saldo” tenuto conto di chi l’ha realizzata e della quantità (e qualità) delle modifiche.
Gli altri due pezzi di Pepo messi all’asta non sono di casa Ducati: si tratta infatti di due Honda. La prima è una Shadow 400, stravolta fino a diventare una cafè racer “frankenstein”: ispirata ai caccia Spitfire della Battaglia di Inghilterra, è stata costruita attingendo ai cataloghi ricambi di Honda, Ducati, Yamaha e Suzuki, montando persino un faro di derivazione Mash.

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Particolari artigianali della Honda Shadow 400, stravolta completamente

La seconda invece è una CBF 250, trasformata in una moto leggera ispirata allo Speedway, divertente per l’uso quotidiano. Anche qui, tanta arte di arrangiarsi, sempre con stile. Purtroppo, nemmeno le due special dal cuore nipponico hanno fatto breccia in quello, freddino, degli offerenti.

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La Honda CBF 250 in chiave XTR Pepo. Non facciamo fatica a credere che sia divertente nell’uso quotidiano…

Vendute rispettivamente a poco di più di 5.000 e 2.500 euro, lontane dalle stime che puntavano almeno al doppio.
Da un punto di vista economico le aste non hanno avuto l’esito sperato. Un messaggio nemmeno troppo subliminale che l’epoca delle special è agli sgoccioli? Secondo noi, no. Semplicemente gli acquirenti che frequentano il giro delle aste (intendiamo quelle professionali, non i portali fai da te) sono forse più razionali rispetto a chi compra una vecchia moto arrugginita pagandola oro “perché è una buona base per una special”. Peraltro, quest’asta ha avuto meno eco mediatica rispetto ad altre similari degli scorsi mesi (pensate alla Duemilaruote di cui vi abbiamo parlato un po’ di tempo fa, contraddistinta da prezzi folli per quasi tutti gli articoli in vendita), e questo può aver giocato a sfavore.
In sintesi, due sono i messaggi da cogliere: innanzitutto lunga vita alle special, purché prezzate in maniera corretta (a prescindere dall’artigiano che le crea). E in secondo luogo occhio alle opportunità, possono bastare anche 2.000 euro per portarsi a casa un pezzo unico e raffinatissimo. Buona caccia!

 

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