Caso Iannone: la difesa rende note le sue controdeduzioni

Sabato 28 febbraio l’avvocato difensore di Iannone, Antonio De Rensis, ha reso note le controdeduzioni della difesa al materiale prodotto dall’accusa dopo il processo del 4 febbraio scorso. Processo che è ancora in attesa di sentenza della CDI (Corte Disciplinare Internazionale). L’accusa punta su doping “estetico”, la difesa lo “smonta” con 100 pagine di tesi che sostengono la contaminazione alimentare. A tutto questo si aggiunge il giallo della prova del capello che scagionerebbe Iannone ma non è stata ammessa dalla CDI…

Mentre il mondiale MotoGP si appresta al via (il prossimo wee-end in Qatar si corre la prima prova), Andrea Iannone è ancora in attesa del giudizio della CDI (Corte Disciplinare Internazionale) nel processo per doping iniziato il 4 febbraio. Ricordiamo che al pilota Aprilia viene contestata una presenza di Drostanolone in misura di 1,150 nanogrammi/ml  nel test effettuato a novembre al GP di Malesia. La Corte il 4 febbraio diede altro tempo all’accusa per circostanziare meglio le sue tesi.

Il pubblico ministero Jan Stovicek ha quindi prodotto una serie di documenti che secondo lui proverebbero il doping del pilota Aprilia per fini “estetici”.  La difesa ribatte con 100 pagine di dichiarazioni di diversi luminare che dimostrerebbero invece la possibilità di contaminazione da cibo. E aggiunge alla sua controdeduzione la prova del capello. Lo ha fatto analizzare dal RIS di Parma, e l’esito negativo dimostrerebbe il fatto che Iannone non era dopato.

Ora le carte devono essere analizzate dalla Corte, che dovrà emettere la sentenza. Aprilia, per voce dell’amministratore delegato Massimo Rivola, si è detta pronta, in caso di condanna, a ricorrere al TAS di Losanna. 

La cosa allungherebbe ancor di più i tempi. Ma a favore di Iannone la considerazione che fino ad oggi tutti i casi arrivati al TAS con prova del capello negativo (8) sono risultati vincenti.