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Brembo per lo scooter

Anche per gli scooter l’azienda bergamasca leader nel mondo per la produzione di impianti frenanti si conferma il riferimento con tanta tecnologia mutuata delle corse.

Due: non solo il numero dei dischi montati all’asse anteriore del potente maxi di Yamaha, ma anche i tipi di pastiglia che Brembo offre per il TMax. Per tanti potrebbe sembrare un dettaglio, ma è il principio fondamentale che ha fatto di Brembo quello che è oggi: il saper offrire ad ogni cliente il prodotto che risponda esattamente alle sue necessità.

La Brembo che oggi conosciamo – e che anzi in tutto il mondo conoscono e ci invidiano – è un’azienda che fa dell’avere una risposta pronta per ogni domanda della clientela il suo punto di forza.

Pinze radiali Brembo
Pinze radiali Brembo

E così non solo per auto, moto, van e competizioni ad ogni livello ma anche per scooter esiste sicuramente un prodotto Brembo che possa soddisfare richieste specifiche diverse da quelle standard. Perché lo standard non è una cosa a cui Brembo si adatta, ma alla quale partecipa da protagonista insieme alle case madri. Sempre più infatti sono le case che si affidano all’azienda Bergamasca per lo studio degli impianti frenanti. E con la padronanza della materia di chi può vantare oltre 50 anni di storia, il risultato ottimale non è una promessa, è una garanzia. Questa peculiarità dell’essere parte integrante del processo sin dalla progettazione dell’impianto originale gli consente alcuni piccoli lussi: non tutti sanno ad esempio che spesso i componenti della Brembo vengono direttamente marchiati con il logo delle case produttrici: questo testimonia, se ancora ce ne fosse bisogno, l’estrema qualità dei prodotti dell’azienda italiana. Un ottimo esempio ne sono le pinze moto BMW, che per un lasso di tempo venivano installate con la marca del fornitore in bella vista (in stampatello minuscolo). Poi i vertici della casa bavarese hanno deciso che il vessillo da portare fosse quello BMW, e sono apparse sulle stesse pinze le tre letterine in stampatello maiuscolo. Dagli anni 90 ne è passata di acqua sotto i ponti (quelli sul Brembo, per l’appunto, uno dei fiumi che attraversano la provincia di Bergamo) e i vertici BMW si sono resi conto che ancor più che con la marca della moto sarebbe stato elitario far vedere che il loro fornitore è il leader mondiale nella produzione dei sistemi frenanti. Et voilà, la scritta “Brembo” è tornata a far bella mostra di sé anche sulle due ruote tedesche. Un sigillo di qualità, più che un logo.

Evoluzione dei dischi freno Brembo nelle competizioni
Evoluzione dei dischi freno Brembo nelle competizioni

Ma oltre alle pastiglie, quale è il componente importantissimo e che anche sugli scooter moderni deriva direttamente dal mondo delle competizioni?

Esattamente, il disco. Il tipo attualmente in uso fa parte della precedente generazione utilizzata nelle competizioni, l’acciaio.
In principio vi era la ghisa, con la fascia frenante solidamente vincolata alla campana. Successivamente è stato riscontrato lo svantaggio di costringere la pista frenante (che al variare della temperatura, in base all’utilizzo più o meno intenso, si dilata e si restringe) alla campana, e sono nati i dischi flottanti. Negli anni 80 la continua necessità di miglioramento ha dato vita al disco in alluminio rivestito di plasma, che consentiva di avere una frenata ottima quanto con la ghisa con una notevole diminuzione del peso. Probabilmente questa tipologia di freni sarebbe durata ancora tanto non fosse per il fatto che l’amianto, prima presente in tutte le pastiglie, è stato messo al bando. Alla fine degli anni 80 è stato quindi necessario trovare una soluzione alternativa, perché i dischi freno in ghisa erano caratterizzati da un notevole coefficiente di attrito solo se abbinati a pastiglie contenti amianto. Il divieto di utilizzare questo materiale impose a Brembo di pensare a un diverso materiale per la realizzazione dei propri dischi racing. E fu così che nacquero i dischi in acciaio, che oltre a presentare un buon coefficiente d’attrito se utilizzati con le nuove pastiglie senza amianto, consentono anche una riduzione di peso rispetto ai dischi di ghisa grazie alle caratteristiche meccaniche più elevate.
Successivamente, in realtà poco tempo dopo, per le competizioni furono sviluppati i sistemi frenanti in carbonio. Il limite più grande di questi sistemi è che non frenano efficacemente finché non raggiungono la corretta temperatura di esercizio; motivo per cui i piloti devono fare grande attenzione durante il warm-up e le prime curve successive alla partenza. Esattamente per la stessa ragione in Moto GP, in caso di pioggia o quando le condizioni atmosferiche non consento di raggiungere il range di temperature di funzionamento, vengono usati ancora i dischi freno in acciaio.

Esattamente come per i freni delle moto e degli scooter stradali, che devono garantire performance, comfort, durata e affidabilità in tutte le condizioni di utilizzo più che prestazioni straordinarie in condizioni particolari.

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