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Un milione di chilometri – Capitolo 26

Un milione di chilometri APRILIA PEGASO CUBE 650

CAPITOLO 26

KTM 1290 SUPERADVENTURE KM 41.000

Uscite dal mio garage dirette verso altre avventure, sia la Caponord che il Ktm, mi ritrovai spinto da una sana logica a ricercare una Superteneré 1200; in fondo l’avevo trovata ottimale e ne conservavo un buonissimo ricordo. Ma la ricerca di un qualcosa di conosciuto e perciò rassicurante, fu interrotta dalla chiamata del mio concessionario di fiducia che mi piazzò sotto il naso una fiammante KTM 1290 Super Adventure usata, che di li a poco gli sarebbe rientrata.

ktm 1290 massimo ferrara

Il modello in questione mi era sempre piaciuto, ci mancherebbe, ma il prezzo importante l’aveva sempre esclusa dalle liste delle papabili. Come spesso accade, con l’usato fresco la diminuzione di prezzo rispetto al nuovo è sensibile e tutto si riparametrò, rendendo quell’austriaca molto più sexy. Della KTM 1290 mi interessava solo la questione economica ché dal punto di vista tecnico c’era di tutto e di più. Infatti è da qualche anno che le moto orange non puntano più solo sulle prestazioni in off o sull’aspetto dakariano, ma sviluppando a fondo l’elettronica, sono riuscite a costruirsi una fama di mezzi molto tecnologici, quando non addirittura delle vere e proprie apripista ed il mercato le sta premiando. Trovare mancanze in una lista di accessori così ampia del KTM 1290 fu complicato ma nonostante il serbatoio da 30 lt, il cruise control, le cornering lights, il controllo pressione gomme ed ogni altro utilizzo possibile della piattaforma inerziale, notai che calzava degli usuali 19/17.

Non era pignoleria la mia, è che se a libretto c’è la possibilità di piazzarci dei ben più performanti (in fuoristrada) 21/18 perché lasciarsi sfuggire l’occasione? L’operazione non fu indolore ma quella modifica, per di più legale, faceva proprio al mio caso e non poteva che aumentare il mio feeling di guida orientato sulla scorrevolezza più che sulla sportività. Oltre ai cerchi, che trovai usati, dovetti cambiare anche il cavalletto ed i parafanghi come pure i rapporti ma alla fine avevo una moto che in giro sostanzialmente non c’era. Sulla KTM 1290 ho letto di tutto, dai commenti entusiasti alle critiche più feroci e spesso l’argomento della disputa erano le sue strabilianti prestazioni motoristiche. In effetti i cavalli sprigionati dal motore sono ancora oggi al top della categoria e ne consegue che qualcuno sia spinto ad andare a vedere cosa succede nell’iperspazio stuzzicandoli, ma a me personalmente, la cosa non ha mai attratto, né spinto all’ acquisto. Il mio andare turistico fa volentieri a meno di tutti quei cavalli che stanno ben oltre la soglia dei 100 e un po’ rimango basito quando leggo che oltre i 180/200 a qualcuno si innescano delle oscillazioni! A parte il fatto che i viaggi interstellari non sono ancora la normalità, ma perché esigere la direzionalità e la naturalezza ad altissima velocità, proprie di una sportiva pura, da una moto che nasce chiaramente con un indirizzo turistico?
Nell’estate del 2016 Alex mi chiese di trasportare le moto in Islanda e portai naturalmente Barbara con me per un lungo ma, ben poco romantico, viaggio in furgone. C’era di buono che non dovendo guidare nessun gruppo avevo molto più tempo a disposizione per fare, una volta tanto, il turista a tempo pieno. Purtroppo alla fine nulla si rivelò come doveva essere, ma andiamo per ordine; a pochi giorni dalla partenza mi dissero che una coppia di Ancona avrebbe girato in autonomia, con la richiesta implicita di un mio piccolo aiuto, nulla di più. Siccome con me c’era pure un mio amico, non fu proprio come guidare un gruppo ma mi ci avvicinai molto. Per i non addetti ai lavori potrebbe sembrare molto simile girare per conto proprio e girare guidando un gruppo, sottovalutando però tutte le responsabilità che l’ attività di un tour leader comporta. La conferma di tutto ciò giunse al terzo giorno, quando passai bruscamente da quello che semplicemente “ne sa” al Sig. Wolf di tarantiniana memoria. La giornata nera iniziò con una banale caduta di Fabio in prossimità di una svolta e proseguì nel pomeriggio quando, ripartendo da Eglistadoir, decisi di fare il solito spettacolare tratto della vecchia strada 1 per passare a Modrudalur. Conosco perfettamente la strada in questione e, prima di affrontare due tornanti, mi fermai per dare chiare indicazioni alla coppia che era con me al fine di evitare altre cadute, come ad esempio l’obbligo di percorrerli in prima. Io e Fabio passammo in scioltezza quando sull’ altopiano mi accorsi che mancavano proprio i due compaesani. Girai e al primo dei due tornanti trovai l’amara sorpresa: la moto era a terra col proprietario che imprecava accanto alla moglie dolorante.
Nel rialzare la moto accesi il cruscotto e notai il cambio in terza, ma non era il momento delle recriminazioni, le valige squadrate avevano picchiato forte sulla gamba di Anna e le sue urla di dolore stavano a testimoniare la gravità dell’accaduto. Fino ad allora il massimo del mio soccorso era sempre stato rialzare qualche moto e constatare i pochi graffi ma quella volta mi trovai purtroppo ad un livello superiore, c’era un ferito grave ed eravamo in un posto senza indirizzo. Non mi persi d’animo e dopo aver avvolto la signora nella coperta termica, col mio pessimo inglese chiamai i soccorsi, dettando loro le coordinate del gps. Dopo un’ ora giunse la Polizia e in altri 15 minuti apparve anche l’ ambulanza che seppur tranquillizzando un po’ tutti, non mise fine al mio lavoro. Al pronto soccorso, distante 110 km, in qualità di “traduttore” dovetti spiegare ad Anna cosa avrebbero fatto alla sua gamba, con frattura scomposta a tibia e perone; le sue urla di dolore non ebbero bisogno di nessuna traduzione e mi rimarranno impresse per molto tempo ancora. I medici la operarono il giorno dopo ed ebbi l’occasione di toccare con mano l’importanza dell’assicurazione che Alex obbligatoriamente fa stipulare a tutti i partecipanti dei vari tour. Grazie a quest’ultima i coniugi saranno trasportati e coccolati fino a casa mentre il recupero della moto fu di mia competenza. Quella vacanza non poteva solo quella brutta avventura e non lo fu, ripartiti tutti i clienti di Alex e caricate le moto con Andrea ci godemmo una settimana di escursioni in quella che oramai stava diventando quasi la mia seconda patria. Uno dei vantaggi dell’ esser diventato una guida di Islanda in moto è di poter usufruire di partnership con aziende del settore, come la MyTech ad esempio e il fatto che conosca ed utilizzi da tempo le loro valige, orgogliosamente costruite in Italia, non fa che facilitare il mio compito nello spiegare la bontà del loro prodotto, al di là della nostra collaborazione.
Quell’estate in Islanda misi a referto tanta esperienza in più nel gestire situazioni problematiche, una settimana di giri spensierati e circa la mia cavalcatura, tanta polvere e altri 7000 km sul groppone.

Quella splendida moto che si era rivelata la KTM 1290 Superadventure, presa usata a Maggio con soli 15.000 km, verso fine anno si apprestava a varcare pericolosamente i 50.000 ed iniziai a condire i soliti discorsi sulla rivendibilità del mezzo con ingredienti del tipo “consumi più bassi” o “manutenzione meno onerosa” .
Ma si sa, la cucina non è il mio forte e…

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