Motospia

Un milione di chilometri – Capitolo 16

Un milione di chilometri APRILIA PEGASO CUBE 650

CAPITOLO 16

MOTO GUZZI BREVA 1100 KM 75.000

Il motociclista, per sua natura, segue delle logiche che spesso risultano incomprensibili ai bipedi non motorizzati, altrimenti perché giudicare arcaica una Ktm Lc 8 950 per via del suo carburatore ed apprezzare invece, il ticchettìo dell’ aste e bilancieri che equipaggiava la nuova Breva 1100 di casa Guzzi?

E ancora: perché firmare senza batter ciglio il contratto per la naked italiana quando già mi ero accorto che non sarebbe andata d’ accordo né con la mia statura né col mio utilizzo a 360 gradi?

Tutte domande alle quali rinunciai a rispondere, preso come ero dal portare a termine il rodaggio in soli “due giorni”.
Nonostante tutti questi “contro”, la bicilindrica lariana Breva 1100 dimostrerà nel tempo di avere anche molti “pro” se è vero che in poco più di un anno mi ha accompagnato per un numero davvero esagerato di km.

Moto Guzzi Breva 1100

Con l’ avvicinarsi dell’ Estate iniziò a farsi sentire la mia solita voglia di Norvegia e questa volta con la scusa di fare una puntatina a casa della mia nuova compagna in Repubblica Ceca, decisi che sarei passato attraverso le repubbliche baltiche. Quello che doveva essere un diversivo alle mie già numerose salite verso le terre del Nord, si rivelò alla fine un’affannosa corsa contro il tempo, costellata da innumerevoli cantieri aperti.
Impiegai 5 giorni con la mia Breva 1100 per raggiungere Helsinki lottando contro una pioggia battente per 12/14 ore al giorno che mise a dura prova sia il fisico che la mia inossidabile passione obbligandomi, una volta arrivato nella capitale finlandese, ad organizzare finalmente il percorso in base al meteo, abbandonando impari lotte con quest’ultimo. Le previsioni per il Nord davano maltempo ancora per una settimana e ne ebbi conferma da un paio di amici in viaggio di nozze a Caponord, i quali trovandosi proprio in mezzo alla perturbazione, mi descrissero via sms il tempo come impossibile. Le direttive giunte dall’ alto mi costrinsero per questa volta a lasciar perdere il Finnmark e a decidere per un giro alternativo che, con un traghetto da Vaasa per Umea, mi fece velocemente attraversare la Svezia per poi giungere in Norvegia dalle parti di Mo i Rana, ovvero sulla linea del Circolo Polare Artico. Lì finalmente ritrovai il bel tempo e pure il sorriso anche grazie allo spettacolo degli alci e delle renne, che se non sono impegnati a far ribaltare Mercedes o a ostruirti la strada quando sei in moto, sono animali sempre interessanti da osservare nei boschi a quelle latitudini.
In quel viaggio avevo con me sulla Breva 1100 il mio primo navigatore serio, il Garmin Street Pilot III, che forniva le distanze dai distributori più vicini, funzione non trascurabile in posti simili dove il rischio di rimanere a secco in mezzo al nulla è reale.
Dati i 70 km di autonomia della Breva 1100 dall’accensione della spia della riserva, i 60 km di distanza dalla pompa di benzina, nonché gli ulteriori 2 lt della provvidenziale tanica, secondo voi che probabilità avevo di trovare quell’unico self in mezzo al nulla disponibile solamente con contanti svedesi? Data l’ostilità del calcolo delle probabilità, a quel punto non mi rimase che travasare nel serbatoio il contenuto della tanica ed avanzare in disperata economy run verso il più vicino centro abitato distante 58 “preoccupantissimi” km.
Ad un soffio dalla meta, su una strada deserta che tagliava un bosco, terminano anche gli ultimi vapori di benzina e resto a secco con la poco allettante opzione di dover spingere la moto stracarica per 5 km fino al paese, quando un rombo di tuono in lontananza si tramuta in un CBR 1100 che impiegherà qualche centinaio di metri per arrestare la sua folle corsa verso il muro del suono!
Il tizio fa inversione e dopo i saluti di rito gli spiego il problema, certo che sarebbe scomparso più velocemente di come era arrivato, ma il nordico mi sorprende e si mette al mio servizio, non prima di avermi dettato le sue priorità.
Quasi scusandosi per il tempo che avrebbe impiegato mi dice che per primo sarebbe andato ad avvertire la moglie del ritardo e poi mi avrebbe portato la benzina chiedendomi almeno 25 minuti di attesa.
Quelli che a me sembrarono 25 secondi passarono veramente in fretta col centauro che riapparve andando curiosamente lungo anche questa volta. Non so se per timore della reazioni della moglie al suo ritardo o perché sentiva sfuggirgli un qualche record ma non spense nemmeno il motore, mi lasciò in fretta e furia la tanica piena più altri 5 lt di benzina e non accettando i soldi che giustamente gli dovevo, mi congedò con un “Enjoy your trip” che uscì a fatica dal casco mentre la visiera si chiudeva e la moto già faticava a tenere la ruota anteriore a terra.

E’ strano come alle volte la differenza, fra un viaggio da dimenticare ed uno da ricordare, la possa fare un fortuito incontro con una persona gentile che poi rimarrà uno sconosciuto. Filosofeggiando nel casco su questi aspetti e ponendo maggiore attenzione alle soste per i rifornimenti arriviamo a Mo I Rana da dove iniziamo la discesa per incontrarci poco dopo coi miei amici novelli sposi e godere insieme del bellissimo sud della Norvegia fino a Copenaghen dove andrà in scena un classico di viaggi così lunghi: la sostituzione forzata dei pneumatici. Dopo 9000 km in due a pieno carico su asfalti molto abrasivi, la Breva 1100 era alle tele e mi obbligò ad una piacevole sosta presso un meccanico che avevo conosciuto ai tempi della Caponord a Koge. Ad un certo punto gli sposini virarono romanticamente per Praga mentre io mi diressi verso Zurigo per la solita visita parenti incurante dell’ ultimo scherzo che il meteo mi stava riservando per quel fine viaggio. Nell’Agosto del 2005 da quelle parti si verificò una tale alluvione che al S. Gottardo bloccarono l’accesso costringendomi a passare per il S. Bernardino con l’aggravante di una fila di 15 km, e mi concessero di arrivare a casa non prima delle 23.00, con 1100 km sulle spalle!
Dopo un Capodanno a Roma con tanto di nevicata in Abruzzo, una Pasqua in Slovenia e tante altre escursioni, ad Agosto dell’anno dopo, una nuova compagna occupò la sella della mia moto e solo con lei, senza palle al piede, decisi di spararmi un Portogallo/Spagna, alla ricerca di un po’ di fresco, fino a Gibilterra con tappe sul Massiccio Centrale, Bordeaux, Bilbao e Porto. Un giorno, dopo un pranzo in spiaggia con intossicazione e febbre alta comprese nel prezzo, testai per una volta, non le officine autorizzate ma l’ efficienza del servizio sanitario portoghese e per fortuna fu sufficiente un ricovero di sole 3 ore per rimettermi in forma o almeno in grado di ripartire con la mia solita fretta quando si tratta di tornare a casa.
Con un taglio netto di 1200 km in un giorno, doverosamente interrotti da una degustazione di jambon, sono a Marsiglia, dove si ripresenta l’ urgenza del cambio gomme che risolvo con tutta calma il giorno dopo, prima di una capatina al Verdon. Una sosta per un saluto a degli amici in Liguria è l’ultima tappa di quel viaggio, Settembre incombe e con esso la necessità di dare una risposta all’ odometro che in soli 14 mesi segnava implacabile la cifra di 75.000 km; e meno male che certi strumenti sanno tacere, quello della mia Breva non disse nulla nemmeno degli ignobili quanto insensati sterrati ai quali la sottoposi in quel del Terminillo.
Altro che aperitivi in centro e moto tirate a lucido sonnecchianti sul cavalletto laterale…

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