Una interpretazione in chiave moderna di un classico degli anni ’80, la Kawasaki GPZ 1100, da parte di Federal Moto, nota “factory” di Chicago.
Federal moto non si è mai dedicata alle elaborazioni di moto racing. Ma per la sua prima custom costruita partendo da una sportiva è una reinterpretazione di una delle più “cattive” quattro cilindri degli anni ’80, la GPZ 1100. Il nuovo assunto nel team di ingegneri interni, Desmond DiGiovanni, è partito da una moto del 1983, con 120 CV di potenza massima. «Ce l’ha commissionata un “ragazzaccio” degli anni ’80 — afferma Michael Muller, di Federal Moto —. È originario dell’Ohio e vuole solo Kawasaki e KTM nel suo garage».
I tecnici di Federal Moto hanno deciso di spogliare subito la GPZ della sua ingombrante carenatura e optare per un look più elegante e “naked”. Il motore è stato sottoposto a una revisione completa secondo le specifiche standard della Casa. Ma abbinandolo a quattro carburatori Mikuni provenienti da una Kawasaki KZ1000 del 1984 con cornetti in acciaio inossidabile con coperchi superiori stampati in 3D. Lo scarico è stato rifinito in Cerakote e i terminali sono in acciaio inossidabile “Big Mouth” di Cone Engineering.
C’è un vano costruito appositamente proprio dietro i carburatori che ospita una batteria agli ioni di litio “small case” di Antigravity AG-1201. La moto è servita da un sistema di accensione elettronica Dyna e da una centralina Motogadget m.unit e la ricarica è affidata a una combinazione di regolatori/raddrizzatori al litio di Rick’s Motorsport Electrics. Altri gadget di Motogadget includono un tachimetro Motoscope Pro, un sistema di accensione a distanza m.lock e pulsanti di accensione m.s sui nuovi manubri.
Desmond DiGiovanni ha lavorato con nuove tecnologie: progettazione digitale, stampa 3D taglio a getto d’acqua.
Se il serbatoio sembra vagamente familiare, è perché proviene da una moderna Honda CB1100. Il resto della carrozzeria è realizzato su misura, utilizzando la modellazione al computer e la stampa 3D. Tra questi elementi citiamo il codino, i coperchi laterali e l’alloggiamento del faro. Il telaietto reggiasella e i suoi nuovi supporti sono fabbricati a mano, Il nuovo ingegnere Desmond DiGiovanni ha progettato anche i pannelli della ruota posteriore, che sono stati tagliati a getto d’acqua.
I freni sono stati aggiornati alla tecnologia moderna, con i dischi anteriore e posteriore lavorati CNC. L’intero anteriore è un trapianto, con la forcella di una Suzuki GSX1300R Hayabusa (anodizzata nero lucido) con piastre di Cognito Moto.
Anche la sella è un’opera d’arte, rivestita da Dane Utech in pelle nera e pelle scamosciata fornita dallo specialista in pelle di alta gamma Relicate.