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Incentivi: il Governo comincia a capire che servono anche per le auto “normali”. E le moto?

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Dopo aver distribuito soldi a chi produce auto, bici e monopattini elettrici (principalmente ai produttori cinesi ed esteri quindi), lo Stato, tirato per la giacchetta dai protagonisti principali del settore automotive, e accodandosi all’esempio di Francia e Germania, comincia a capire che se vuole salvare il Paese deve dare incentivi anche ai mezzi di trasporto con motore endotermico. Però al momento si parla solo di automobili, come sempre!

Alla fine sono riusciti a capirlo che gli incentivi all’acquisti destinati ai mezzi di trasporto elettrici non servivano a nessuno. Se non a quei tanti produttori oltreconfine che si stanno fregando le mani. Lo abbiamo scritto a più riprese anche prima che arrivasse la crisi da coronavirus: l’elettrico (ad oggi) è soltanto un grande bluff mediatico. Serve solo a raccogliere voti ma non risolve i veri grandi problemi dell’inquinamento e della mobilità. Perché in realtà (ad oggi) un’auto o una moto elettrica inquinano come una a motore endotermico (se non di più) e poi sono talmente pochi i prodotti realmente acquistabili e utilizzabili che rappresentano una goccia nel mare della mobilità. 

Ora che la frittata è fatta, i nostri politici, riportati a più miti consigli da chi le auto le produce, cominciano a capirci qualcosa. E in questi giorni si stanno diffondendo sempre più le notizie di incentivi in arrivo anche per le auto a motore endotermico. naturalmente per quelle più “pulite”. Compresi i diesel Euro 6D, che fino a pochi giorni fa erano considerati il diavolo. 

Il nostro governo ha avuto però bisogno di mettersi in scia agli altri piuttosto che pensare di testa sua. La Francia e la Germania, ad esempio, hanno già varato provvedimenti molto più intelligenti: sostegni massicci per chi acquista automobili di qualunque tipo. Questo ci vuole per risollevare l’economia e favorire la mobilità individuale. 

Ora è chiaro che un provvedimento simile arriverà anche in Italia (sempre dopo gli altri, per carità, non facciamoci mai mancare un po’ di sano lassismo). 

Ma c’è un piccolo problema che ci riguarda da vicino. Le voci che circolano negli ambienti politici parlano soltanto di automobili. Vogliamo pensare anche alle moto o, come sempre, il nostro settore dovrà accontentarsi delle briciole che cadranno dal tavolo?

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