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DUCATI SCRAMBLER, il sogno della libertà

DUCATI SCRAMBLER

DUCATI SCRAMBLER. “SFILATA DI BELLEZZA” o “BELLEZZA PER… SFILARSELA

EICMA è un appuntamento che richiama tantissime persone, almeno tutti quelli addentro al mondo delle moto o che se ne interessano un po’. Io – per esempio – che le moto le “seguo” da pochissimi anni, non ne avevo mai sentito parlare in precedenza. O forse non me ne ero mai accorto benché un nome così particolare (che poi è una sigla), con un suono così strano, inizialmente persino fastidioso da pronunciare (almeno finché non lo ami così com’è, proprio per quello che invece rappresenta), non passa inosservato nemmeno agli uditi meno fini o più distratti.

Fatto sta che, siccome con questa Esposizione Internazionale del Ciclo, Motociclo e Accessori, che si svolge a Milano, siamo addirittura al più alto gradino della scala mondiale in fatto di esposizioni del settore – altra informazione confermata da tutti gli esperti in materia – fa davvero piacere saperlo! E viene subito da pensare: che peccato! Se uno non ha le mani in pasta, neppure se lo sogna che il nostro Paese vanti un tale primato! Infatti: di questa “corta ma intensa” esperienza di EICMA (dura pochi giorni), quanto ne parlano i mass media italiani?? Che spazio le si dà per pubblicizzarla? E mi vien da pensare (sputando subito tra le righe questo rospo): “Come Italiani, siamo sempre stupidamente di parte e ottusamente intuitivi: abbiamo un’eccellenza mondiale in casa, e riusciamo solo a farla passare in sordina, senza valorizzarla! Si trattasse di quel solito tritapalle di un calcio…” Chiedo scusa per le divagazioni, e riprendo.

Siccome – dicevo – siamo addirittura al più alto gradino della scala mondiale in fatto di esposizioni del settore, almeno la stampa “di settore” ne parla in lungo e in largo, con entusiasmo e con largo anticipo presentando, con foto e qualche info, quelle che saranno le nuove proposte o le probabili sorprese.

Ecco dunque che leggendo la rivista “Motociclismo” (11/2018), mi soffermo sulla bella pagina dove si stagliano “quattro” nuove “Ducati Scrambler”. Dico “nuove”, perché penso, ritengo e mi aspetto che a EICMA si presentino le novità e non certo brodini riscaldati… E mi dico: “Incredibile ‘sta moto! La Ducati Scrambler è appena tornata a rivivere, e continuamente ne modificano dettagli e motorizzazioni… Cosa ci sarà di così nuovo, allora quest’anno, da presentare agli appassionati e al grande pubblico, sotto lo stesso nome? Mi tornano in mente i famosi “Fantastici Quattro” che, neanche a farlo apposta, erano “quattro” pure loro e, se da un lato erano veramente tutti fantastici (cosa che li accomunava), dall’altro erano però anche tutti diversi uno dall’altro (cosa che li distingueva sensibilmente)!

La domanda è dunque forte perché (senza nulla togliere alle altre pubblicazioni, comprese quelle on-line, che stimo, rispetto e seguo), se “Motociclismo” – che è una “rivista con le palle” (hanno il coraggio di pesare persino l’ombra del pelo nell’uovo!) – mi offre un’intera pagina (pag. 40, per l’esattezza) con “quattro” foto delle “quattro” nuove Ducati Scrambler, credo stia a significare che qualcosa di grosso bolle ancora in pentola, qualcosa da… “Fantastiche Quattro”!

E allora, via! Dal titoletto: ‘Ducati Scrambler Full Throttle, Cafè Racer e Desert Sled’, mi butto a leggere a capofitto. “Ok, vediamo!” Si parte col riferimento alla Icon già presentata il mese precedente, dove le grandi novità erano le guance del serbatoio in alluminio (e vabbé…, son belle a vedersi!); il faro anteriore con luci di posizione a LED (non capisco tutta ‘sta enfasi per i fari a LED: Ok, fanno luce, ma anch’io ho comprato lampade a LED per casa mia! Dov’è, oggi, l’innovazione tecnologicamente stravolgente per una moto in questo dettaglio? Boh…); le frecce a LED (ehh! chiaro…!) e (udite udite!) con spegnimento automatico (coosaaa??!! Addirittura??!! …azz: non so se è una figata o una sfigata! Anche in moto adesso si spengono da sole? Neanche più l’affanno di ritoccare il tastino in uscita di curva o dopo un sorpasso, magari azzardato ma almeno segnalato??! Mahhh…). E poi: inediti i blocchetti elettrici (perché? Con quelli vecchi andava più piano sugli sterrati?? Insomma: dov’è la sostanza??! Continuo a leggere, in attesa di risposte)…

Questa Ducati Scrambler “Icon” (pensate!) ha anche la strumentazione con l’indicatore del livello della benzina e della marcia inserita (Mizziga, Kerrrobba!? Certo che sono utili, ma con tutta l’elettronica di oggi, c’è bisogno di tante menate per mostrare un numerino e una pseudo lancetta nell’angoletto del quadrante di un qualsiasi cruscotto?! Ma per favore: con tutto quello che paghiamo le moto nuove…).

Però poi – ecco – che ha (finalmente!) l’ABS cornering (ahh!!! Forse, si comincia a trovare qualcosa di interessante riguardo alla dinamica della moto e del motore, benché mi chiedo: come? Non era questa una moto per derapare con la moto di traverso, sulla sabbia in riva al mare o su qualche sterrato di campagna?? A cosa serve allora l’aiutino per frenare in curva?!…). E poi c’è anche il comando della frizione idraulico con leva regolabile (e vada anche per questo: siamo sempre in qualche modo a livello di prestazioni…).

Insomma, io ci capirò poco, ma onestamente non mi pare ci sia sotto un grande sforzo di innovazione prestazionale… Certo, l’ ABS cornering e le frizioni sempre più performanti, come tantissimi altri sistemi di controllo, sono le novità dell’epoca. E ci piaccia o no, bisogna accettare questo passaggio istituzionale e generazionale, perché ci siamo in mezzo! Una volta non c’erano tali accorgimenti, che sono incredibili sviluppi dell’elettronica. Le moto una volta erano sicuramente meno sicure, meno maneggevoli, ma forse anche per questo erano più divertenti e …spensierate! O forse, loro erano “le moto”, e tu eri “il motociclista” che le gestiva e le sapeva domare. E se non eri capace, almeno finché non diventavi capace… al primo sbaglio o eccesso di fiducia… “BUM, tutti giù per terra”! Però ogni volta ti rialzavi, ti scuotevi la polvere di dosso, ti massaggiavi inevitabilmente la botta, lavandoti magari la ferita e… via di nuovo, tra sicure imprecazioni e profondi ripensamenti a come eri finito per terra, per non rifare più il passo falso e aggredire con maggiore convinzione quello stesso ostacolo la volta successiva.

Mentre mi frullano nella mente tutti ‘sti pensieri sconsolanti, continuo a leggere, e finalmente, in fondo alla descrizione di questo modello, trovo il tanto atteso segreto che rende effettivamente speciale e unica la nuova Ducati Scrambler Icon. “La Ducati Scrambler Icon ha il motore verniciato in nero con parti fresate”. Miiiinchia!! Questa sì, che è la risposta di sostanza per la mia domanda sostanziale!!! Che figata!!!!

Insomma, l’inizio del paragrafetto sulle Ducati Scrambler, devo dirlo, è stato piuttosto deludente. Ma mica per colpa di “Motociclismo”! Anzi, se questo è quanto passa il mercato, bisogna ammettere che questi giornalisti sono fin troppo bravi a trovare del positivo in tutto ciò. Mi immagino quanto costi proprio a loro dover manifestare in qualche modo un certo entusiasmo, sapendo di non poter contare che su dati sostanzialmente effimeri anziché raccontare di altri dati e valori, di quei valori e quei dati, sostanziali e altri, appunto, che fanno di un mezzo a due ruote col motore in mezzo “una motocicletta”, e quindi di uno che lo cavalca “un motociclista”…

…“Ci sarà allora qualcosa di nuovo nelle altre tre Ducati Scrambler che rimangono sulle foto?!” – mi chiedo! Sotto quei colori sgargianti e onestamente avvincenti, che belve ruggiranno?

Beh, la faccio corta… a me sembra che, a parte qualche dettaglio tecnico, come una pompa freno anteriore radiale, un manubrio basso qua, un semimanubro là (sicuramente almeno questi influiscono sullo stile di guida), un ABS disinseribile sulla Desert Sled per favorire la guida in fuoristrada (allora, non avevo tutti i torti…), tutto il resto è davvero solo questione di colori.

Sì, colori! Come se il colore ti facesse acquisire i poteri e le capacità di quel pilota famoso che aveva dipinto così la sua moto quando vinse il tal campionato nel tal anno… Che strunzata!! Però, di sicuro, una questione di colore, sarà anche quello del tuo volto quando andrai in concessionaria a pagartela nuova, la tua nuova Ducati Scrambler, visto che la più economica del quartetto supera i 9.000 euro, e le altre tre viaggiano serenamente tra gli undici e i dodici mila euro… Ci fosse almeno, inclusa nel prezzo, la partecipazione ad un corso di guida per imparare a guidarla come faceva proprio quel tale o tal altro pilota del quale tu ne evochi le imprese acquisendo la moto con la sua stessa storica livrea…!! Macché…

E penso sconsolato: “Toh! L’invasiva supremazia dell’estetica!! Ma che diamine! Siamo ad una sfilata di moda, o questa è una moto fatta apposta per sfilarsela dalle mode???” Quasi quasi, torno a sognare coi “Fantastici Quattro”…

DUCATI SCRAMBLER ovvero LA MOTO DEI SOGNI

E dire che la Ducati Scrambler, a quanto ho letto, nasce agli inizi proprio come “moto dei sogni”! Sì, una moto voluta per non pensare troppo! Una moto facile, per saltare in sella e partire. Ma partire per sognare, non per pensare! Giri la manopola, e non pensi più a niente, semplicemente sogni vivendo e godendo la tua libertà, l’unica cosa che meriti di essere sognata per pensare a come realizzarla! E la Ducati Scrambler, è la moto fatta apposta!!

Ma nei sogni, come per la libertà – che è il sogno supremo – tanti minimi dettagli, sono un surplus di inutile pesantezza, tanto da diventare quasi un controsenso: vuoi essere libero, e ti imbrigli nei gingilli??!!… Vuoi guardare lontano e ancora ti obblighi a ripiegare il collo sui comandi, le leve, e quant’altro, come il tuo smartphone che sicuramente a breve potrai connettere anche alla tua Ducati Scrambler e così, mentre fuggi verso la libertà, resti connesso (cioè legato!) alle tue telefonate, alle tue notifiche, a quei messaggi stile Booking, Tigotà o Esselunga che ti seguono e perseguono ovunque, senza più lasciarti libero di sognare??? Ma che palle!!

Segui il Baffo!” era la pubblicità, ed il monito sacrosanto!

Capelli e baffi all’aria – NB: certo, oggi il casco non me lo toglierei nemmeno io, non fosse che per evitare i moscerini negli occhi!

Camicia sbottonata sul davanti – NB: certo, neanche rinuncerei al giubbotto con le protezioni; perché sbucciarsi o rompersi inutilmente??…

E i pantaloni ? i Blue jeans sfilacciati? Ok, ma NB: oggi ci sono jeans ugualmente fighi ma con le ginocchiere inserite. E una certa sicurezza te la danno pure loro…

Sì, nasce così, la Ducati Scrambler. E nasce persino di cilindrate piccole (benché in quegli anni un 250 o un 400, credo fossero cubature di tutto rispetto!): una trovata semplicemente geniale, di buon senso!!. Che senso ha infatti mettere motori sempre più grossi, voluminosi e potenti dentro ad una Scrambler ???

Anche la Triumph per questo EICMA 2018 ha buttato fuori modelli delle sue davvero iconiche Scrambler, ma con cilindrate così grosse ed esagerate, che poi le ha dovute riempire di elettronica per gestire il bel tutto. Ma, mi dico…: si può?? Non hanno già le Tiger??! Se devo solo andare a fare una scampagnata, come faccio a divertirmi se prima devo gestire tutta quella potenza con comandi e controlli elettronici?? Ci sono già le potenti enduro tutto fare per fare anche tutto questo, con tanto di marchi e moto di riferimento!! Porca miseria: la moda non può arrogarsi il diritto di stravolgere ogni volta l’essenza delle cose! Eppure, è la brutta piega che ha preso da qualche tempo, ma così facendo, alimenta e ingrassa solamente la stupidità della gente. Quella gente che era appena riuscita a respirare libertà, e già torna a non sognare più

Già! Ducati Scrambler, la moto dei sogni! Anche in senso realisticamente onirico!

Capitò a me, infatti, da bambino, proprio di sognarla! Erano i tempi di Tex Willer, che ammiravo, benché il mio stile preferito fosse quello di Zagor… Erano anche i tempi dei Chopper americani, che mi incantavano, ma non perché fossero americani… solo che più la forcella anteriore era lunga, più la ruotina era piccola davanti, più il manubrio era alto e ricurvo e lo schienale alto e appuntito, più andavo in brodo di giuggiole. Ricordate? Erano i tempi anche di Autogatto e Mototopo, per il quale tutti tifavamo e che, guarda caso, guidava proprio una moto così!

DUCATI SCRAMBLER
Il modello degli anni Settanta

Beh…Uscì allora questa nostra moto italiana, la Ducati Scrambler ma che, inizialmente per me, fu piuttosto una delusione: ero di fatto troppo piccolo per capire la differenza che passa tra un Chopper, un Custom e… una Scrambler!! E quindi cercavo – senza trovarlo! – in una Scrambler quello che un Custom, e tanto meno un Chopper, le potevano dare! Per di più, faticavo persino a capire quale fosse il nome e quale il cognome: Ducati o Scrambler??

Ebbene, come ho detto però, una notte, non so perché, ma la sognai! Sognai una Ducati Scrambler col serbatoio giallo (esisteva anche quello arancione, se ricordo bene) e le guance argentate, e nel mio sogno scelsi addirittura la sella marrone invece della nera, più comune!

Incredibile: quando mi risvegliai al mattino… ero innamorato di quella moto!!

E ugualmente incredibile fu nel novembre 2014 quando fu presentata la nuova Ducati Scrambler: senza saperlo, la riconobbi al volo dalla copertina di DueRuote: quel sogno e quella moto, circa quarant’anni dopo, mi tornarono di colpo in mente con la stessa emozione di quel lontanissimo mattino…!!

Certo: a dirla così, quasi quasi sembra che mi contraddica da me stesso. E forse mi vedo obbligato a ritrattare subito le mie affermazioni dicendo che sì, è vero: alla fine, sono proprio i dettagli esteriori a fare la differenza! Oppure no: anche quel sogno dà ragione ancora a me, perché sta a dimostrare che in effetti solo un bambino sceglierebbe una moto per il suo colore, attribuendole poteri magici unicamente in virtù della grafica!

Questo, senza però negare che ai sogni, servono anche i colori…

DUCATI SCRAMBLER, ovvero IL COLORE DELLA LIBERTA’

Era a fine maggio u.s. Un intero mese passato, per motivi di lavoro, senza più rimettere il sedere in sella, ma con tanti km, per lo più sofferti, percorsi alla guida degli amati autobus: sofferti non perché non ami guidare i pullman o non mi piaccia il lavoro, ma perché tante volte è una tortura passare su strade così incantevoli dove vorresti solo inforcare il manubrio, afferrando la tua libertà!

Finché il 25, un lunedì mattina, riesco a realizzare tutte le combinazioni per partire in moto. Il sole è caldo e splendente. La Primavera sta esplodendo con tutta la sua potenza di aria fresca, di verde e di colori! Lasciata la città e il fondo valle, dove si stanno consumando gli ultimi strascichi dell’ora di punta mattutina, vado invece a consumarmi un bel panino al formaggio dal mitico Panificio Ronzoni di Olmo al Brembo. E per non esagerare, rinuncio con grande sforzo alla torta di mele che fanno come in casa, che è la fine del mondo!! Riparto. Da lì, si inizia a salire. E me la godo. Tento di sciogliermi nella guida tra le curve e i tornanti, ma gli occhi e la mente sono distratti, non sanno più dove guardare: alberi, boschi, fiumiciattoli, campanili, paesi, prati, rocce, cime…

DUCATI SCRMBLER

Non saprei che colori vincono in bellezza… sicuramente c’è l’azzurro del cielo, il verde dei boschi o quello ancor più sgargiante dei prati, cosparso com’è oltretutto dal giallo dei numerosissimi Denti di Leone! Una sinfonia che finalmente tocca tutti i sensi e risveglia l’animo a meraviglia nuova!!

C’è chiaramente poca gente in giro, a quest’ora del lunedì mattina, ed è bello avere del tempo libero quando gli altri sono quasi tutti… al lavoro!!

Supero Mezzoldo, i tornanti si susseguono, i boschi si diradano, le cime emergono e si stagliano sempre più nitide nel cielo che oggi credo sia luminoso come quello del Paradiso…

Quasi in cima alla salita, sono dibattuto se fermarmi subito al Rifugio Cà San Marco, la vecchia dogana di Venezia sulla antica Strada Priula, o al più moderno Rifugio Passo San Marco 2000, che è sulla strada, racchiuso “dentro” ad uno degli ultimi tornanti. Ma no! È troppo forte la giornata per perdermi anche un solo attimo di questa meraviglia per un caffè! Ho voglia di salire subito al Passo, e così… ultimo tratto, ultimo fiato sospeso, ultima curva e… una sorpresa mi coglie in cima a tutte le altre sorprese! Parcheggiata perfettamente al centro della visione che si apre dai 1992 metri del Passo sulla Valtellina e sulle montagne della Svizzera., mi appare lei! La classica! La più semplice! La meno arzigogolata! Una Ducati Scrambler dal serbatoio giallo – giallo come gli infiniti Tarassaco visti sul cammino, e con le guance argentate – argentate come le nuvole nel cielo, e con la sella nera – come la striscia di asfalto che ha permesso di giungere sin qui…

DUCATI SCRAMBLER

L’aggancio col suo proprietario è inevitabile!

Ciao, da dove vieni? – Da Mantova. – Però!… Ma sei arrivato oggi? – No, è da ieri che giro, avevo due giorni liberi grazie alla pausa per la festa del Patrono… – Ah! È bello qui – Altroché! Sai, noi siamo una delle Regioni italiane senza alture! Qualsiasi direzione prendiamo, abbiamo un’ora di strada piatta da fare…”… come lo capisco, poveretto! E mi cita tutti i posti che si è già percorso nei dintorni: alla faccia! Anche lui doveva avere un po’ di spirito represso: in due giorni, s’è già girato tutta la bergamasca nei suoi posti migliori! Provo a suggerire qualche altro percorso… “Grazie, ma non posso: oggi devo rientrare, se no la fidanzata…” – “Mannaggia…”, verrebbe da dire, ma non voglio disquisire… Del resto, se non è Libertà il vero Amore, tutto il resto è pura illusione!

Bella la tua Ducati Scrambler: cos’è di cilindrata? – Un 800 – Ah! Adesso ho letto che vogliono fare anche il 1000 – Sì, ma questa va benissimo! Sai? L’ho provata durante una pausa pranzo. Il concessionario della Ducati House di Mantova, gentilissimo, mi ha consegnato le chiavi e mi ha detto: ‘Vai, provala, poi mi dirai’. Allora sono partito diretto sul lago di Garda e mi son detto: ‘E’ mia!’. Quando sono uscito dal negozio, ho firmato l’assegno! – Caspita! Che storia… – Sì, prima avevo una Street Triple. Di fatto questa Ducati Scrambler, è comodissima. Con questa tocco terra. E poi ha le gomme leggermente tassellate, è un vero piacere: ti dà confidenza, è molto versatile…”

Neanche a farlo apposta, in quel momento arrivano due teutonici, chiaramente in sella alle loro BMW (vale pur sempre il detto: ‘mogli e buoi – in questo caso ‘moto’ – dei paesi tuoi’): il più grosso e ciccio, ha quindi il classico 1200 GS grigio; l’altro comunque alto ma magro, ha un f800 GS rosso e sul dietro dello sportello laterale ha scritto una frase: “You can go fast. I can go everywhere”…

Tu puoi andare veloce. Io posso andare dove voglio.

La libertà non ha confini, ma ha tutti i colori del mondo!!

Buon viaggio a tutti!

DUCATI SCRMBLER

 

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