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Ducati 1098 … la potenza dell’età di mezzo

Un altro degli straordinari incontri di Marco Gambardella, protagonista la Ducati 1098, la belva rossa di Borgo Panigale lanciata nel 2006, quando la Casa bolognese dominava i mondiali Superbike, come se non di più di Kawasaki oggi.

“Sei l’ultimo rimasto? – – Dove scendi? – In centro al paese – Ah, bene! Cosa faccio allora: il giro normale o svolto subito a destra alla prima rotonda? – Se vuoi gira, però poi in fondo c’è una curva stretta; alcuni col pullman grande la fanno… – Bah, senti: già ogni tanto mi trovo che rischio di incastrarmi in alcuni passaggi, dove pure mi ci mandano! Stamattina… non me la vado a cercare! Ci passerò prima in moto per vedere com’è, così la prossima volta sono sicuro di non incagliarmi! – Sei un motociclista? – Sì, diciamo: ho la moto! – Anch’io. – Quale? – La 1098. Ah!… Una Ducati!”

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La Ducati 1098 nel test di lancio della rivista Motociclismo

Sono quasi le sette di mattina. Il sole è già sveglio da un pò: le giornate si stanno allungando! Anche a non volerlo, in questa stagione si inizia a pensare comunque alle vacanze: si vede che dopo i mesi estivi di completo riposo dalla scuola di quando si era bambini o ragazzi, l’associazione dei concetti “luce-caldo-vacanze” è oramai nel nostro DNA!

Il giro di rientro del primo turno sta per finire e mi ritrovo con l’ultimo passeggero da riportare a casa per il meritato riposo dopo una nottata in fabbrica. Io ho dormito, ma la sveglia è stata mattiniera anche per me per essere in orario, alle cinque, al punto di partenza di chi, invece, alle sei, quel giorno, iniziava a lavorare. Non so come ho fatto quindi, in quelle condizioni psico-fisiche, ad associare un numero il 1098, ‘quel’ numero alla ‘moto’ giusta! Ad essere sincero, l’ho un po’ tentata. Però ero anche sicuro che fosse lei: una delle tante Ducati, direi più da corsa che stradali, con carenatura e motori spinti, che pur bellisime bianche o in altre colorazioni… ma se non sono rosse, diciamocelo, manca loro però sempre qualcosa…

La scelta era pur vasta, tra i tanti numeri sfornati a Bologna, e quindi ho avuto pure un piccolo fremito di orgoglio personale nell’essere riuscito ad indovinare la risposta sostanzialmente esatta. Un po’ come le endurone KTM dei giorni nostri, anche la Ducati – nel settore delle supersportive – ha infatti dato corpo in modo straordinario a cubature talvolta di poco differenti, partorendo di volta in volta creature fiammanti che hanno sicuramente ognuna una propria personalità e un proprio perché, non fosse il: ‘…Ma perché hanno la targa??!’

Un argomento (quello di una così vasta diversificazione di motori) che non ho ancora approfondito, iniziato dai produttori ben prima che io stesso riuscissi a dare spazio a questa passione per le moto. Ducati 748 e 749 per esempio. O la 999 diventata poi 1088. O la 1199, sino alla 1299. Con in mezzo – appunto – la 1098 in questione! La mia lista è sicuramente incompleta, ma in parte mi dà ragione in fatto di (tanti) numeri, e in parte mi consola: non sono solo io a darli (i numeri, intendo…).

‘Dunque, sei un Ducatista?!’ – Sì, ma ho anche una Harley e uno scooterone. – Ah, però! Ne hai per tutti i gusti! E com’è che sei passato da una Ducati supersportiva ad una Harley e addirittura ad uno scooter?? Sono tre mondi ben diversi tra loro! – Beh, sai, la Ducati l’ho da quando ero giovane! Ai tempi c’erano gli amici, si girava sempre assieme, o si facevano le sparate! Alle volte siamo andati anche in pista. Ora… cosa vuoi, l’età è diversa: non sei più quello di una volta! E poi il gruppo non c’è più: ognuno ha i suoi impegni, è difficile riuscire a trovarsi anche solo per una scappata …E quello lì, il 1098, è un ‘bombardone’! Certo, nessuno ti obbliga ad andare veloce… però, cosa vuoi?! Tenere una moto così per andarci a passeggio o per girare da solo, non ha molto senso. Ho già trovato un acquirente e, anche se mi spiace moltissimo, la venderò. Tengo invece la Harley e lo Scooter. Così continuo a girare, ma con altri ritmi.

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La Harley-Davidson, preferita alla Ducati, per vivere l età di mezzo dal nuovo amico di Marco. Nella foto la nuova Ultra Limited equipaggiata con il motore da 107 pollici cubici.er

‘Eh, già!’ Penso! Il 1098! Una moto che ti segna! Segna il tempo, il tempo che passa! Diciamo… una sorta di metronomo esistenziale con cui misurarti faccia a faccia; uno specchio dal quale non puoi nasconderti e al quale non puoi sottrarti se sei sincero con te stesso… Una gran bella moto di sicuro la 1098, ma anche un passaggio stretto, a giusta misura d’uomo, dove il supereroe, lo sportivo, lo smanettone, il biker con tuta e tenuta da pilota… possono fare il passo della vita: non rinunci al passato (che puoi solo ringraziare di poterlo ancora raccontare, integro nella tua fisicità se ti è andata sempre bene, e con parole cariche di emozione perché ti ha regalato davvero tanto), ma non diventi nemmeno un pappamolla se cambi stile, se con coraggio cioè, e un briciolo di coscienza in più, scendi da una sella piatta e strettamente monoposto per salire su una più imbottita e spaziosa!

Già! Il 1098! Una strepitosa, muscolosa, in parte addirittura paurosa potenza meccanica che ti segna positivamente se un giorno, nell’età di mezzo, accetti anche di non fare sforzi inutili, di non ostinarti a crederti inossidabile o indistruttibile, come se per te, e solo per te, il tempo non passasse mai. Che, tradotto in parole povere, significa appunto svegliarsi un mattino e accettare di non correre più rischi inutili per la tua pelle, di ‘non incastrarti cioè con le tue stesse mani nelle strettoie di certi giorni’, laddove puoi aggirare agevolmente l’ostacolo e salvaguardare maggiormente altri tesori preziosi della tua esistenza, senza per questo rinunciare alla tua libertà di espressione!

Aborrisco fare la morale! E non voglio nemmeno sminuire certe scelte, né eccedere nella prudenza! Ma c’è evidentemente un’età per ogni cosa! E penso: è vero, non sei da meno se alla sola potenza, ad un certo punto, accetti di aprirti ad una diversa prospettiva della vita, che significa in qualche modo accogliere e ricercare un diverso gusto della vita, apprezzando maggiormente per esempio ciò che ti circonda, assaporando tante altre bellezze, tanti altri valori…

Con la 1098 a meno che tu non sia in pista, dove dietro ad una curva ha senso che ci sia solo un cronometro… sulla strada della Vita, le curve sono tante. E dietro ogni Curva, c’è una vita fatta talvolta di prati, talvolta di boschi, talvolta di muri in pietra, talvolta di case: ogni Curva ti attende per accoglierti e raccontarti e offrirti qualcosa di sè! E questo solo per il piacere generoso e disinteressato di farti un regalo, a te che passi ma che sei da sempre atteso: donarti la sorpresa di colori e sapori che tante volte il tuo mondo e la tua routine non sono più in grado di offrirti, ma che ti rendono VERO e ti fanno sentire VIVO.

‘Già, l’età di mezzo – penso in modo confuso, mentre ascolto il mio ultimo passeggero – un gran bel regalo!’

Domani per esempio vado con mio figlio (riprende il mio interlocutore che, a parlar di moto, non sembra più accusare la fatica della notte passata a lavorare, ma piuttosto pronto a mettersi in sella e partire). – Davvero?! (faccio io) – Sì! Domani sarà ‘la prima’ per mio figlio: gli voglio fare questo regalo. Presto infatti avrà 12 anni! – Ah, però! Che bello! Fortissimo! Ma… e… a dodic’anni, lo porti col 1098??!!… – No, no! Domani vado con lo scooterone. A dire il vero, domani è il mio, di compleanno: sono 51! Mio figlio li compie la settimana prossima, ma approfitto di questo fine settimana che non lavoro. – Che bello!! Fantastico!! E dove andate? – Domani lo porto allo Stelvio e poi scendiamo dall’altra parte. Dormiamo al lago di Resia e, a seconda del meteo, domenica deciderò se rientrare da Trento oppure ripassare da Edolo – Che bel giro! – Eh sì! Sarà tutta una sorpresa! …

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Il nuovo Kymco AK550, il nuovo punto di riferimento dei maxiscooter

Mamma mia, lo Stelvio! Altro che sorpresa!! Un nome che mi incute timore e tremore! Sarà che ci sono salito per la prima volta solo due anni fa, dopo una lotta intestina durata quattro giorni e quattro notti tra l’attrazione fatale nata dall’aver letto un servizio al riguardo, e la paura per una tale impresa! Ancora alle prime armi con la moto, pensare di salire, da solo, col mio Transalp, a oltre 2700 metri, passando chiaramente prima dal Gavia, che pure supera i 2600… mi veniva il fiato alla gola come a pensare di salire sul Raptor o buttarmi giù dall’Oblivion a Gardaland! Per chi la montagna l’ha sempre vissuta in modo diverso, quelle altezze sono un avvertimento in sé e per sé: lì la temperatura ed il tempo possono cambiare in un attimo! Ci puoi trovare anche la neve, d’estate! E io, cosa ci andavo a fare? E come avrei fatto, col maltempo, senza esperienza, da solo, col mio fido Transalp?? Insomma, alla fine… ci ho provato lo stesso! E ci sono riuscito!! E ci ho trovato anche un signore che siamo diventati subito amici!! E… CHE SPETTACOLO!!!

Immagino allora l’emozione di quel ragazzetto di 12 anni, in sella ad uno scooterone condotto decisamente con più sicurezza dal papà ducatista, il suo eroe! UN VERO REGALO

Che bello, penso! Ricordo mio padre quando mi portò sull’Adamello! Altro tipo di esperienza, certo! Non era la moto: quella volta si camminava! Ma una montagna importante da scalare, con una notte in rifugio, e una partenza alle primissime ore del mattino a causa dell’allora (!) lungo ghiacciaio da attraversare, ricco di storia e di insidie, un percorso da escursionisti esperti, legati in cordata, con zaini, guanti, ramponi e picozze, proprio come i veri (erano i tempi di Messner!)… non era una semplice, qualunque, banale passeggiata in montagna. Era una scalata che in fondo diventava una prova di vita, una prova per la vita! Avevo più o meno quell’età, forse poco più, sui 14 o 15 anni, quell’altra giusta ‘età di mezzo’ di quando ti rendi conto che non sei più bambino ma neancora un adulto. Eppure lì, proprio lì, in quella stessa, identica altra età di mezzo, ti accorgi di essere, ed è lì che ti forgi e decidi chi essere e come essere!

Vivere un’esperienza forte, senza compromessi, con accanto tuo padre, o la tua famiglia, o con qualcuno che pure ti aiuti nel momento giusto ad incontrarti faccia a faccia con te stesso, a non avere paura di lasciarti attraversare da ciò che è vero, forte, autentico, perché sia tu a ritrovare te stesso, senza maschere né illusioni, nel respirare a pieni polmoni quel gusto della vita che ti penetra in ogni angolo recondito del tuo essere e del tuo spirito, per segnarti e forgiarti: ecco il bello della Vita! Ecco il regalo della Vita! Ecco la potenza della Vita! Tu un giorno sarai, in qualche modo, quello che la vita vera ti ha fatto un giorno sognare di essere!

Quanto è importante, un Padre. Quanto è potente, l’età di mezzo

‘Beh! Siamo arrivati! E allora… mi raccomando: buon viaggio! Sarà un’esperienza indimenticabile per voi due! Tanti auguri a te e a tuo figlio! – Grazie, ciao!

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