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App: il pericolo è connesso

app bmw connecte drive

Quante volte sentiamo parlare di app? Ce ne sono di tutti i tipi e per tutte le. E anche il mondo dei motori si è fatto ammaliare dai nuovi servizi mobile.

Un comunicato stampa recente di BMW recita: Oggi è possibile arricchire l’esperienza di guida della vostra BMW grazie alla nuova app BMW Connected. Invio delle destinazioni direttamente al sistema di navigazione della vettura, notifica dell’orario di partenza in base alle condizioni di traffico, condivisione dell’orario di arrivo con i propri contatti sono solo alcune delle funzioni dell’app BMW Connected, ora disponibile gratuitamente per il download per dispositivi iOS e Android. Il BMW Connected memorizza gli spostamenti abituali, si sincronizza con il calendario, suggerisce il momento giusto per partire per non essere mai più in ritardo ad un appuntamento e in abbinamento ai Remote Services localizza e comanda da remoto la vostra BMW”.

bmw-appCome non essere attratti da tutti questi vantaggi? Come BMW, anche FCA, Audi, Mercedes, Toyota, Nissan…insomma tutti i principali produttori di auto, offrono tra le dotazioni, app per essere connessi con il mondo. E anche il mondo delle due ruote ci sta arrivando; pensiamo ad esempio al nuovo Yamaha TMAx che prevede tra le dotazioni, proprio l’App My TMAX Connect che dialoga con il GPS integrato (che ci sia lo zampino di Toyota?).

Sistemi di destinati agli smartphone che, se da un lato migliorano il comfort di chi guida, dall’altro nascondono pericoli seri che potrebbero creare numerosi problemi. Si, perché tali sistemi controllano anche organi vitali dei veicoli, influenzando direttamente il buon funzionamento dei dispositivi di sicurezza (Abs, TCS ecc), piuttosto che accensione/spegnimento del motore, dei fari, e tutto il resto. Pensiamo ad esempio a quante volte sui principali canali internet abbiamo assistito a video amatoriali di persone – verosimilmente esperti di informatica – che si prendono gioco di automobilisti ignari, che si vedono aprire la macchina o la capote a distanza, senza capire cosa stesse succedendo. È sufficiente “incontrare i codici giusti o le frequenze giuste, e con un pc il gioco è fatto. Si parla già di virus che possono da remoto accendere o spegnere un’auto; modificare parametri senza che il pilota abbia fatto nulla; entrare in rubriche e prelevare informazioni private, che per uomini di malaffare sono oro colato; per sapere dove abitate o dove si trova la vostra auto o moto; per rubarla senza fatica…

Le principali multinazionali che stanno investendo ingenti capitali nello sviluppo dei sistemi info-telematici, stipulando accordi commerciali con le case automobilistiche, non sembrano preoccuparsi di sviluppare altrettanti sistemi di sicurezza, in grado di proteggere al 100% i dispositivi da attacchi esterni. Oggi forse stiamo esagerando con il preoccuparci, ma se diamo uno sguardo al futuro, dove già si delineano i presupposti per veicoli autonomi, allora non siamo così avventanti.

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