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Yamaha T700 con Air Tender, il punto dopo 5000km I primi 5000 Km di Massimo Ferrara sulla sua nuova Yamaha T700, la piccola Ténéré su cui il grande viaggiatore ha subito sostituito le sospensioni posteriori con le innovative Air Tender

Yamaha T700. Dopo aver scritto le prime impressioni sull’argomento Air Tender montato sul Supertenere 1200 presa la piccola mi sono trovato quasi costretto a fare la stessa modifica anche a lei. Nemmeno il rodaggio ho completato senza, non mi trovo più a guidare una moto con sospensioni tradizionali.

YAmaha T700. In piena terza ondata, grazie al fatto che io ci lavoro in moto, ne sto apprezzando le qualità anche sulla piccola. Per alcune mie fisse, questa moto non mi convinceva e quando è uscita, le ho preferito la KTM 790. Troppo alta, troppo piccolo il serbatoio, troppo poca l’escursione di 200mm delle sospensioni.
Però ho sempre pensato che le moto, per essere apprezzate o odiate, vanno guidate sul serio, non in un breve test.
Ho anche avuto modo di guardarla a distanza, avendo fatto a settembre, un lungo giro On\Off road con un compagno di viaggio in sella a questa moto.

Cosi visto che il mio Gs800 ADV in bella forma con 30.000km me lo valutavano bene, ho preso una Yamaha T700 euro 4, dato che la euro 5 sostanzialmente sarà uguale, strappando un po’ di sconto extra. La moto era pronta consegna, ma ci ho messo un po’ a prepararla, perché la volevo prendere già ready to travel: cerchi Tubeless(modifica Bartubless) perché nel 2021 non mi piace l’idea di una camera d’aria con una moto che comunque può fare anche autostrada, borse ed altri accessori della Mytech, di cui al solito posso solo parlare bene. Accessori robusti e ben fatti, da loro anche la protezione faro anteriore e le valige model X che sono davvero un riferimento per qualità e robustezza. Hanno anche un doppio Tool case con la stessa serratura delle valige, che è una manna dal cielo per uno come me che si porta sempre dietro un tot di attrezzi kit pronto soccorso kit ripara tubeless ETC..
Dopo aver fatto 15.000km con l’Air Tender sul Superténéré, mi sono talmente abituato ad avere una moto cosi maneggevole e rigorosa, ma comoda e con poco trasferimento di carico, che l’idea di guidare una moto con sospensioni tradizionali mi terrorizzava.
Mi sono rimesso in contatto con il quartier generale a Foligno e ho ordinato anche il kit Air Tender anche per la piccola.

Sinceramente penso che il vantaggio di questa sospensione sia ancora più avvertibile su una moto con il 21 anteriore. Sul misto hai una reattività impressionante, puoi tirare la staccata se necessario, generando pochissimo trasferimento di carico. In fuoristrada poi la trazione è incredibilmente buona, non vai mai a pacco per via della molla più rigida, ma assorbe tutto con la sua componente idraulica. Credo che non esistano parole e aggettivi adeguati per descrivere queste sensazioni cosi contrastanti. Una moto o copia bene o è rigida, con questa meraviglia lavora bene in entrambe le situazioni.

Una delle qualità nascoste di questa rivoluzionaria sospensione è il miglioramento della frenata. Meno trasferimento di carico, una frenata più pronta e ti accorgi anche che l’ABS a parità di uso, entra in funzione molto meno, anche in fuoristrada. Mi è capitato di scordarmi di toglierlo sulla Yamaha T700 e dopo una giornata intera di on\off rendermi conto che non mi sono mai accorto di avere l’Abs attivo.
Certo questa moto ha un Abs tarato bene anche per il fuoristrada, ma dietro c’è anche lo zampino dell’Air tender, che tiene le ruote meglio a contatto con il suolo\asfalto e questo migliora non di poco anche l’aspetto sicurezza passiva.

Yamaha T700

Ad ogni giro o uscita, il mio feeling con l’anteriore migliora: trovandomi sempre in assetto perfetto, diventa un gioco disegnare traiettorie e la moto va sempre esattamente dove la mia mente ha pensato di indirizzarla.
Un’altra sensazione che provo anche sul Superténéré con questo sistema dietro, è che ad ogni ingresso mi rendo conto che in curva potevo entrare più veloce. Il margine di sicurezza aumenta, l’ABS non entra in funzione praticamente mai (anche in fuoristrada mai disinserito e non me ne accorgo), come se l’assetto fosse sempre perfetto.

Ho notato, sempre sulla grande, anche un consumo più omogeneo dei pneumatici. Dopo quasi 15.000km le Pirelli Scorpions rally erano consumate perfettamente senza alcuno scalino e credo ci sia anche qui, lo zampino di questa incredibile sospensione posteriore.
Non oso immaginare cosa possa essere su una moto stradale… ma non è il mio campo d’azione, io devo solo concentrarmi ad andare più piano, perché sposta il limite delle moto decisamente più in alto.

La Yamaha T700 è per me come una minimoto, molto leggera e particolarmente semplice.
Il motore una volta rodato è davvero un compagno di giochi ideale. Ha una erogazione pulita dal minimo al limitatore. Il cambio è molto veloce e preciso e ha una rapportatura azzeccatissima. Prima cortissima che ti permette di girare i tornanti in fuoristrada senza prendere la frizione in mano, o gestire situazioni complicate sempre lavorando con il motore e non con la frizione. Dalla terza in poi si allungano progressivamente e la sesta permette comunque di fare i trasferimenti senza sentire il motore in affanno.

Ho letto in ogni dove, di un certo effetto on\off alla prima apertura del gas: sinceramente io non me ne accorgo, a meno di non sbagliare marcia, non è che qualcuno confonde i nostri limiti con un eventuale limite del mezzo meccanico?
L’indicatore di marcia inserita è utile, perché spesso mi trovo a velocità bassissime, in quarta o quinta senza rendermene conto, perché non c’è mai un sussulto o uno strappo e se non vedessi 6 li, spesso andrei a cercare la settima.

Ho letto molte critiche al fatto che ora si punta molto sul bicilindrico parallelo. Meno sofisticato, meno tecnologico di un motore a V. Di base sarei anche d’accordo, ho guidato per anni motori a V i Guzzi, Ducati, KTM etc., ma Guzzi esclusa, ho sempre combattuto con dei bassissimi regimi mai regolari come volevo io.
Ora ho due moto entrambe bicilindriche parallele e al netto del fatto che la soluzione è ideale anche per contenere il calore, che è un tallone d’Achille dei motori moderni, ho trovato erogazioni a mio avviso perfette. In prima apertura sono dolcissimi, ai medi bella coppia e allungano pure troppo, quindi per me il motore oramai lo valuto più dalle sensazioni che dalla cartella stampa e secondo me il parallelo, soprattutto se fasato a scoppi irregolari è un gran bel motore. Come sensazioni di guida trovo delle analogie belle con la V85TT Moto Guzzi, soprattutto sull’aspetto sfruttabilità.

Yamaha T700Sono motociclette dove mi sento di nuovo padrone del mezzo, sento di poter tirare una o più marce senza entrare nell’iperspazio o arrivare a velocità smodata (la zona Plaid di Balle Spaziali). Sono semplicemente meccaniche adeguate alle strade, traffico e capacità medie dei piloti che dovranno guidarle.
Non c’è un controllo di trazione e non se ne sente il bisogno, il piccolo bicilindrico fasato a 270 gradi, ha una voce non fastidiosa ma gradevole e una erogazione piacevolmente piatta con un buonissimo allungo.

Una delle cose che ho apprezzato subito sulla Yamaha T700 è l’interfaccia: un cruscotto che ho settato senza nemmeno aprire il libretto di istruzioni. Un cockpit poi estremamente leggibile in ogni condizione di luce, con caratteri semplici e una grafica elementare, l’esatto opposto di quello che mi sono trovato davanti, andando a provare la Triumph Tiger 900 rally pro. Una moto che mi è molto piaciuta, ma ho litigato tutto il tempo con quello schermo a colori e con gli infiniti setting.

La domanda che mi pongo è: a che serve uno schermo a colori su una moto?
Credo che Yamaha abbia scelto questa soluzione, come quella di non mettere ausili elettronici al di fuori dell’ABS, per contenere i costi, ma trovo che la direzione intrapresa, dal mio punto di vista possa anche fare proseliti. Una moto semplice: avviare fare il pieno e andare, al massimo disattivare l’Abs in determinati percorsi (le nuove moto invece prima devi collegare il telefono alla moto, poi fare questo e quello e alla fine perdi di vista il piacere che solo la semplicità può darti).

A proposito di fuoristrada, ho montato sulla mia Yamaha T700 anche il paracoppa Mytech, molto protettivo e robusto, sembra davvero indistruttibile e ho già sentito sbatterci contro parecchi sassi.
La moto si guida benissimo in piedi ed è cosi snella che riesci a spostare benissimo il peso avanti o indietro come la situazione richiede.

Non sento nemmeno il bisogno di cambiare le geniali pedane originali e la memoria va subito alle pedane che aveva la Africa Twin Adventure che avevo un paio di anni fa! Praticamente qui siamo al top in confronto e mi riesce davvero difficile capire come Honda possa aver dotato la sua “Regina” di pedane cosi dozzinali.

 

Che dire del motore totalmente originale? Dal mio punto di vista fantastico! Eroga una potenza molto ben gestibile dal polso, in maniera lineare e mai noiosa.
Sa allungare bene, ma regge anche la sesta a bassa velocità, quindi in un misto guidato da 65\90kmh volendo si può fare tutto con la quarta o con la quinta o con la sesta (io opto per la sesta), questo è essere elastici.

Come prestazioni mi ricorda la mia Elephant 900 del 1997, i cv più o meno sono quelli. Solo che li erano brutali e scorbutici, qui funziona tutto in maniera molto lineare e gustoso. Molti navigati moto muniti del Web parlano di prestazioni modeste. Io ovviamente non sono per niente d’accordo. Le prestazioni sono da moto grande, l’accelerazione è bruciante, senza strapparti le braccia dal manubrio ma è sicuramente un quadro prestazionale umano e sfruttabile da chi ha una certa esperienza.

Eppure leggo di motociclisti alle prime armi, che dicono che i cv non bastano mai, questa è una tematica spinosa che ho affrontato più volte e dalla quale devo smarcarmi.

Per me bastano e avanzano anche molti meno cv, quello che conta davvero è avere una ciclistica sana e se una moto come fu per la V85 ti fa divertire andando più piano, è per me solo un vantaggio in termini di aspettativa di vita innalzata.
La Yamaha T700 ha quote azzeccate, esaltate dalla sospensione posteriore Air Tender e trovo la moto perfettamente equilibrata per ogni uso.
Anche in due, regolando l’apposita vite che cambia il precarico posteriore in un minuto, non si é scomposta e squilibrata per niente.
I consumi sono commoventi, perché ho visto con facilità i 25.5 a litro andando da solo, ma la moto ha pochi km e con il tempo spero di vederli anche migliorare.

Cosa ha di non valido la Yamaha T700?

E’ alta e con la sella Rally (discretamente comoda) è ancora più alta, ma io ci tocco bene lo stesso, per molti utenti sicuramente ha un altezza ostica e considerando che non tutti vanno in fuoristrada se non sporadicamente, fossi in Yamaha metterei in cantiere un qualcosa che sia il punto di incontro tra la T7 e la Tracer 700, una Crossover con il 19 anteriore e una altezza da terra più modesta di questa enduro.

Mantenendo la stessa brillantezza ed efficacia telaistica, si potrebbe realizzare una Transalp non noiosa dei tempi moderni, cosa che già la Yamaha T700 è, con l’unico limite alla diffusione, di una altezza da sella non adatta a tutte le taglie.

Mi manca il cruise control. Questo è un accessorio che se lo provi e impari ad usarlo è difficile davvero farne a meno. Quando faccio quei canonici 50km di superstrada a velocità codice di 110kmh, è davvero dura tenere una velocità costante, ma il motore non ha l’acceleratore elettronico ride by wire, quindi sarebbe anche difficile installarlo.
La moto con i fari supplementari a led originali, ha un fascio di luce davvero buono in ogni condizione.

Ho dovuto mettere mano anche al cupolino, ma questa è un’ operazione che mi trovo sempre costretto a fare.
La moto regge i 130 effettivi di crociera, senza alcun apparente affanno.


Il cavalletto centrale della Yamaha T700 è tutto sommato agevole da issare e, complice il buon lavoro dell’Air Tender, tocca raramente in piega.
La capienza del serbatoio, che mi faceva un po’ tenerezza, alla fine si concretizza in un’ autonomia, esclusa l’autostrada, di 300-350 tranquilli con un pieno, quindi niente male.

Prima di ritirarla ho venduto le gomme originali (le valide ma praticamente stradali Pirelli Scorpions STR), per le amate Anlas Capra X, che oramai per questo genere di moto, per me sono un mantra.
Ottima tenuta su asfalto, buona tenuta sul bagnato, in fuoristrada turistico permettono, a chi lo fa in maniera esplorativa, di viaggiare con un ottimo compromesso tra prestazioni durata e trazione.


C’è molto di meglio per il fuoristrada, c’è molto di meglio per il bitume, ma un compromesso cosi centrato ancora non l’ho provato.
Mi prefiggo ogni volta di farci 7500km circa, per ora su KTM 790 e Gs800 Adventure sono arrivato sempre a 10.000km, compresi anche lunghi trasferimenti su asfalto.
Dovessi fare il giro del mondo, sono le gomme che monterei (ovviamente per le zone dove c’è parecchio off road da affrontare).

La Yamaha T700 presenta finiture in certi particolari modeste, ma questo aspetto mi sembra del tutto intonato al prezzo. Io, in futuro, mi auspico tante moto senza TFT, senza cv da far domare all’elettronica, senza radar, senza tante cose (magari con il cruise control, quello per me dovrebbero averlo tutte le moto ma è una mia fissa), con prezzi e prestazioni più alla portata della reale platea di motociclisti che ci sono in giro (e meno rate da pagare).

Yamaha T700

Care case produttrici: invece di proporre tassi agevolati, prima rata nel 2023, noleggio e altro, proponeteci le moto che possiamo permetterci.

Yamaha aggiungi il cruise control alla Yamaha T700, pompa il motore a 900\1000cc e 90cv lasciando le ruote 21\18 e avrai la Supertenere che hai abbandonato in un cassetto e va bene anche a catena, magari con quella senza manutenzione della Regina, che è in uscita e che ho avuto il privilegio di testare in Islanda nel 2016.

 

Sono un sognatore che sta ancora aspettando di vedere dal vivo e provare l’Aprilia Tuareg 660, però un avviso alla Piaggio voglio mandarlo. La direzione giusta è questa! Semplicità bassi costi di gestione, acquisto e carburante.
Le emozioni noi italiani le viviamo anche quando facciamo il pieno e quando ho fatto 360km e messo 14 litri, quasi mi usciva una lacrimuccia. Non vorrei che l’Aprilia puntasse troppo su prestazioni ed elettronica evoluta, questi aspetti lasciamoli a Rs e Tuono.

Brava Yamaha, non mi sei mai piaciuta eppure ho due Yamaha.
Cosa c’è in giro che ha attirato la mia attenzione? Poco.
La Multistrada v4 sicuramente sarebbe un bell’oggetto da guidare, come la nuova Ktm1290 (soprattutto la R), ma poi torniamo al tema: che ci faccio io di prestazioni che non sfrutterei nemmeno al 50%?
Mi affascinano questi oggetti ipertecnologici, ma mi fanno anche paura. Ci vuole molta più concentrazione rispetto alle moto che guido, ci vuole apprendistato per tutte le funzioni e per i cruscotti aereospaziali, chi me lo fa fare?

Ora spero che per maggio\giugno si riaprano le Regioni, per poter far uscire le mie moto dalle Marche e magari anche dall’Italia, che sia Norvegia o Islanda, l’importante per me sarebbe tornare a nord, quel nord che mi manca da troppo tempo. Mi mancano il freddo, il vento e la solitudine che parzialmente vivo ora in zona rossa, ma lassù è un’altra cosa.

Mi manca anche il trasporto moto. Andare a Caponord o in Islanda spedendo la moto, sembra un’eresia, mentre nella mia esperienza personale è una delle cose più sensate che abbia mai fatto. Godere un viaggio nell’essenza del viaggio. Se andrò su questa estate e se non avrò clienti da accompagnare o a cui portare la moto, lo farò per me stesso.
Per la Norvegia ho già in mente di salire con il pick up fino a Oslo e scaricare li la moto per fare 14\15 giorni di pura Norvegia, bypassando strade dritte e veloci trasferimenti, quelli li faccio fare alle 4 o più ruote.

Tutto questo fa di me un non motociclista? Non saprei, ma non mi interessa granché cosa rappresento per gli altri, mi interessa cosa rappresenta l’utilizzo, da parte mia, del tempo che ho da vivere su questo pianeta. E’ un tema molto caro a me e molto difficile da affrontare con i biker soprattutto italiani. Come tutte le cose andrebbe provato.
Come chi sostiene che senza 150 cv non si diverte, dovrebbe non fare un test drive, ma avere il coraggio di farsi 10.000km con una moto con 50cv e scoprire un nuovo mondo e anche con i viaggi dovremmo imparare dai tedeschi, che spesso scendono in Italia con le moto sui carrelli o furgoni. Perche? Semplice perché cercano di godersi al massimo la vita. Non significa che tutti debbono fare cosi, la cosa bella e impossibile, sarebbe arrivare a rispettarci tutti, ma per arrivare a questo ci vorrebbe una cosa difficile e impensabile: ci vorrebbe una platea di persone felici. Se sei felice ti piace la tua scelta, puoi commentare quelle altrui, ma lo farai da una visione felice.
Se uno posta su un social la foto della sua moto e magari è una Benelli 500, arriveranno tanti possessori di supermaxi a scrivere insulti più o meno velati.
Che Cesso ecco il Gs dei poveri etc. Ecco questa è tutta gente che all’apparenza ha tanto, ma di fatto è paurosamente infelice e quindi ha poco.

Scrivo che trovo geniale il trasporto moto? Arrivano tanti a dire che è una cagata pazzesca, il vero viaggio è quello che fanno loro facendo i trasferimenti da 1000 e passa km al giorno (cosa che io ho fatto più e più volte e quindi conosco bene, ma io conosco bene anche il trasporto moto loro no). Per loro il vero viaggio è partire da casa in moto e tornare in moto. Alcuni insultano pure altri, dicendo a chi viaggia con me e le mie organizzazioni con questa formula, che non sono veri motociclisti! Altre persone infelici.

I social sono i contenitori di una buona fetta del parco motociclisti e purtroppo verifico giornalmente, che la maggior parte della gente è infelice. Se sei felice hai pace dentro, dai buoni o pessimi consigli, ma lo fai con empatia. Io non sono meglio di nessuno, l’ho sempre detto, ho le mie idee condivisibili o meno, ma una cosa è certa, io sono felice e sereno. Io non insulto nessuno, non denigro le scelte altrui per un semplice motivo, non ne ho bisogno.

Ho fatto più di 1.200.000km in moto? Bene io mi sento pari al ragazzo che ha comprato la sua prima 125, anzi abbiamo probabilmente più in comune io e lui, che io e tanti moto turisti. Questo perché ho ancora in me molto ardente, la fiamma di una passione sfrenata per l’andare in moto e imparare, ma non dimostrare.
Perché nonostante gli anni che passano, la gente continua ad ingarellarsi, anche se ci sono posti appositamente concepiti per le competizioni?
Perché mi sorpassano allegramente tagliandomi la strada, ma poi mi salutano?
Perché piove ogni volta che devo rodare una nuova moto? Le domande sono tante e la cosa interessante è che ho pochissime risposte da offrire, ma spero sempre, anzi mi impegno molto in questa direzione di stimolare una qualche riflessione.

Guidare una moto ci mette, o almeno mette me in una condizione di concentrazione Zen.

Io guidando una moto è come se facessi i 5 Tibetani. E’ una riflessione costante. Mentre guido, mentre sono concentrato sulla traiettoria, mentre mi danno per aver preso una curva troppo stretta o troppo larga. Ancora dopo 40 anni che guido sbaglio delle curve, magari di 2 cm ma voglio farla meglio. Voglio migliorare, poi leggo e leggo molto quello che scrive il mondo degli utenti delle due ruote e trovo poca umiltà e tanta voglia di essere migliori degli altri. Io aspiro alla miglior versione di me stesso, ma non mi interessa essere più veloce dei miei amici o degli sconosciuti. Mi interessa solo una cosa, non cadere o non andare a sbattere contro un tizio, tipo il signore che ieri non ha fatto uno stop e mi ha fatto apprezzare l’Air Tendere per come ha reagito la Yamaha T700 ad una frenata poderosa ed improvvisa. Non perdo nemmeno tempo a urlargli contro.

Sono vivo questo conta

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