Matteo Bacchetti
Yamaha ritorna all’antico e rispolvera il nome Tenéné per il concept Adventure T7: look ispirato alle moto da rally, motore bicilindrico di 700 cc (quello delle MT-07, XSR700 e Tracer 700) per un uso on e off road.
La Yamaha Adventure più famosa di sempre è senza dubbio la leggendaria XT600Z Ténéré, presentata nel 1982. Fu subito un successo. Semplicità e pedigree da competizione gli aspetti più apprezzati di questa monociclindrica derivata direttamente dalle moto ufficiali che parteciparono alla Parigi-Dakar guidate da piloti leggendari come Stéphane Peterhansel.
Unica nel suo genere, diventò presto uno dei modelli più venduti in Europa e nei primi 10 anni della sua vita, tra il 1984 e il 1994, raggiunse la straordinaria cifra di 61.000 modelli venduti. Della famiglia Ténéré sono disponibili oggi nei concessionari due modelli, la monociclindrica 660 e la bicilindrica 1200 Supertenéré; modelli con omologazione Euro 3 che sono a “fine carriera”. Il nuovo Concept T7 Yamaha è il prossimo step della famiglia Tenéré, un marchio che ha contribuito a rendere la Casa di Iwata uno dei player più importanti del mondo nei Rally e nell’adventure.
Il veicolo funzionante, sviluppato per ottenere un equilibrio ideale tra le caratteristiche che l’on e off road richiedono, è un mezzo dal peso contenuto, basato su un nuovo telaio, equipaggiato con il motore bicilindrico frontemarcia crossplane da 700 cc: una coppia corposa ed una potenza facilmente plasmabile per avere una trazione ottimale su ogni tipo di superficie. Il serbatoio è in alluminio, i quattro fari a LED frontali, il cupolino è in carbonio, lo scarico è firmato Akrapovič e la forcella hi-tech KYB.
La Yamaha, in un settore dove la passione gioca un ruolo determinante, propone l’ennesima versione della MT-07 vestita off road, ma dal look rally, questa politica è stata imposta dall’azionista di riferimento Toyota, la prima Casa automobilistica al mondo. Una scelta che se da una parte garantirà sulla qualità del prodotto, dall’altra, quella emozionale, siamo certi farà molta fatica a ripetere i brillanti risultati della progenitrice del 1982.
Cesare Sasso
