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Vespa (Piaggio) VS Vespa (Bruno)

vespa contro vespa

Il giornalista usa il suo nome per un vino. Braccio di ferro con l’azienda di Pontedera per l’utilizzo del nome “Vespa” sulle bottiglie di vino da lui prodotte. Il conduttore di Porta a Porta  e la Piaggio hanno già schierato i propri avvocati.

Bruno Vespa, oltre che giornalista, è anche un apprezzato produttore di vino. E sulle etichette compare il suo nome: Vespa Vignaioli per passione. Il problema è tutto nel nome, perché quel “Vespa” potrebbe confondersi con quello del più famoso scooter della fabbrica di Pontedera.

È quanto devono aver pensato alla Piaggio se, come ha scritto pochi giorni fa Luciano Ferraro sul Corriere della Sera: “La Piaggio gli vuole impedire di usare il suo cognome sulle etichette, perché non si confonda con quello dello scooter”. Dall’azienda di Pontedera no comment sulla circostanza.

Ciò nonostante, da indiscrezioni, si intuisce che qualcosa di reale c’è. Nel senso che nessuno vuole vietare niente – sarebbe un po’ difficile, dato che Vespa è il cognome del giornalista e lui ha tutto il diritto di usarlo – ma sarebbe opportuno, pensano in azienda a Pontedera, evitare il rischio di confondere il brand Vespa (il più prestigioso di casa Piaggio) con il vino prodotto da Bruno Vespa giornalista. In che modo? Per ora non è dato sapere. Materia per avvocati, dunque. E pensare che dieci anni fa, quando la Vespa festeggiò sessant’anni di storia, fu proprio Bruno Vespa a presentare l’evento che l’azienda organizzò a Pontedera, presente il patron Roberto Colaninno, il quale elogiò in pubblico il conduttore televisivo definendolo grande professionista.

Vespa un’icona per il settore delle due ruote, ma anche del giornalismo italiano. Vespa – quella di Piaggio – ha compiuto da poco settant’anni; Vespa – quello di Porta a Porta – che di anni ne ha compiuti 72, s’è invece lanciato sul mercato dei vini con un proprio marchio.

Due campi che poco hanno da spartire, se non una causa legale già in mano agli avvocati delle due parti. La Casa di Pontedera non ha apprezzato l’utilizzo del nome Vespa sull’etichetta delle bottiglie prodotte dal giornalista, lamentando la possibilità che i due brand possano in qualche modo venire accostati. Nulla di strano invece per il conduttore di Rai 1, dal 2014 anche direttore editoriale  di QN Quotidiano Nazionale, che, da parte sua,  ha scelto di chiamare il proprio prodotto con il proprio nome: “È difficile che si possano confondere, che uno entri per comprarsi una bottiglia ed esca con un motorino. Riteniamo di avere il diritto di chiamarci come ci chiamiamo  – ha spiegato al Corriere Fiorentino – anche perché loro non producono vino e noi non produciamo scooter.” I legali di entrambe  le parti si sono già attivati per tutelare e far valere i reciproci diritti e, nel frattempo, le bottiglie di vino continueranno comunque ad essere prodotte e commercializzate con ben impresso sull’etichetta il cognome del giornalista Bruno Vespa.

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