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Un milione di chilometri – Capitolo 29

Un milione di chilometri APRILIA PEGASO CUBE 650

Capitolo 29

MOTO GUZZI V85 TT

Alla fine con un po’ di fortuna e vendendo metà della mia azienda nel 2019, mi sono avventurato nell’oscuro regno dei possessori di più di una moto. Ho subito pensato: ho una Honda Africa Twin, venderla sarà un gioco da ragazzi! Mai pensiero fu più sbagliato.

Da una parte Honda, perseguendo una politica perversa, da quando ha presentato questa interessante moto, ogni anno massimo due, ne ha fatto un importante upgrade, mandando in supersvalutazione il parco circolante. Va bene devono vendere e devono vendere molti pezzi, ma quando a marzo 2019 ho messo in vendita questa moto con tanti accessori e 44.000km, non avrei mai pensato ad un’ odissea senza fine.

Tutti sapevano in anticipo, che sarebbe uscita una versione già pronta Euro5 1100 e c’erano grandi stock di moto da smaltire. Risultato, già a primavera, senza usato te le portavi a casa con grandi sconti, poi implementati da accessori gratis e nel corso dell’estate ti pagavano pure l’assicurazione( oltre ad un bel finanziamento a tasso zero).

Io da parte mia avevo una moto con meno di un anno e 44.000km sul groppone!

Si ma è una Honda dicevo..si ma non pensavo che se fai tanti chilometri, la soluzione migliore è non comprare mai moto di moda! Perche? Semplice nel momento che ho messo in vendita il mio mezzo, contemporaneamente ce ne stavano centinaia uguali, con meno accessori ma con chilometraggi dai 2000 ai 4000km. Sappiamo tutti che i km dicono poco sull’effettivo stato di una moto, anzi io personalmente guardo sempre con sospetto alle moto con pochissimi km (https://www.motospia.it/motousata-pochi-km/), ma il mercato guarda soprattutto a quello. Un estetica impeccabile (e la mia ce l’aveva) e i km…(e la mia ne aveva troppi).

Il risultato è stato che dopo due mesi ero in stallo totale…avevo si ceduto il 50% della mia azienda, quindi potevo permettermi una seconda moto e avevo lasciato un pezzo di cuore sulla V85 TT. Moto geniale, trasversale con un unico difetto evidente solo guardandola: la potenza? No anzi il motore l’ho amato da subito. E’ una moto non enorme, con una sorprendente abitabilità, ma io sono davvero fuori misura, quindi diciamo che ci stavo bene ma non ero a casa mia come su un superTenere 1200 o un Gs 1200, tanto per fare un esempio.

Eppure l’ho presa, ci ho fatto 30.000 e nel frattempo la At. Era li in vendita e pensavo: do tempo alla vendita fino alla fine dell’estate e poi me la riporto a casa e l’accoppiata sarà Africa Twin Adventure e V85 TT.

Facendo un passo indietro, mentre aspettavo l’arrivo della novella Guzzi, ho fatto un ultimo viaggio in Albania a Pasqua con la At. Bello carico in due si è sempre comportata bene e in modo sincero.

Ho avuto modo, come ultimo treno di gomme, di provare le Pirelli Scorpions Rally STR. Posso solo dire che per il genere di moto, si sono rilevate gomme davvero eccellenti per grip e versatilità. Sincere sull’asfalto anche umido, danno quel qualcosa in più quando si esce dalla striscia di bitume.

Non aspettatevi prestazioni da rally come evoca il nome, ma sono un buon compromesso adatto ad una moto tuttofare.

Non è scattato l’amore per questa Honda, anche per via di una qualità secondo me non all’altezza del nome e del prezzo. L’unica cosa davvero eccellente sulla mia Africa, erano le solite incredibili valige Mytech che ci avevo montato.

Collettori arrugginiti in un amen..cruscotto per lo più illeggibile, manopole riscaldate di serie, peccato che non scaldano quasi per niente, baricentro alto e qualità generale del progetto, che tradisce una cosa per me gravissima: La moto è pensata per essere bella, ma non funzionale.

Ci vuole una vita per arrivare al filtro dell’aria, altrettanto per una candela, anche la semplice batteria non è a portata di mano e la moto in se è costruita con tolleranze poco adatte alle riparazioni al volo.

In altre parole molto fighetta, ma molto poco vera moto Adventure.

Non sto dicendo che è un cesso di moto , ma semplicemente, come progetto, secondo me è poco adventure. In questo Ktm a mio parere lavora in maniera molto più coerente.

Quando sono stato all’eroica Winter e non avevo più questa moto da tempo, ho incontrato un amico con una Adventure Sport come quella che avevo, che ne era entusiasta, un semplice sasso sparato dal parafango gli ha bucato un radiatore, abbiamo girato intorno alla moto mezz’ora, per capire come si rabbocca il liquido refrigerante, solo una conferma: tutta la carenatura è un ammasso di incastri, che hanno davvero poco di adventure e la griglia a protezione del radiatore stesso, ha una valenza per lo più estetica.

Tornando a noi, La v85 è poi arrivata e ho anche scritto vari report su Motospia, su come mi sono trovato

https://www.motospia.it/10-000-km-con-la-moto-guzzi-v85-tt/

https://www.motospia.it/20-000-km-con-la-nuova-moto-guzzi-v85-tt/

https://www.motospia.it/moto-guzzi-v85tt-fatti-30-000-km/

qui voglio solo aggiungere che per 6 mesi è stata la mia unica moto, quindi questo dualismo con due moto non c’è stato. Nonostante tutto me la sono goduta alla grande, usandola quasi sempre in due, compreso il canonico viaggio in Islanda ad agosto.

La mia teoria che con poco si può far molto, torna valida.

Proprio quando sono tornato dall’Islanda, pronto a riportarmi a casa la At rimasta invenduta per quasi 6 mesi, arriva un offerta un po’ risicata. Guardando in giro i concessionari le stavano immatricolando a 13.000 (un anno prima 15.500 minimo), quindi mi accontento, anche perché alla fine, la mia idea era per un 790 ex Demo, quindi l’importante era non investire capitali e cosi ho fatto.

Anche della 790 ho parlato su motospia : https://www.motospia.it/ktm-790-adv-3000-km-in-7-giorni-un-buon-compromesso/https://www.motospia.it/ktm-790-adventure-s-i-primi-10-000-km/ da fine settembre fino a febbraio, usandola il più possibile in fuoristrada, ho apprezzato molto la polivalenza di questa moto e ci ho fatto una gran bella esperienza alla alla Hat.

Il suo geniale serbatoio e in generale la distribuzione dei pesi, la rendono davvero un oggetto da capire e godere. Avevo una mezza idea anche sulla Yamaha tenere 700, ma ho avuto la stessa impressione poi constatata con la Africa Twin, moto bella ma poco studiata: un motore messo lì ma non adatto allo scopo, capacità serbatoio 14.5 litri, cerchi con camera, no! Baricentro altissimo, bella si, ma bella a me non basta. (oltrettutto sembra economica, ma messa su bene, alla fine vai a finire a 13\14.000 eur, quando esiste un mercato dell’usato molto ben fornito trai i 7\10.000 euro).

Mentre finalmente avevo un harem fatto di due moto, mi sono messo a riflettere strada facendo, su cosa non andasse alla perfezione.

Sognavo la 790 con il motore della V85TT, La Guzzi con il telaio e la maneggevolezza della 790, però anche più abitabilità.

Quindi che fare? Comprare altre moto nuove? Spendere altri soldi?

No Il primo ragionamento, a dire il vero del tutto inedito per me, è che io ho già dato, ho già comprato troppe moto nuove e alla fine non c’è mai certezza di come andrà a finire.

Ho pensato subito che al posto del V85TT, la moto ideale sarebbe stata una Yamaha ST1200.

Negli ultimi 10 anni non c’è stato niente di più adatto a me e al mio modo di andare, eppure già due volte l’avevo avuta e poi me ne ero separato.

La risposta che mi sono dato è perché facevo tutto con una moto.

Quando hai una moto cosi grande, così pesante e viaggi, tutto sembra perfetto. Anche in fuoristrada scorrevole, ma quando devi muoverla girarla…insomma in tante condizioni di uso, ti piacerebbe qualcosa di più maneggevole. Allora mi sono detto: il Gs1200Lc Rally non mi aveva entusiasmato in Islanda nel 2018, però probabilmente perché per me, la mia stazza , il mio uso, il 1200Adventure è più centrato.

Certo è uscito il nuovo 1250, ma nei miei ricordi il 1200LC andava già fin troppo.

Allora alla fine di queste tutt’altro che interessanti elucubrazioni motociclistiche, mi metto in contatto con molti concessionari, per prendere un Gs1200 adv usato, dando in permuta la V85TT. Ho pensato: prendo una moto 2015-2016 con50\60000km, complice il grande successo della 1250, i concessionari ne sono pieni. Dò in permuta una moto freschissima con meno di un anno, soli 30.000 (soli in confronto ai 50-70.000 delle moto che stavo trattando),con tantissimi accessori. La V85 sta vendendo bene e nell’usato praticamente ci sono solo le ex demo e qualche moto di personaggi che hanno sbagliato acquisto.

Qui inizia la fase comica: mi dicono: si ma la tua ha parecchi km e io dico, ma sono 30.000, la vostra usata ne ha 75.000! Si ma questa è una Bmw! A…capito. Bene ma la mia ha tanti accessori: guardi gli accessori non li contiamo nella valutazione.
Bene ma perché mi fa notare che il suo Gs è full optional? Perché è una Bmw, quindi gli accessori hanno un valore…bene.

Morale della favola, per fare un cambio del genere, mi chiedono dai 5000 ai 7500 euro di differenza.

Io pensavo ad uno scambio alla pari, avrei potuto pensare di metterci su uno stipendio circa, 1000\1200 euro quindi non se ne fa niente.

Ad un certo punto, dato che ci stavo prendendo gusto, chiedo per la permuta con un adventure del 2014 con 107.000km. Mi chiedono 4000 sopra la mia. Niente, Bmw Italia non è interessata ad avermi nella sua scuderia e pensare che poi gli amici non si spiegano perché io non abbia mai avuto una Bmw.

Ma giuro, non ho pregiudizi di marchio, Il 1200 Bmw non l’ho mai pensato come unica moto, perché in fuoristrada, con quella sospensione non mi trovo, ma ora che ho un harem con due moto, perché no? Semplice non vogliono darmela (se qualcuno mi chiede perchè non prenderla nuova, diciamo che andiamo assolutamente fuori da quello che io ritengo sensato spendere per una moto).

A questo punto demoralizzato vado a solleticare gli amici con le Supertenere, facendo un post su Facebook. Chi è interessato ad una moto più maneggevole e ha una St ZE usata?

Sorpresa, mi contattano in tanti e alla fine faccio lo scambio con un vecchio amico, che proprio era incuriosito dalla V85TT e che aveva una St con 65.000 molto full optional.

Perfetto, nessun investimento per me, dò via una moto full optional e ne prendo un’altra altrettanto full optional. In un mese ci faccio subito 5.000, poi arriva la pandemia.

Niente, sopra la St sono a casa mia e allora perchè , direbbe mia moglie, ma chiunque dotato di un minimo di saggezza, due volte l’ho ceduta dopo circa 35.000km? Perché è piatta e pesante, quindi se la usassi solo per viaggiare sarebbe perfetta, devi farci strada tanta e a me piace anche fare strada.

Alle volte però fai un piccolo giro, per esempio quello che faccio spesso per venire al lavoro o dopo il lavoro. Ecco lì moto come la V85TT o la 790, sono meno impegnative, più leggere, più maneggevoli…quindi ho la 790 tutto perfetto? No li c’è un altro problema che all’inizio ho sottovalutato: il ready to race.

Amo le Ktm, ho amato tutte quelle che ho avuto, ma sono sempre moto che amano correre, mentre io non lo amo affatto.

Ho scritto infatti che mi piacerebbe il 790 ma con il motore della Guzzi, magari anche più abitabilità, perché anche se ho perso peso, io sono sempre di dimensioni piuttosto ingombranti ( 194 cm circa).

A questo punto mi torna in mente una mia vecchia idea: Bmw!!! Si di nuovo loro il Gs800 adventure.

Una delle moto a cui più ho pensato negli ultimi anni, senza mai arrivare a prenderla per un semplice motivo: prezzo folle.

Quando la trattai per permuta con la ST1200, messa su bene mi chiedevano circa 17.000 euro e non aveva il cruise control ( che per i viaggi è una figata) e aveva pure le camere d’aria.

Ma io ora sono in una nuova ottica, usata!

La cerco usata permutando con il 790. Faccio una piccola indagine e scopro che nel 2016 è stata affinata in tanti particolari per il proprio canto del cigno. Uscirà poi poco dopo la 850 che ho avuto modo di provare e non mi è piaciuta per niente. Molto più pesante, un motore simil 790, amante del prendere i giri e poco incline ai bassi regimi ( costo da nuova ovviamente del tutto folle).

Il Gs800 è nato bene c’è gente che ha superato i 500.000km, il suo motore Rotax è un vero portento di affidabilità e i difetti delle prime sono noti e quasi del tutto risolti con la versione 2016 euro 4, dotata dell’accelleratore elettronico Ride By Wire.

Ne trovo una a Fabriano in regione, molto ben messa, quasi completa con borse e vari accessori, il prezzo è quello che chiedo per il mio 790. Sento qualche amico, ne trovo uno molto Ready to Race che non aspettava altro ed ecco fatto l’affare e qui eravamo a febbraio.

Faccio in tempo ad ordinare il Gs800 adv e accade l’impensabile: Corona virus quindi tutti a casa ed è giusto cosi, per tutelare la salute pubblica.

Ho avuto tempo di leggere, pensare, sognare di tornare in moto. Giusto da un settimana sono entrato in possesso di questo Gs al quale ho fatto aggiungere un paracoppa e la modifica cerchi Tubless della Bartubless. Mi sono messo in marcia con molta cautela, per documentare cosa si prova a guidare in strade semidesert. Come si comporta la moto non lo dirò di certo dopo 1000 km, ma posso dire che ho molta paura per questa ripresa dell’attività in moto.

Ho già di base pochissima fiducia in come guidano gli altri, soprattutto automobilisti e motociclisti della domenica. Non che io snobbi uno che prende la moto una volta alla settimana per fare pochi km. Assolutamente ognuno fa quello che gli pare, ma la moto come tutte le attività richiede allenamento. Anche Valentino Rossi se non guida per due mesi, deve riprendere confidenza per gradi, mentre conosco gli altri motociclisti e so già che non procederanno per gradi. I polsi fremono, le moto non vedono l’ora di sfrecciare, l’asfalto è poco gommato perché dopo le varie piogge non c’è stato un grande passaggio di auto\moto quindi con poco grip.

Stesso problema per lo sporco: ho constatato che le strade sono più sporche del solito e c’è anche il problema animali. Ci sono più animali del solito sulle carreggiate, perché per molti giorni si sono abituati a stare sulla strada quasi deserta. In soli 1000km ho già incrociato 4 auto che hanno mancato uno stop. Grande frenata grande stretta e poi ti chiedono scusa. Molti che tagliano le curve perché non sanno dove mettere le ruote. Tantissimi in sostanza pensano che guidare un mezzo, sia un’ azione individuale.

Niente di più sbagliato, guidare un veicolo è un’ azione pubblica, ovvero in una pubblica strada e tutto quello che facciamo influisce anche sulla vita ( ma anche sulla non vita) degli altri.

Davvero basta solo chiedere scusa? Guidiamo responsabilmente e manca ancora l’aspetto motociclistico. Per adesso ho incrociato poche moto, ma temo a brevissimo di leggere bollettini di guerra molto pesanti. Quando vorrei sbagliarmi, anche se so che purtroppo questa volta non è cosi.

Il milione di km l’ho superato da anni, eppure più passa il tempo più guido e più vado piano e sto attento. In questo dato momento storico, credo che l’attenzione dovrà essere massima e non lo dico per retorica. Mi sta a cuore la mia vita, ma anche quella di tutti gli utenti della strada.

Cosa ho visto per ora? Fretta e frenesia condite da scarsissima concentrazione su cosa si sta facendo. Un cocktail perfetto per trasformare un giorno di ordinaria vita, in un brutto ricordo per sempre.

Tornando alle cose belle, non ho idea davvero di dove potrò andare quest’anno, potrebbe anche darsi che non possa uscire dalla regione, figuriamoci dall’Italia. Eppure ho già svariati appuntamenti in tutta l’Europa, con persona da andare a trovare.

La mia mente viaggia, l’ha sempre fatto e continua a farlo, la scuderia sulla carta ora mi sembra perfetta.

Il Virus mi ha cambiato: ho apprezzato cose che non apprezzavo da anni, o che addirittura non ho mai apprezzato cosi tanto, come la lettura e il riposo.

Non voglio riprendere da dove ho lasciato! Mi va bene guadagnare meno, fare meno viaggi, tutto quello che volete, ma non voglio più riprendere un ritmo lavorativo così serrato. Voglio vivere quello che mi resta con più relax mentale, quindi cercando una meditazione Zen sul presente.

Non voglio concentrarmi sul passato o sul futuro, sono quello che sono grazie al passato questo è indubbio. Voglio solo essere meno legato allo stress della vita vissuta, delle grandi difficoltà affrontate, per arrivare a questo momento magico con un harem di due moto.

Non godiamo niente se non riusciamo a goderci la consapevolezza di quanto abbiamo, questo è il mio pensiero all’inizio della fase2 della pandemia.

Spero di poter viaggiare di nuovo verso nuovi orizzonti, ma so già che i primi km che ho percorso dopo due mesi di stop sono stati magici. E dopo tanti anni e oramai 1.200.000km in moto, ho alcune certezze ma ancora tanti dubbi. Le certezze riguardano il fatto che io non mi stanco dell’andare in moto e nemmeno di fare migliaia di volte le stesse strade. In moto la stessa strada in un verso o nell’altro è un’altra cosa.

La stessa strada ad un orario diverso in un’altra stagione è un’altra cosa. La stessa strada con un umore diverso è un’altra cosa e potrei continuare all’infinito.

Sono innamorato delle emozioni che si provano solo ed esclusivamente alla guida di una moto.

I dubbi riguardano anch’ essi la parte più interessante della vita. Dove andremo? Cosa succederà con questo virus? Come ci rapporteremo gli uni con gli altri ? come sarà anche solo incontrarsi con gli amici in tempo di pandemia e post pandemia?

Nel prossimo capitolo parlerò spero, del dopo pandemia, intanto lasciatemi godere l’immensa emozione di aver ricominciato ad andare in moto.

Ps. Per quanti sostenevano che io avessi qualcosa contro Bmw , beh come vi ho sempre detto, siete stati smentiti dai fatti, semmai è Bmw che ce l’ha con me, ma io non le ho portato rancore e ho preso una Bmw.

Ps2 Mai come ora prudenza e andature conservative, con attenzione ai massimi livelli.

Voglio assolutamente che qualcuno mi dica, ti sbagliavi e non ci sono state tante vittime alla ripresa dei giri in moto.

Prudenza sempre nella guida, al massimo dei giri portateci la mente mentre siete in moto e più piano andate e più potete godere di quello che succede intorno a voi e il dipinto delle colline che state attraversando. Nonostante tutto viviamo in Italia il più bel posto del mondo!!! 

Un lampeggio

Massimo Ferrara

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