Motospia

Un milione di chilometri – capitolo 8

Un milione di chilometri APRILIA PEGASO CUBE 650

CAPITOLO 8

DUCATI ST2 20.000 KM

 

Nell’ inverno successivo al mio viaggio a Caponord inaugurai il periodo più folle del mio percorso motociclistico, stuzzicato come sempre dal mio spacciatore di sogni preferito: la rivista di riferimento Motociclismo.
In quel periodo la Ducati stava raccogliendo sul mercato ciò che aveva seminato nelle competizioni e volendo ampliare il proprio raggio d’ azione pensò di proporre un modello sport touring la ST 2.
Il riferimento nel settore era il VFR di Honda e per tentare di scalfire la sua supremazia, Ducati si avvalse di un battage pubblicitario non indifferente, molti viaggi e traversate ebbero come protagonista quel nuovo ibrido fra una turistica ed una sportiva e, leggendone avidamente le caratteristiche e le gesta, ne rimasi piacevolmente affascinato al punto di andarmela a vedere in concessionaria.

Quel che avevo letto faceva il paio con quello che stavo vedendo e dal momento dell’ accensione alla firma sul contratto passarono non più di 5 minuti così dentro il Guzzi e via in strada col Duca. Purtroppo l’ idillio con la bicilindrica bolognese mostrò le prime crepe già dal giorno del ritiro: non so se fu l’emozione o la distrazione ma nella mia precedente visita in concessionaria mi sfuggì che dall’alto del mio metro e novantatre semplicemente…non ci entravo! I piedi non ci stavano negli alloggiamenti e i polsi risultavano troppo caricati ma tentavo di dimenticarmene aprendo il gas e godendo della sua vigorosa spinta ai medi.  Agosto, tempo di vacanze, arrivò in fretta e con la miseria di 8 giorni di vacanza a disposizione ed una meta lontana come la Norvegia la soluzione poteva essere solo una moto a suo agio sul veloce e quella ce l’ avevo.
Le autostrade tedesche a 180 km/h costanti e le serate con gli amici sono fra i pochi ricordi di quel viaggio, talmente concentrato sulla guida che non ricordo altro e anche se oramai mi ero abituato a cambiare col tallone, compresi che quel modo di andare in giro non faceva per me.
Alla fine della fiera mi sentivo un po’ come col CB 750: con un gran motore in mezzo e molti compromessi intorno in quella troppo sportiva e poco touring Ducati. La postura alla quale mi obbligavano i semimanubri la detestavo e per la natura stessa della moto ogni minima escursione fuori dall’asfalto mi era preclusa, proprio quando cominciavo a sentire di non poterne più fare a meno. Ripensandoci bene ci fu un aspetto positivo che posso attribuire a quella moto o forse sarebbe meglio dire a quella situazione, il viaggio in Norvegia, infatti a causa di una foratura in Olanda, ebbi modo di visitare un enorme concessionario con annessa mega esposizione di abbigliamento ed accessori che in Italia non avevo mai visto.
Approfittai per prendere i miei primi guanti veramente antipioggia ed una goletta che immediatamente pensionò l’incolpevole sciarpa con la quale avevo, fino a quel momento, perso tutte le battaglie contro il freddo. Pur disponendo di due eleganti e sagomate borse laterali la ST2, inesorabilmente, non reggeva il confronto con la Quota in quanto a capacità di carico e siccome anche a comodità/protettività avevo fatto dei passi indietro notevolissimi, in quel mio periodo “ducatista” totalizzai più rimpianti che km.

Il fatto che avessi bene impresso in mente cosa mi ero perso con la vendita della Guzzi non era malcelato desiderio di uno specifico modello ma consapevolezza che la mia strada era oramai tracciata: il mio genere di moto era diventato quello che oggi tutti chiamano maxi-enduro.

LEGGI IL NONO CAPITOLO, CLICCA QUI

© 2022, MBEditore - TPFF srl. Riproduzione riservata.


Vuoi saperne di più? Di' la tua!

<strong>SCRIVICI</strong>

    acconsento al trattamento dei dati presenti nel form di contatto