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Strage di motociclisti. Uccisi in 4 da due ubriachi alla guida

strage di motociclisti

Continua senza sosta la strage di motociclisti da parte di automobilisti ubriachi alla guida. Venerdì il proprietario di un SUV ha ucciso due motociclisti a Nova Milanese. Nella notte fra sabato e domenica una ragazza ne ha falciati altri due nei pressi di una discoteca di Piacenza.

strage di motociclisti

È una vera e propria strage di motociclisti quella a cui stiamo assistendo in questo inizio estate 2019. Solo in questo week-end 4 motociclisti uccisi in poco più di 24 ore. E stiamo parlando soltanto dei due casi più eclatanti. Altri incidenti che hanno visto vittime gli utenti delle due ruote sono accaduti in tutti i week end di giugno e in tutta la penisola. Ad esempio, sempre in quello appena concluso ci sono stati altri morti a Rosolino, sulla statale Romea, a Bergantino, in provincia di Rovigo. 

In tutti i casi sono stati fatali ai motociclisti gli scontri con le auto. E nei primi due casi che abbiamo citato è già certa la responsabilità di chi guidava le auto.

strage di motociclisti

Gli automobilisti guidavano in stato di ebrezza e ben oltre il limite consentito.

Nella notte di venerdì 28 a Nova Milanese il conducente di un SUV ha falciato Federico Vasile e Nicolò Moraschini, due ventiseienni. L’uomo è stato arrestato perché risultato positivo, e non di poco, all’alcol test. Neanche 24 ore dopo succedeva la stessa cosa. Due ragazzi albanesi, Ergi Skenderi e Xhulio Kaya, erano ai bordi della strada, fermi, sulla loro moto. Erano nei pressi di una discoteca sulla statale 45, in provincia di Piacenza. Sono stati “giustiziati” da una trentenne che guida la sua auto con un tasso alcolico superiore di ben 5 volte al consentito. E questa ragazza già in passato si era vista sospendere la patente per guida in stato di ebrezza.

Questo è davvero troppo. Non si può più sopportare una situazione di questo tipo. 

Come categoria veniamo sempre additati come utenti della strada brutti, sporchi e cattivi. Ma la realtà e che ormai, nel traffico odierno, il motociclista è molto più vittima dell’imprudenza e della scelleratezza altrui che carnefice di se stesso.

È ora che le istituzioni facciamo sentire su questi assassini il peso della responsabilità. Ed è ora che si smetta di restituire la patente a chi ha già dato prova di essere dedito alla guida in stato di ebrezza. La legge sull’omicidio stradale è già un primo passo, ma serve dell’altro. Servono più prevenzione e un pugno duro contro questi assassini!

 

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