Motospia

Strade che perdonano l’errore umano

strade sicure

Uno degli aspetti più gravi delle nostre infrastrutture stradali è che sono realizzate senza rispettare l’utente vulnerabile. Occorrono pavimentazioni e segnaletiche adeguate alla strada, e strade progettate che tengano conto dell’errore umano.

Durante la 5^ settimana mondiale della sicurezza stradale delle Nazioni Unite svoltasi lo scorso maggio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che migliorare le strade significa progettare quelle nuove all’insegna della sicurezza per tutti gli utenti, aggiornare gli standard di progettazione, migliorare le infrastrutture già esistenti attraverso adeguati standard di sicurezza. Secondo l’OMS la sicurezza delle strade è un’azione collettiva da perseguire a lungo termine, che richiede miglioramenti continui e innovazioni e una leadership più efficace che avvii interventi concreti per salvare vite.
Uno studio realizzato nel 2018 dalla Federazione Europea delle Associazioni Motociclistiche (FEMA) e dalla Federazione Europea delle Strade (ERF) aveva rivelato che Italia e Grecia hanno la rete stradale peggiore a causa della scarsa manutenzione, delle buche, della sporcizia dovuta a perdite di liquidi, della cattiva qualità dei materiali utilizzati e della pericolosità della segnaletica orizzontale. Lo studio indicava nello sviluppo di strade che perdonano l’errore umano il primo passo verso una maggior sicurezza dei motociclisti e invitava i progettisti a non considerare i motoveicoli alla stregua delle auto perché hanno dinamiche diverse che richiedono una considerazione particolare.
Mettere in sicurezza le strade si può e si deve fare.

M,arco Guidarini

Ne parliamo con il dott. Marco Guidarini, medico traumatologo e presidente dell’Associazione Motociclisti Incolumi Onlus, impegnato da anni nel sensibilizzare le istituzioni e i motociclisti sul problema delle infrastrutture pericolose.

– Quali sono le infrastrutture stradali che non perdonano l’errore umano?
«Ciò che si comporta come ostacolo fisso (guardrail senza protezioni salva motociclisti, pali metallici anche di piccole dimensioni, segnali stradali, pali pubblicitari, lampioni, manufatti in cemento e muretti a spigolo, alberi a fusto) se disposto ai margini della strada e soprattutto in esterno delle curve, può uccidere ciclisti, scooteristi e motociclisti già alla velocità di 30 km l’ora. Occorre lasciare libere le vie di fuga già esistenti e curarne la loro esistenza ed efficacia salvavita ogni volta che è possibile anche con semplici ed economici lavori di movimento terra. Creare una via di fuga spesso costa meno che installare un guardrail e garantisce una sicurezza maggiore per tutti, dal ciclista al camionista. Le infrastrutture devono proteggere più persone possibili e non quintali di acciaio!»

Terminali di guardrail: lame taglienti In caso di impatto

– E dove non è possibile creare una via di fuga?
«È necessario disporre guardrail dotati di dispositivi salva motociclisti ed evitare l’esposizione di elementi infrastrutturali contundenti e taglienti (cause di lesioni) che troppo spesso provocano gravi traumi anche in seguito a banali incidenti e a velocità molto ridotte. Ogni sistema intelligente deve prevedere almeno le più comuni cause di incidenti, dall’errore umano alle cause di incidenti infrastrutturali: un sistema che non prevede l’errore umano è inadeguato alla gestione di un ambiente a elevato rischio come la viabilità».

– Anche i lampioni sono ostacoli fissi eppure sono necessari per la sicurezza di tutti gli utenti della strada…
«Oggi i veicoli hanno impianti di illuminazione molto efficaci pertanto i lampioni possono essere disposti in modo più ergonomico possibile ovvero distanti dalla strada, privilegiando le piste pedonali o ciclabili e gli attraversamenti pedonali. Quando è possibile, occorre installare lampioni disposti ‘a parete’ (di muri, case ecc.), molto più sicuri. Disporre un lampione all’interno di una curva ha lo stesso costo che disporlo all’esterno, ma all’interno sarà molto meno pericoloso per i rischi di impatto che invece sono frequenti e drammatici per lampioni disposti ai margini della strada e in esterno della curva. Oltretutto saranno più utili per una guida sicura poiché per una corretta traiettoria il conducente dovrà sempre guardare verso l’interno della curva e mai verso l’esterno. Se disposti correttamente, i lampioni avranno un costo sociale molto minore».

 

Un concentrato di ostacoli fissi e pavimentazione scivolosa

E a proposito di rotatorie?
«In molte rotatorie sono disposti, sulla traiettoria dei veicoli in avvicinamento, guardrail senza protezioni salva motociclisti, lampioni, muretti a spigolo e perfino ‘opere’ di dubbio valore artistico, ma di sicuro pericolo: queste cause di lesioni vanno evitate per garantire una via di fuga con il sistema più economico costituito da un prato o da ghiaia».

Buche, recinzioni in metallo e alberi a bordo strada

– Come limitare le cause di incidenti infrastrutturali?
«Per la tenuta in strada di un veicolo quindi per la sicurezza, il fondo stradale ha la stessa importanza dei pneumatici: un fondo viscido o irregolare (a causa dell’usura, di inadeguata manutenzione o delle radici degli alberi) è un frequente fattore di causa di incidenti.E possibile controllare lo stato del fondo stradale utilizzando lo skid-tester, uno strumento specifico per la misurazione delle proprietà di attrito superficiale, ed eseguire gli opportuni interventi. Altri aspetti fondamentali sono progettare le curve con raggio costante e visibilità massima ottenibile, realizzare incroci con adeguata visibilità per i conducenti provenienti da tutte le direzioni; costruire piste pedonali e ciclabili distanti dalla strada e dai veicoli per limitare i rischi e favorire gli spostamenti a piedi o in bicicletta».

Incrocio pericoloso

– Quali risultati si otterrebbero mettendo in pratica le osservazioni da lei indicate?
«Salvare almeno mille vite ogni anno sulle strade italiane. Potrebbe contribuire in modo fondamentale la collaborazione innovativa tra associazioni motociclistiche, enti gestori delle strade e Pubbliche Amministrazioni determinate a promuovere le best practices di ergonomia: anticiperebbe la lentezza burocratica delle leggi europee».

© 2022, MBEditore - TPFF srl. Riproduzione riservata.


Vuoi saperne di più? Di' la tua!

<strong>SCRIVICI</strong>

    acconsento al trattamento dei dati presenti nel form di contatto