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Sicurezza: non ci fidiamo degli altri alla guida

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Rispettosi delle regole, certi delle proprie capacità, ma preoccupati dalla distrazione degli altri. questo emerge dal primo Osservatorio Continental sulla Sicurezza Stradale realizzato con Euromedia Research. Un impegno per la sicurezza, quello di Continental, che nel settore moto in Italia è comunque impercettibile. Vista la scarsissima penetrazione del marchio nel mondo moto.

Che rapporto hanno gli italiani con la sicurezza stradale? Come percepiscono sé stessi e gli altri? In cosa ripongono più fiducia per avere delle strade sicure? In un contesto in cui la ricerca e l’innovazione fanno progressi costanti per rendere reale una mobilità che includa mezzi a guida autonoma, oggi viviamo ancora in un mondo in cui il 93% degli incidenti deriva dal comportamento del guidatore (dati Ocse). confermato quindi, per ora, che l’essere umano è  attore protagonista della sicurezza nell’ecosistema strada. 

L’Osservatorio Continental sulla Sicurezza Stradale, realizzato con l’istituto di ricerca Euromedia Research, ha posto queste e altre domande ad un campione di utenti della strada. Al fine di tracciare una fotografia del vissuto, delle percezioni, dei valori e delle aspettative degli utenti in merito alla sicurezza.

Vision Zero di Continental. Un impegno sulla sicurezza per arrivare a zero vittime, zero feriti e zero incidenti.

 «Si tratta di un osservatorio che poggia la propria origine nel DNA aziendale di Continental – spiega Alessandro De Martino, Amministratore Delegato di Continental Italia -. Da oltre 140 anni Continental fa della sicurezza su strada e dell’innovazione tecnologica la propria missione. Investendo e producendo, oltre agli pneumatici, tecnologie per rendere i veicoli e le strade sicure e arrivare a “Vision Zero”. Ovvero una mobilità a zero vittime, zero feriti e zero incidenti sulla strada. Una visione che consenta a tutti gli utenti di condividere un ecosistema complesso in sicurezza».

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Alessandro De Martino, amministratore delegato di Continental Italia.

Automobile sicura, ma gli automobilisti… Il pericolo sono gli “altri”.

Se da un lato l’Osservatorio evidenzia subito come l’automobile si confermi ancora il mezzo di trasporto più utilizzato (78,2% degli intervistati), fa emergere allo stesso tempo una percezione contraddittoria tra sé e gli altri. Infatti l’auto è percepita come il mezzo di trasporto più sicuro per sé (44,1%), e al contempo il più pericoloso, dato che gli utenti della strada vivono nella paura di essere investiti (il 68% degli intervistati). 

Il 79,5% degli italiani tuttavia non percepisce sé stesso come un pericolo per l’ecosistema strada. Ci si definisce infatti “rispettosi delle regole indipendentemente dalla presenza di un controllo”. Solo l’8,7%, dichiara di rispettare le regole solo in presenza di un controllo. Siamo anche assolutamente sicuri delle nostre capacità (l’87,4%) e di noi stessi mentre siamo alla guida del nostro mezzo di trasporto. 

La fiducia per arrivare ad avere una maggiore sicurezza stradale viene riposta in primis nei guidatori e nel loro senso di responsabilità (34,9%). In secondo luogo in una maggiore severità da parte delle Forze dell’Ordine attraverso una presenza più estesa sulle strade e sulle autostrade (16,7%). La fiducia viene poi riposta, dal 15,5%, nelle aziende che producono automobili e pneumatici attraverso la costante evoluzione di tecnologie. 

L’attenzione e la prudenza sono le soluzioni suggerite dalle risposte. Le minacce da distrazione e trasgressione.

La sicurezza stradale è quindi percepita come una questione di attenzione e di prudenza. Due dei termini menzionati più frequentemente dagli intervistati quando si chiede loro di definire con una parola la “sicurezza stradale”. Sicurezza che secondo l’88,1% degli italiani è minacciata principalmente dalla distrazione (44,4%) e dalla trasgressione (43,7%). I guidatori ritengono, infatti, che l’elemento più importante per la sicurezza stradale sia proprio il guidatore (50,1%). Seguito, con grande distacco, dai freni (9,7%), dalla segnaletica stradale (6,4%), dai sensori e i sistemi di guida assistita (6,0%) e gli pneumatici (5,3%). 

Cosa sono disposti a fare gli italiani per aumentare in generale il livello di sicurezza stradale?  

A prestare maggiore attenzione evitando le distrazioni (19,0%); a rispettare le regole e il codice della strada (15,3%) e a ridurre la velocità (11,2%). Il 5,2% conferma di guidare già in modo responsabile e rispettoso delle regole e ritiene di non dover fare nulla. 

In questo contesto per gli italiani rispettare il codice della strada significa compiere un atto di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri utenti della strada (58,9%, in larga parte uomini con età compresa tra i 45 e i 64 anni); adottare un comportamento che tutela dal rischio di incidenti (27,5%); attuare un comportamento che evita di incorrere in sanzioni (9,2%), mentre per il 2,3% è un limite che impedisce loro di godere appieno delle prestazioni del proprio veicolo. 

Solo il 10% degli intervistati vede le auto a guida autonoma come soluzione per una maggiore sicurezza.

Quando lo sguardo passa al futuro e a ciò che viene ritenuto un fattore fondamentale sui mezzi di trasporto “personali” di prossima generazione, il 43,5% degli intervistati non ha dubbi e menziona sistemi di sicurezza e di “alert” affidabilissimi in grado di evitare incidenti, il 12,2% sceglie il carburante ecocompatibile, mentre solo il 10,5% menziona le auto con guida autonoma e capaci di interazioni tra veicoli e infrastrutture.

Il 59,2% delle persone interpellate ritiene che i sistemi di assistenza alla guida siano strumenti validi ma che non risolvano il problema della sicurezza stradale; il 37,9% li ritiene comunque fondamentali. 

 

 

 

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