Motospia

La Sicilia di Montalbano

SCICLI

SCICLI, NON SOLO TERRA DEL COMMISSARIO MONTALBANO

Tantissimi sono gli appassionati della serie di romanzi, editi da Sellerio, sulle indagini del commissario Montalbano. Andrea Camilleri, con magistrale intensità, da anni ci coinvolge nel mondo tutto siciliano di un uomo di legge intuitivo, spesso irriverente ma di buon cuore, che lavora in un commissariato di una cittadina di provincia al centro della campagna siciliana.

In primo piano Pinella Giuffrida alla guida della sua GS 1200

I film per la televisione raccontano anche i luoghi di Montalbano, rendendo vivo e reale il contesto in cui i racconti sono ambientati. Le campagne afose, il centro tardo barocco di “Vigata” la spiaggia di “Marinella” sono gli sfondi dei racconti di Camilleri che chi vive in Sicilia riconosce a colpo d’occhio.

I territori di Ragusa e Siracusa descritti da Camilleri offrono tanti spunti per noi motociclisti locali ma possono rappresentare delle interessanti mete per chi avesse desiderio di raggiungere queste due province per un mototurismo particolare, diverso dal solito.

Scicli si trova a sud di Siracusa e di Ragusa, tra Modica e Donnalucata, e si raggiunge da Palermo seguendo la costa sud occidentale della Sicilia o da Catania percorrendo la E45 e, una volta arrivati a Siracusa, attraverso due itinerari diversamente intriganti: quello marino o quello montano (Foto 0). Il primo percorso, quello marino, consente di scoprire la costa sud orientale della Sicilia – passando dai lidi di Avola e Noto – con una puntatina a Marzamemi, il suggestivo villaggio di pescatori che precede Portopalo di Capo Passero, la cittadina con la stupenda spiaggia dei due mari che si trova nella punta più a sud dell’Isola.

Ingresso al cuore di Marzamemi

Sono tutte strade comunali un po’ malmesse quelle che si srotolano seguendo il periplo dell’isola ma il panorama che si gode percorrendole val bene qualche acrobazia in più per sfidare buche, qualche avvallamento o breccia nell’asfalto non ben manutenzionato. Passando per Santa Maria del Focallo, Pozzallo, Marina di Modica e Sampieri si intercetta la SP 40 che conduce direttamente a Scicli.

Tipiche strade siciliane con i muri a secco a margine

Il secondo percorso, quello montano, consente di gioire delle curve e dei paesaggi bucolici del ragusano e dei Monti Iblei, passando da Vizzini, Monterosso Almo, Giarratana e Modica dalla quale si imbocca la SP54 che conduce direttamente a Scicli. Anche nel versante montano le strade comunali in alcuni tratti non sono ben tenute, ma le curve nelle lingue d’asfalto protette dai caratteristici “muri a secco” costruiti da mani sapienti con le pietre bianche locali, si inerpicano tra mare, campagna e montagna, regalando preziosi panorami nella parte più a sud dell’isola.

I monti Iblei

(foto 3) E’ d’obbligo un po’ di prudenza nell’affrontare questi percorsi: sono poco trafficati e a volte gli automobilisti della domenica affrontano le curve con disinvoltura, sconfinando nell’altra carreggiata, dimenticando le più elementari regole di circolazione.

La città del commissario Montalbano
La Scicli tardo barocca va ben oltre il set cinematografico del commissariato di “Vigata” – allestito permanentemente al pianterreno del Municipio nel cuore di Scicli – e del “questore Alderighi Bonetti” (che in realtà è l’ufficio del Sindaco di Scicli).

Certo, suscita una particolare curiosità entrare nel set cinematografico (reso permanente da un accorto tra la Palomar e il Comune di Scicli) per cogliere i più piccoli particolari della scrivania del Commissario nato dalla penna magistrale di Camilleri: dalla corrispondenza, vera, sulla scrivania, ai veri schedari, ai tavoli e le seggiole che ancora oggi ritroviamo in molti uffici di Stato… per poi scoprire che, aprendo di soppiatto la porta dell’ufficio del secondo di Montalbano, Mimì Augello, ci si ritrova davanti ad un muro, perché il set di quell’ufficio è a Cinecittà …

Ma a Scicli c’è molto di più da scoprire fuori dai circuiti turistici convenzionali: un mondo che non ci si aspetta, fatto di storia arte e cultura.

Il centro storico
Scicli è una piccola cittadina tardo barocca, iscritta tra i beni del patrimonio dell’UNESCO, il cui centro storico è caratterizzato dalla presenza di alcuni palazzi e tante chiese che risalgono al XVII secolo (foto 8).

Il centro storico di Scicli

Nel cuore della città, in Piazza Italia, proprio di fronte alla chiesa madre, è possibile parcheggiare tranquillamente le moto negli spazzi dedicati. Una passeggiata consente di scoprire i tesori preziosi custoditi all’interno delle decine di chiese presenti e la bellezza, tutta siciliana, delle facciate barocche dei palazzi nobiliari che “arredano” il centro storico o della più antica farmacia locale conservata nella sua antica bellezza.

Gli insediamenti rupestri
Una passeggiata motociclistica nei dintorni della piccola cittadina consente la scoperta di alcuni insediamenti rupestri, testimoni imperituri dell’esistenza di comunità locali sin dall’età del rame (III – II millennio A.C). Inerpicarsi con la moto per i vicoli della cittadina aggrappati ai colli può essere complicato: le stradine sono “appese” e gli incroci, oltre che angusti, hanno pendenze diverse.
Le grotte del parco di Chiafura si trovano sul costone di San Matteo, appena sopra Scicli e sono state abitate fino agli anni sessanta.

Le grotte del parco di Chiafura

Elio Vittorini, in “conversazione in Sicilia”, così le descrive: ”Era una piccola Sicilia ammonticchiata, di nespole e tegole, di buchi nella roccia”. In realtà sono i buchi nella roccia che, a guardar bene, fanno scorgere la realtà vasta e complicata degli insediamenti. Le abitazioni, di uno o due vani scavati nella roccia, si aprono direttamente sulla strada, su un cortile o su un piccolo appezzamento di terreno che veniva coltivato

Abitazione-rupestre-nel-parco-di-chiafura

I colli
Quando hai il privilegio di spostarti in moto tutto diventa più piacevole.
Arrampicarsi fin sul colle della Croce, a esempio, attraverso la strada di pietra che curva e si inerpica fino alla chiesa e all’ex convento della croce è divertente. Su in cima lasci la moto proprio sul piccolo slargo – fatto di rocce e pietre – davanti all’ingresso del sito ed entri nell’area conventuale dove non ti aspetti la bellezza della vista di cui puoi godere da lassù: tutta Scicli ai tuoi piedi e, alle tue spalle, la chiesa con la sua facciata in stile gotico-catalano unita a ciò che rimane del convento e del suo loggiato del 500.

Scarpinando un po’ appena sotto il complesso della Croce è possibile visitare la chiesa rupestre di Piedigrotta con una speciale sorpresa: appena sopra l’altare una scultura della Madonna della pietà che reca in sé un particolare assai insolito dato dal Cristo, sorretto dalle braccia della Madonna, in posizione opposta a quella che si riscontra nell’iconografia classica.

Altre chiese rupestri come quella del Calvario e di Santa Maria della Grazia ti rapiscono per la loro antica semplicità.

La fornace Penna e la spiaggia di Sampieri
Riprendendo la moto e tornando indietro in direzione Sampieri – un piccolo borgo di pescatori sulla costa a sud di Scicli- non si può non ammirare l’immensa spiaggia di sabbia fine e la fornace Penna, un particolare rudere di archeologia industriale, anch’essa scenario di una delle indagini di Montalbano.

La fornace di Sampieri

Questa fornace, costruita nel 1912, dotata di un forno Hoffmann, era una delle industrie più all’avanguardia del meridione. Riusciva a sfornare diecimila pezzi al giorno tra mattoni e tegole che venivano vendute in molti paesi mediterranei, soprattutto a Malta e in Libia.
Per arrivare alla fornace, sulla scogliera alla fine della spiaggia, il percorso non è proprio agevole, ma è divertente. La strada asfaltata lascia il posto alle rocce della scogliera e alle pietre con una curva a gomito un po’ in pendenza… rendono per una ragazza che deve gestire una moto pesante è un pò più complicato e insolito arrivare fin sotto la fornace, ma ne vale la pena: la vista che si gode da lì, della spiaggia e del sole che tramonta sul mare, è davvero magnifica.

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