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ROTATORIE PIÙ SICURE ED EFFICIENTI

Le rotatorie sono la soluzione d’incrocio più sicura, a patto che siano ben progettate. Una nuova metodologia italiana le rende più sicure, a fronte di costi contenuti e tempi di realizzazione limitati. Le prime applicazioni in Toscana.

Le rotatorie sono nate in Gran Bretagna negli anni ’60 per migliorare la viabilità e la sicurezza degli utenti della strada. Negli anni ’90 si sono diffuse un po’ dappertutto a hanno portato, almeno sugli incroci più pericolosi, a un’effettiva riduzione del numero e della gravità degli incidenti causati dall’elevata velocità, dalla mancata precedenza, dalla svolta a destra e a sinistra, e dagli scontri frontali.

Rotatoria sicura

Tuttavia, nel nostro Paese, non sempre sono progettate con criteri adeguati (dimensioni, struttura) a garantire il giusto livello di sicurezza: pensiamo ad esempio agli arredi sull’isola interna (es. alberi, rilievi di terra, sculture metalliche) che limitano la visuale quindi la percezione reciproca degli utenti e dei potenziali ostacoli, e ai numerosi segnali verticali che, se colpiti a velocità sostenute, potrebbero causare gravi danni a conducenti e passeggeri.

Rotatoria pericolosa

Convertire le vecchie ‘rotonde’ in rotatorie più efficienti e sicure, oggi si può con una nuova metodologia ideata da due ricercatori dell’Università di Pisa, capace di ridurre tempi e costi dei lavori rispetto agli approcci attuali.
La nuova metodologia è stata ideata da Antonio Pratelli e Paolo Sechi del dipartimento di Ingegneria civile e industriale, in collaborazione con Reginald R. Souleyrette della University of Kentucky e pubblicata sulla rivista internazionale Traffic & Transportation. È stata già applicata su due rotatorie in Toscana.
“Abbiamo messo a punto una nuova procedura di conversione delle vecchie rotonde stradali in incroci a rotatoria moderna – spiega il professore Pratelli. – La nostra proposta è più economica e rapida grazie all’utilizzo di un modello accoppiato dinamico-analitico. I test che abbiamo realizzato su due casi reali, uno a Sesto Fiorentino e l’altro a Lucca, confermano la superiorità della nostra soluzione rispetto ad altri approcci esistenti”.
Secondo gli ingegneri dell’ateneo pisano è possibile ad esempio ammodernare le vecchie rotatorie senza cambiare troppo l’impianto originario come è accaduto nel caso di Lucca, nella rotatoria posta fuori Porta Santa Maria realizzata nel 2010 la cui isola centrale è stata ridotta da 78 metri di diametro a 55 metri, a vantaggio dell’allargamento della carreggiata, dell’anello centrale e nelle zone di confluenza. A seguito di questa riduzione è stato possibile ricavare 80 nuovi parcheggi che di fatto hanno ripagato l’intervento, e migliorare la circolazione tanto che le code sono passate da più di 180 metri a 12 e i tempi di attesa da oltre un minuto a pochi secondi.
“In Italia molte rotatorie sono di vecchia generazione. Se convertite permetterebbero importanti miglioramenti sul piano della sicurezza e dell’efficienza della circolazione – conclude Pratelli. – I risultati della nostra ricerca sono un contributo in questo senso che mettono a disposizione un nuovo strumento per l’impiego tecnico e per scopi di studio.
Ricordiamo ai responsabili degli uffici tecnici dei vari Comuni che le rotatorie devono prevedere rampe di raccordo con percorsi pedonali e ciclabili, isole divisionali salva-pedoni o salva-ciclisti non rigide o invasive, divieti di attraversamento pedonale in corrispondenza dell’anello centrale di circolazione e bordatura poco accentuata a salvaguardia di pneumatici e impatti. Inoltre, la segnaletica orizzontale deve essere limitata alla sequenza di triangoli in entrata che obbligano a dare la precedenza ai veicoli in circolo. Quella verticale, ripetuta su ogni ramo, deve essere limitata al segnale triangolare che preavvisa la rotatoria, al segnale di passaggio obbligatorio a destra in presenza di isole triangolari spartitraffico, alla combinazione del segnale triangolare di dare precedenza con quello circolare su fondo blu che indica la circolazione rotatoria in prossimità dell’entrata, al segnale di direzione per indicare solo le destinazioni principali. Altri segnali sono superflui e sono un potenziale pericolo.

Ai motociclisti il compito di muoversi in modo corretto all’interno delle rotatorie nel rispetto del Codice della strada (divieto di marcia in doppia fila su singola corsia), ovvero disporsi in fila unica per evitare il rischio di collisione laterale con gli altri veicoli e ritrovarsi “stretti” ai bordi della carreggiata con conseguenze immaginabili.

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