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Quiet Riot: una flat track elettrica su base Zero FX

quiet riot

In un’epoca dominata dalla progettazione al computer e dalla stampa 3D, il designer Nick Graveley, titolare della Claymoto, si è servito del vecchio metodo del clay fatto a mano con l’argilla per realizzare questa special elettrica da flat track partendo da una Zero FX.

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Nick Graveley accanto alla sua creatura.

La Quiet Riot realizzata da Nick Graveley può essere definita una moto del 21° secolo realizzata con tecniche di progettazione del 20° secolo. Un’epoca dove praticamente tutti i lavori di progettazione dei veicoli utilizzavano disegni e modelli di argilla per creare, perfezionare e definire il design. 

Oggi questa fase è assistita quasi interamente dal computer. il designer Nick Graveley però, fedele al nome che ha voluto dare alla sua azienda (Claymoto) ha usato le mani per modellare l’argilla che ha dato vita alla sua ultima creazione, la”Quiet Riot”. Questa moto di chiara ispirazione “flat track” deriva dalla “modernissima”  moto elettrica Zero FX. Graveley ha collaborato con la Zero nel 2017 per la realizzazione della SR/F. E da allora aveva già in mente di fare qualcosa di speciale su questi modelli, di realizzare una personalizzazione spinta.

All’inizio la Zero non gli diede retta, ma nel 2018 Zero ha approvato il progetto e gli ha dato una moto come base per la sua special.

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Il completamento della Quiet Riot ha richiesto 80 ore di lavoro. Lavoro che Graveley  ha accelerato utilizzando uno specchio per vedere come sarebbe stato il “reverse” dei vari punti della moto che andava a modellare da un lato. Una volta modellata l’argilla esattamente come voleva, Graveley è passato ai mezzi tecnologici moderni per scansionare il suo design. In modo da poter creare i vari componenti prima in plastica e poi in fibra di carbonio.

Mentre la maggior parte delle parti meccaniche rimangono tali e quali al modello di serie, Graveley ha apportato alcune modifiche per adattare la Quiet Riot alla sua idea di flat track elettrica.

Le ruote, ad esempio, sono state ricostruite utilizzando i mozzi della FX di serie, cerchi da 19 pollici e pneumatici tassellati Shinko. Le sospensioni più corte. E la trasmissione a cinghia è diventata a catena. La moto ha una piastra inferiore in alluminio da 3 mm di spessore. Il faro posteriore, il parafango e il portatarga sono ora montati sul forcellone, dal quale possono essere facilmente rimossi. Una coppia di fari Shin Yo da 50 mm si trova alloggiata nella tabella portanumero anteriore. 

Gli indicatori di direzione a LED si fondono con le linee della moto e il pannello della strumentazione è stato spostato indietro per mantenere un aspetto pulito dell’anteriore. Il comando del freno posteriore èora al manubrio, sulla sinistra, e non più a pedale. Visto che sulle moto elettriche non c’è frizione…

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