Motospia

Perché andiamo in moto?

moto che passione

In moto per viaggiare o per distinguerci dagli altri, per correre in pista o per una gita fuori porta. Siamo motociclisti, tutti diversi ma legati dentro. Legati da una passione così forte, che quando abbassiamo la visiera del casco, entriamo in un mondo migliore.

Perché vai in moto? Ecco, ci risiamo con la solita domanda che ad ognuno di noi almeno una volta è stata fatta. Magari accompagnata dalle solite banalità: è pericolosa, prendi freddo, prendi caldo, ti devi bardare dentro tute pesanti e scomode, il casco… Sono certo che ognuno di noi ha una sua risposta a questa domanda e che ogni risposta sia diversa l’una dall’altra perché ognuno di noi vive questo mezzo in molteplici modi. Ma c’è un unico filo conduttore che ci accomuna tutti: la passione. Prendete un foglio bianco, dividetelo in due colonne, con i pro da un parte e i contro dall’altra e incominciate a elencarli. Vi accorgerete che indipendentemente da come viviate questa passione, che sia il modo per viaggiare, o per andare a fare la semplice gita fuori porta o per la sparata di poche ore con gli amici o una semplice pistata, vi troverete come un fiume in piena ad elencare i pro tanto da dimenticarvi i contro. Un fiume in piena che si chiama libertà che questo mezzo ci dona e che surclassa ogni limitazione o costrizione imposteci.

Forse è la ricerca di evasione che ognuno di noi cerca, a portarci la prima volta in sella. Ma basta davvero poco per ritrovarci in un mondo in cui non ci saremmo mai aspettati di trovarci e che solo chi ha provato ad andare in moto può capire ed amare, mentre per il resto delle persone sono solo concetti di difficile interpretazione.

Personalmente amo andare in moto perché è il modo migliore che conosco per vivere delle emozioni e liberare la mente, perché quando indosso il casco e abbasso la visiera è come se entrassi in un altro mondo, dove i pensieri e i problemi di tutti i giorni non possono entrarvi. Un amico anni fa mi disse che il mondo da dentro il casco è più bello, più profumato e con colori più intensi. Lì per lì non capii le sue parole, ma con il tempo mi fu tutto molto più chiaro, trovandomi a vivere quelle emozioni di cui mi parlò tempo prima.

Raggiungere un passo montano, fermarsi nel punto più alto e ritrovarsi ad ammirare il panorama nel più totale silenzio, rotto solo dal ticchettio dello scarico caldo, accompagnato dal “profumo” dei vapori della benzina. O ancora farsi cullare dolcemente dalle curve di un tracciato collinare. Insomma tutto sembra davvero più bello, più buono. Anche un semplice panino con il salame mangiato a bordo strada diventa una bontà. Quindi sia che si viva questa passione in solitudine o in gruppo saranno momenti unici di vita.

È una visione eccessivamente romantica delle due ruote? Forse. Ritengo che nel momento in cui si indossa un casco si entra a far parte di una famiglia legata da una forte fratellanza. Seppur all’apparenza soli, in strada ci sarà sempre un fratello biker pronto a fermarsi per soccorrerci nel caso ce ne sia la necessità. E in un mondo egoista ed individualistico come quello in cui viviamo, rende ancora più speciale questa passione.

Ma come la Luna, questo modo di vivere ha due facce: una luminosa e splendente, l’altra nera e oscura. Già, perché questa passione nasconde un lato oscuro legato a cadute, incidenti, ferite e purtroppo anche morti. L’importante è non dimenticarlo mai e vivere questo tremendo lato oscuro in modo cosciente.

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