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PEDAGGI AUTOSTRADALI: LE MOTO IN EUROPA PAGANO LA METÀ DELLE AUTO

pedaggi casello autostradale

Siamo favorevoli alla campagna “Metà ruote metà pedaggio”. Una rapida ricerca, per scoprire che nella maggior parte dei paesi europei non c’è l’obbligo dei pedaggi. E dove si paga, spesso le moto hanno forti sconti.

Pedaggi esosi ed ingiusti? Quante volte noi motociclisti abbiamo  inveito al casello autostradale, sapendo che  con la moto stavamo pagando quanto un’auto o un furgone. E, inoltre, quante volte ci sono sembrati ingiustamente costosi i pedaggi.
L’argomento è dibattuto da sempre fra i motociclisti. Così, abbiamo pensato di appoggiare anche noi di MOTOSPIA.IT la campagna congiunta  di Federazione Motociclistica Italiana (FMI) e Associazione  Nazionale Ciclo Motociclo (ANCMA) insieme alla rivista Motociclismo contro il pedaggio autostradale per le moto.

pedaggi metaruoteUna rapida ricerca e abbiamo scoperto che in tanti paesi europei non c’è l’obbligo del pedaggio e dove c’è, spesso le moto hanno forti sconti. Per esempio in Francia la tratta Parigi-Lione (453 km) costa 33 euro per le auto e 20 per le moto. In Italia, su uno trasferimento equivalente come la Firenze-Napoli (468 km), una moto di piccola cubatura paga quanto una vettura di grossa cilindrata: 33 euro.

Incominciamo con il dire che in molti stati europei, non esistono i pedaggi! Succede in Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Lettonia, Lituania, Norvegia, Olanda e Svezia. Anche  in più di venti stati americani non si paga il pedaggio autostradale, beh, si sa loro sono avanti anni.

Poi ci sono i paesi dove l’autostrada si paga e dove le motociclette hanno uno sconto. In Austria la vignetta, l’adesivo per il parabrezza, lo sconto per i motociclisti supera il 50%. Per 10 giorni la vignetta costa 10 euro per le auto e 5 per le moto. Per 2 mesi le tariffe salgono rispettivamente a 26 e a 13. In  Francia lo sconto supera il 40%. E poi la Slovenia, dove le motociclette  usufruiscono di uno sconto  del 50% .

Sempre in Europa ci sono paesi dove le autostrade non si pagano, ma si paga per attraversare alcuni ponti o gallerie. Succede sull’Øresund, tra Danimarca e Svezia, dove le auto pagano circa  20 euro e le moto 10. E avviene in Norvegia, dove invece si pagano due tunnel: il Folgefonntunnelen, Hordaland (75 euro le auto, 20 circa le moto) e l’Atlanterhavstunnelen, Møre og Romsdal (90 euro le auto, 60 le moto).

Per tornare in casa nostra va detto che dal 2008 al 2015 l’incidentalità in autostrada delle moto si è quasi dimezzata, e che il traffico autostradale su due ruote vale solo lo 0,5% del fatturato delle concessionarie, rendendo di fatto sostenibile, già adesso, una diversa tariffazione. Sarebbe la cosa più naturale del mondo dato che una moto pesa di media un sesto di un’auto e occupa un quarto dello spazio: perché non premiare chi fluidifica il traffico come avviene per esempio con lo sconto già praticato da alcune autostrade per il car pooling?

Tra i 7 milioni di motociclisti italiani, il 64% (fonte Motociclismo, sondaggio del 16/05/2016 su un campione di 2.072 persone) vede la via più sicura per spostarsi proprio nell’autostrada, e la imboccherebbe molto più spesso se fosse praticato un pedaggio “su misura”. Quale enorme contributo alla viabilità darebbe lo Stato italiano se fornisse un aiuto concreto a tutti questi utenti?

Nel primo week-end di ottobre 200 motociclisti  hanno raggiunto il Mugello con un pacifico corteo per dare maggiore forza all’iniziativa dello storico mensile e dove sono state consegnate al Vice ministro dei trasporti , onorevole Nencini, le 30 mila firme raccolte . Il Viceministro Nencini nel corso del suo intervento, ha sottolineato come si stia lavorando su 3 punti: sul codice della strada per avere i motoveicoli 125 cc in autostrada, sui finanziamenti da dare all’Anas per la riparazione di strade al alto rischio e sul pedaggio per le moto in autostrada. Nencini ha esortato i presenti “ad arrivare a 50.000 firme, evidenziando come sarebbe il primo caso dove una singola categoria specifica riesca a raggiungere la quota prevista dalla costituzione per la legge di iniziativa popolare”.

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