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Paraschiena e airbag: detrazioni fiscali sull’acquisto

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La diffusione di paraschiena ed airbag tra i motociclisti (conducenti e passeggeri) porterebbe ad un risparmio di circa 21 milioni di euro in costi sociali. ANCMA chiede una detrazione del 50% per i capi tecnici dedicati alla sicurezza di chi va in moto

In Europa, nonostante  i motociclisti siano utenti vulnerabili perché particolarmente esposti al rischio di procurarsi lesioni, il casco è il solo dispositivo individuale obbligatorio mentre la diffusione di capi tecnici  che prevengano le conseguenze degli incidenti motociclistici, per il momento è solo auspicabile. Da anni l’Italia, sempre molto sensibile ai problemi della sicurezza in moto, sta conducendo una campagna sulla diffusione di paraschiena. Confindustria ANCMA, che rappresenta i più importanti marchi al mondo, nell’abbigliamento moto, ha chiesto al Governo  di prevedere una detrazione del 50% del prezzo di acquisto dei capi tecnici nella prossima legge del bilancio. La misura costerebbe alle casse pubbliche circa 2,5 milioni di euro a fronte, come è dimostrabile, di una riduzione dei costi sociali quantificabile in 21 milioni di euro.

L’argomento, è stato discusso a Milano in un confronto tra il mondo politico, l’industria e il mondo della ricerca scientifica sulla sicurezza dei motociclisti e sul ruolo dell’abbigliamento protettivo, presenti il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Luigi Casero e il Vice Presidente della Commissione Trasporti On. Vincenzo Garofalo. Nel confronto è emerso che nonostante i progressi  nella riduzione dell’incidentalità stradale (-30% delle vittime su due ruote a motore negli ultimi 5 anni), molto lavoro resta ancora da fare, come è dimostrato da 814 vittime e 55 mila feriti di incidenti motociclistici verificatisi nel 2014 (ultima rilevazione ACI/ISTAT).

Nonostante lo studio, realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del progetto ST.E.P (Studio Efficacia Paraschiena), evidenzi che l’utilizzo del paraschiena potrebbe ridurre del 40% il rischio di riportare lesioni alla colonna, in caso di incidente, la insufficiente cultura degli utenti ha convinto solo un quarto dei motociclisti a utilizzare questo dispositivo di sicurezza durante i propri spostamenti. Nel confronto è stato messo anche in risalto che la diffusione di queste protezioni verrebbe favorita dall’introduzione di sgravi fiscali. Per questo motivo ANCMA chiede alla politica di sostenere la richiesta di prevedere una detrazione del 50% del prezzo di acquisto di questi capi tecnici nella prossima Legge di Bilancio. La misura costerebbe alle casse pubbliche circa 2,5 milioni di euro, a fronte di una riduzione dei costi sociali quantificabile in 21 milioni di euro. L’industria nazionale dell’abbigliamento protettivo-motociclistico, rappresenta un’eccellenza della produzione manifatturiera in Europa e nel mondo, dove da anni mantiene la leadership soprattutto per l’elevata qualità dei propri prodotti, frutto di importanti investimenti in innovazione tecnologica, che rappresenta il vero valore aggiunto della produzione nazionale che contribuisce al nostro PIL con un fatturato di circa 300 milioni di euro, corrispondenti a circa il 10% del giro d’affari complessivo dell’industria motociclistica.

Dice un testimonial affidabile da anni in prima linea  nella battaglia sulla sicurezza dei motociclisti: “Certo, va detto subito, oggi è piuttosto costoso acquistare un airbag motociclistico, anche più di mille euro, ma il costo è giusto se si considera che è un sistema sofisticato nato nelle corse, che funziona senza nessun collegamento fisico con la moto e che è stato sviluppato a lungo nei crash-test” … “Sono convinto che niente al mondo può proteggere noi motociclisti meglio dell’airbag“, e, inoltre, conclude, come sempre, Nico Cereghini, “Casco in testa ben allacciato, luci accese anche di giorno, e prudenza, sempre!”

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