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NONOSTANTE I PROFITTI DEL SALONE, ANCMA NON HA … SOLDI IN CASSA

Nonostante le importanti entrate, i bilanci floridi, i “tesoretti” accantonati … ANCMA non ha soldi in cassa. Un avvilito Paolo Magri ci ha detto “non ci sono più soldi in cassa, stipendi a rischio, stiamo monitorando la situazione e facendo prospetti e senza Eicma 2020 arriviamo a ottobre”.

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Paolo Magri, presidente ANCMA.

Le dichiarazioni del presidente di Ancma ci hanno colto di sorpresa.

Questo nonostante gli enormi introiti generati dal salone annuale della moto.

Nonostante la nuova dirigenza si sia finalmente riappropriata di tutte le leve di comando e della gestione fieristica, le gestioni personali avevano preso il sopravvento sull’interesse comune e associativo.

Il sistema di gestione degli ultimi anni, per ammissione dei vertici attuali, e del management, non permetteva all’unico socio di Eicma, Confindustria/Ancma, di beneficiare dei milioni di profitto prodotti da quella che è la prima manifestazione motociclistica al mondo, capace di generare fatturati impressionanti, che, spesso negli ultimi 9 anni non hanno trovato per l’associazione corrispondenza nell’utilizzo dei profitti, neppure per l’anno 2019 per il quale poco tempo fa l’ex Presidente Andrea Dell’Orto, prima di dimettersi, aveva dichiarato profitti record.

Andrea Dell’Orto, ex Presidente Eicma

A fronte dei profitti record dichiarati dal Presidente Andrea Dell’orto, il nuovo Presidente Paolo Magri ha confermato che in cassa non ci sono più soldi.

Un rebus difficile da capire per noi di motospia.it e per quelli che non hanno il controllo delle carte.

Eppure fino a quando il miglior direttore unico che l’Associazione e la Fiera abbiano mai avuto è stato in carica, il dottor Costantino Ruggiero, la cassa c’era e nel 2011 quando il dr. Ruggiero è stato defenestrato dall’allora presidente Cappelli, dal consigliere Morone e dai loro amici, aveva lasciato un tesoretto di ben 2 milioni di euro.

Da quel momento registriamo il periodo più anomalo per quanto riguarda la presidenza di un’associazione di categoria confindustriale. Corrado Cappelli rimase presidente fino al 2018 in carica per 4 mandati. ANCMA, proprietaria della società che organizza il Salone di Milano della moto, non ha più controllato EICMA.

Questo fino allo scorso mese di febbraio quando il precedente consiglio di amministrazione di Eicma, sfiduciato, decide di dimettersi. Una scelta dolorosa per chi l’ha fatta, dato che il costo del consiglio a bilancio superava i 450 mila euro, tanti soldi a cui hanno rinunciato Andrea Dell’Orto presidente e tutti i consiglieri, figure di spicco del settore, nomi come Giovanni Castiglioni, Alfio Morone, Vito Cicchetti e Corrado Cappelli.

Ora è lecito farsi questa domanda: come fa una associazione come Ancma, che vive di quote associative e introiti Salone tramite Eicma, che a sua volta dichiara 700.000 visitatori a oltre 20 Euro cad —14.000.000 lordi solo di biglietti—, ad avere le casse vuote?

Come mai Paolo Magri, ma anche i sindaci, non hanno ritenuto coinvolgere le autorità preposte ai controlli? Come mai finora Ancma con la Direzione Generale non ha mai denunciato questo stato di cose?

Tutti possiamo fare ipotesi, ma una cosa è certa: molti dei personaggi che c’erano all’epoca della gestione indicata come scialacquatrice, ci sono ancora.

Magari non riusciranno a riportare il bottino nelle casse, ma senz’altro potranno aiutare a scoprire come e dove sia finito.

 

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