Luca Ledda
Come avevamo scritto lo scorso anno, KTM si è ritirata dalla Moto2 per concentrare tutti i suoi sforzi economici nella MotoGP. Però ieri ha vinto Nagashima, guidando una KTM… Che succede? Succede semplicemente che il team Ajo, uno dei più professionali della categoria, sta usando una Kalex con i colori dello sponsor KTM.
La KTM si è ritirata dalla Moto2 eppure vince la prima gara della stagione 2020. Come è possibile? Semplice: Nagashima corre per il team Ajo, che da sempre è legato alla Casa di Mattinghofen. Tanto da essere il team “ufficiale” nelle due serie minori (Moto2 e Moto3). Stante il ritiro della Casa austriaca dalla Moto2, annunciato già a metà stagione 2019, il team Ajo è corso ai ripari acquistando per i suoi piloti la Kalex, che è sicuramente la moto più competitiva della categoria. Quindi, quella che ieri abbiamo visto tagliare per prima il traguardo guidata dal giapponese Nagashima non è una KTM, ma una Kalex “colorata” da KTM.
Non c’è da stupirsi. Questa “promiscuità” in Moto2 è universalmente accettata. Possiamo dire che sia nel DNA della categoria. Da sempre, ad esempio, si usa un motore uguale per tutti. Quindi, tanto per rimanere in tema, anche quando la KTM era impegnata ufficialmente, di suo c’era solo il telaio. Nel 2017 e 2018 si trattava di una KTM-Honda, nel 2019 era una KTM-Triumph.
Per fare un altro esempio, in Moto2 c’è anche la MV Agusta, che corre con un tre cilindri, ma non è il suo. Si tratta appunto del 765 Triumph che dall’anno scorso ha sostituito i quattro cilindri 600 Honda come motore unico della categoria.
Pur ritirandosi ufficialmente dalla Moto2, quindi, KTM ha pensato bene di rimanere come sponsor del team Aio. Tanto, se nelle classifiche e nella grafiche a supporto delle immagini video la moto viene definita KTM, il ritorno promozionale è assicurato lo stesso, soprattutto se vinci, ma ad un costo nettamente inferiore.
Giovanna Guiso
Cesare Sasso
Redazione
