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Niente sarà più come prima

motori elettrici

Tra dieci anni in Europa probabilmente non sarà più possibile acquistare una moto con propulsore a combustione interna.
È meglio prepararci perché è in corso una transizione verso l’energia sostenibile che non si fermerà

La transizione verso l’energia sostenibile è già in atto e riguarda anche i motoveicoli.
Lo ha affermato Dolf Willigers, segretario generale della Federazione Europea delle Associazioni Motociclistiche (FEMA), la federazione che promuove e difende i diritti dei motociclisti in Europa e nel mondo.
Ma cosa si intende per energia sostenibile? E perché pensiamo all’energia elettrica e non all’idrogeno o ai biocarburanti?

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Harley Davidson LiveWire a motore elettrico in vendita quest’anno

La produzione di idrogeno
Non sarebbe un’alternativa soddisfacente nel settore energetico perché costringerebbe l’Europa ad importare gas naturale dalla Russia tramite gasdotti oppure acquistare dagli USA gas naturale liquefatto, prospettive che non convincono tutti i governi.
L’idrogeno attualmente disponibile (idrogeno blu) viene prodotto dai combustibili fossili tramite il gas reforming e la gassificazione del carbone, processi che producono biossido di carbonio (CO2). Per non inquinare l’atmosfera il CO2 deve essere immagazzinato in depositi sotterranei (i vecchi depositi di metano esausti) che però non sono infiniti.
La produzione di idrogeno per elettrolisi dell’acqua a partire da energie rinnovabili (idrogeno green) richiede un notevole dispendio energetico, anche se oggi è più economica grazie ai notevoli progressi fatti nei settori eolico e fotovoltaico.
Dei due tipi di idrogeno, per motivi economici e logistici, si stima che verrà utilizzato quello green per i trasporti mentre per gli impianti di riscaldamento verrà impiegato quello blu.
Si prevede che il mercato dell’idrogeno crescerà perché oggi può immagazzinare meglio rispetto all’energia elettrica l’eccesso di energia eolica o fotovoltaica; verrà utilizzato per il trasporto su mezzi pesanti e come fonte di calore nelle abitazioni e nelle industrie inoltre, nel 2050, avrà probabilmente un ruolo nella decarbonizzazione delle produzioni altamente inquinanti come la siderurgica e la cementifera.
Il potenziale dell’idrogeno come vettore di energia è noto ai produttori di veicoli i quali stanno già lavorando su motori alimentati a idrogeno con celle a combustibile.
I biocarburanti sono già in uso come aggiunta alla benzina e al diesel, ma la loro produzione va a discapito della produzione di cibo pertanto non hanno il consenso popolare. A tal proposito ricordiamo, a titolo di esempio, che per ricavare il bioetanolo per i motori a benzina si utilizzano anche granoturco e barbabietola mentre per ottenere il biodiesel per i motori a gasolio si impiegano l’olio di colza e di girasole.

Una recente campagna pubblicitaria per lo sharing di scooter elettrici

 

Trasporto su strada ed effetto serra
Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) circa il 21% delle emissioni totali di CO2 proviene dal trasporto su strada.
Numerosi Paesi, dentro e fuori l’Europa, mirano ad avere entro il 2050 veicoli senza emissioni. Perché questo termine sia rispettato, le auto che emettono CO2 non dovrebbero più essere sul mercato dopo il 2030, considerato che la maggior parte dei veicoli in Europa ha circa vent’anni.
In poco più di dieci anni, dovrebbe esserci una transizione completa dalle auto con motore a combustione interna a quelle alimentate a batteria.
Danimarca, Germania, Irlanda, India, Israele, Olanda e Svezia vieteranno dal 2030 la vendita di nuove auto a combustione interna (l’Olanda proibirà anche la vendita dei ciclomotori con motore a combustione interna); Francia, Cina e Regno Unito la vieteranno dal 2040 mentre la Norvegia vuole vietarla già dal 2025.
Se le auto a combustione interna non potranno più circolare dal 2030 perché non dovrebbero sussistere gli stessi divieti anche per i motoveicoli?

Un mercato in trasformazione
Ogni settimana le Case automobilistiche annunciano nuovi modelli elettrici. E l’industria motociclistica? In Cina c’è già una forte riduzione del numero di moto con motore a combustione interna a favore dei modelli elettrici e delle e-bike. In India, la Hero è presente sul mercato con scooter elettrici e la Blacksmith Electric ha depositato un brevetto per la produzione di una moto elettrica. In Giappone, i grandi quattro produttori hanno annunciato un consorzio per la tecnologia delle batterie per motocicli elettrici (scambiabili) e la Honda inizierà nel 2019 a vendere nel Sud-Est asiatico scooter alimentati a batterie rimovibili.
Se i grandi mercati di Asia, Cina e India chiedono veicoli elettrici a due ruote, il piccolo mercato europeo non potrà certo pretendere di avere motoveicoli con motori a combustione interna. È quindi ovvio ipotizzare che le Case motociclistiche andranno in questa nuova direzione.

L’elettricità basterà per tutti?
In Europa la quantità di energia utilizzata per il trasporto è circa un terzo del consumo totale di energia. Le centrali nucleari europee sono vecchie o sono chiuse, le centrali a carbone emettono molta CO2 e altri gas inquinanti, le centrali alimentate a gas e petrolio emettono tra i vari inquinanti anche CO2.
L’energia eolica e solare è solo una piccola parte della produzione mentre i mulini a vento e i pannelli solari non sempre forniscono energia.
La richiesta di energia è destinata a subire una maggiore fluttuazione.
La soluzione proposta durante la Settimana europea per l’energia sostenibile 2019 svoltasi a Bruxelles lo scorso giugno, è la “ricarica intelligente” ovvero la ricarica nelle ore notturne da una rete elettrica intelligente che rilevi quando e dove c’è una forte richiesta di elettricità e sappia gestire l’elettricità immagazzinata. Altre soluzioni ipotizzate sono il riciclo delle batterie per auto, l’energia delle maree, l’utilizzo di bacini idrici, ecc.

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La Zero SR/F electric motorcycle in vendita dal 2020

 

In conclusione
La transizione verso l’energia sostenibile non si fermerà quindi dobbiamo farcene una ragione. Ciò significa che dovremo dire addio al rombo dei motori delle nostre amate moto per lasciare spazio al sibilo dei motori elettrici. E gli amanti delle moto d’epoca accetteranno di tenerle nel box come cimelio dei bei tempi andati?

Avremo davvero soltanto dieci anni di tempo per godercele ancora, prima di arrenderci alle moto elettriche?

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