Claudio Corsetti
Da Anni la famiglia Morbidelli stava cercando un aiuto per il mantenimento della struttura del Museo omonimo. Ma nessuno si è fatto avanti in modo serio. Ieri quattro tir di hanno portato via tutto. Fra le varie voci che si rincorrono, sembra aver credito quella che vuole tutte le moto messe presto all’asta a Londra. Sembra che fosse stato fatto un tentativo da parte dell’ASI, ma troppo tardi.
Il Museo Morbidelli è scomparso in poche ore, dopo che per anni la famiglia, gli eredi di Giancarlo Morbidelli e proprietari di alcune delle moto che hanno fatto la storia delle due ruote, avevano cercato un aiuto per il sostegno della grande struttura adibita a museo.
Evidentemente i ricavi del museo non erano sufficienti al suo mantenimento, e la famiglia ha cercato per anni una soluzione.
Si cercava probabilmente un aiuto da parte delle istituzioni. Il Comune, oppure un ente turistico, qualche ministero. Ma nessuno è stato in grado di fare qualcosa.
L’ultimo tentativo è stato fatto cercando l’intervento delll’ASI, ma pare sia arrivato troppo tardi.
Si era allora fatta largo la voce di qualche collezionista interessato ad acquistare la collezione. Negli ultimi tempi sembra si fosse chiesto l’intervento dell’ASI (Automotoclub Storico Italiano). Ma pare che questo interessamento sia arrivato troppo tardi.
Nella giornata di martedì 31 luglio quattro TIR bianchi, con targa inglese e la scritta “Cars, classic relocation services” hanno fatto la spola davanti ai cancelli del Museo e si sono portati via tutto. 350 moto, fra cui alcuni pezzi unici molto pregiati.
Pare che tutto sarà portato in inghilterra per essere messo all’asta dalla Casa specializzata Tomas. L’alternativa è che uno dei collezionisti privati che si erano fatti vivi sia riuscito ad aggiudicarsi l’intera collezone del museo. L’unica cosa certo è che la città di Pesaro e l’Italia intera hanno perso una collezione unica di moto che hanno fatto la storia.
Cesare Sasso
Redazione
