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Museo Honda a Motegi: una collezione racing sensazionale

museo honda

Il museo Honda a Motegi è una raccolta unica di stupende moto da corsa. Un po’ meno entusiasmante invece la sezione dedicata alle moto stradali.

Per chi ha la fortuna di visitare il Giappone, suggeriamo senz’altro una visita al museo Honda di Motegi. Non è comodissimo arrivarci. Bisogna prendere un treno a Tokyo Station per arrivare a Utsunomiya (50 min), e lì prendere un bus che in circa 90 minuti ti porta fino a Motegi. Insomma, un viaggio da programmare bene, anche perché in certi giorni il bus fa solo due corse: una al mattino, e una al pomeriggio per tornare indietro. 

Il servizio è usato da coloro che vanno a Motegi per visitare il parco divertimenti che la Honda ha realizzato all’interno della struttura della pista. Niente di eccezionale come parco divertimenti: qualche pista da kart e da minimoto, qualche giostra, una bella sezione “naturistica” un albergo e poco altro. Va bene per i bambini. Ma il museo (Honda Collection Hall) invece vale da solo il prezzo del biglietto (1200 Yen, circa 10 euro).

Non è grande, ma ci sono almeno 300 pezzi fra auto e moto.

Il Museo non è grande, ma è molto ben organizzato. Al piano terra una sezione che racconta la storia di Soichiro Honda e spiega come è nata e si è sviluppata l’azienda. Poi ci sono due piani di museo. al primo piano le moto e le auto di produzione (divise in due ali distinte). Al secondo piano stesso concetto, ma per auto e moto da corsa.

Nella hall il benvenuto al visitatore è dato da pezzi storici, come la RA272 da Formula Uno del 1965 o la RC143, la prima moto Honda a vincere un GP del mondiale (classe 125 1961, GP di Spagna, guidata da Tom Phillis).

museo honda

La prima sorpresa è vedere nella hall pezzi storici di inestimabile valore come la Gilera 500 quattro cilindri del 1957 e la Mondial 125 GP del 1956. Un omaggio a quelle che erano considerate fra le migliori moto del mondo nel periodo in cui Soichiro Honda decise di impegnarsi nelle competizioni. Non a caso si narra che fu proprio la Mondial 125 a ispirarlo per la realizzazione del suo primo 125 da competizione…

museo honda
L’omaggio alle moto italiane parte già dalla Hall: Gilera 500 e Mondial 125!

Altri omaggi ai costruttori italiani (e ad altri marchi, compresi quelli giapponesi) si trovano anche al piano superiore dedicato alle moto da corsa. Ci sono alcune delle MV, Kawasaki, Suzuki e Yamaha, e anche moto inglesi, che in un modo o nell’altro hanno fatto la storia del GP.

Bella la sezione riservata alle moto da competizione. Anche se sono state trascurate le Superbike.

Delle sezioni dedicate alle moto ci è piaciuta soprattutto quella riservata alle corse. Grande spazio naturalmente alle GP, dagli esordi con la 125 fino alle ultime RC213V di Marc Marquez, passando attraverso tutte le moto degli anni ’60, ’70, ’80, ’90 e 2000, con tutte le 500 2T. Fino all’ultima di Valentino Rossi. 

Mancano alcune delle 250. Ci sono quasi tutte le Endurance più importanti (naturalmente sono quasi tutte in chiave 8 Ore di Suzuka) ma ci ha deluso la mancanza di una sezione apposita dedicata alle Superbike… C’è invece una buona sezione fuoristrada, con le migliori cross, trial e alcune delle moto più importanti delle maratone africane.

Un po’ di delusione l’abbiamo provata invece visitando il piano riservato alla produzione. Tante moto esposte, ma sono quasi tutte dedicate al mercato interno. Quindi vista con gli occhi europei questa sezione del museo manca di modelli importantissimi degli anni ’80 e ’90. Bella invece la parte dedicata alla CB 750 Four di cui quest’anno cade il cinquantesimo anniversario dalla presentazione. Però una RC 30, una RC 45, una CBR 1100 XX, una Transalp, una CBR 600 F, una Gold Wing,  (tanto per fare i nomi di alcune illustri assenze) ci sarebbero state bene. Per fortuna c’è almeno la NR 750…

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