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Mugello MotoGP: OK Ducati, Honda e Suzuki. Disastro Yamaha

motogp mugello

Prima della gara MotoGP del Mugello avevamo pubblicato una analisi delle forze in campo nella MotoGP 2019. I risultati della gara toscana hanno confermato in pieno quanto avevamo scritto. La Honda (di Marquez) va bene su qualunque pista. La Ducati ha bisogno di piste con tratti veloci per emergere, la Suzuki è un fulmine tra le curve. E la Yamaha va male ovunque. 

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La gara MotoGP del Mugello ha emesso la sentenza definitiva sul motomondiale 2019. Come avevamo scritto già prima della gara toscana, nella prima parte della stagione erano emerse caratteristiche piuttosto chiara fra le moto che si stavano giocando le prime posizioni della classifica.

Avevamo detto che la Honda (quella di Marquez almeno) era sembrata a posto su ogni tipo di pista. Velocissima in percorrenza di curva, forte in frenata, forte in accelerazione e veloce sul dritto almeno quanto la Ducati. Avevamo scritto che la Ducati sembra molto consistente sul veloce ed efficace nelle curve ampie, oltre che molto forte in frenata. E avevamo anche detto che la Suzuki sembrava la moto più a posto di tutte a livello ciclistico, agile, stabile e facile da inserire e da condurre in ogni tipo di curva. Oltre che “gentile” sulle gomme.

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Prima vittoria in MotoGP per Danilo Petrucci.

Era anche abbastanza chiara la difficoltà di Yamaha, indietro in accelerazione e velocità, e troppo aggressiva sui pneumatici tanto da dover giocare in difesa sia sul veloce, sia nei tratti guidati che erano sempre stati il suo cavallo di battaglia.

Dal Mugello è arrivata la certificazione definitiva di questo stato di cose.

Ebbene, la gara MotoGP del Mugello ha confermato in pieno questa situazione. Anzi, potremmo dire che la ha definitivamente certificata.

Il Mugello è una pista particolare. Molti pensano che sia in sostanza una pista veloce perché ha un lungo rettilineo nel quale la potenza delle moto ha sempre fatto la differenza. E questo è vero. Ma è anche vero che prima di arrivare al traguardo, la pista toscana permette alle moto di esprimere tante altre caratteristiche, tutte quelle legate alle peculiarità di guida. I suoi dolci saliscendi, i suoi curvoni e le sue esse di varia natura fanno emergere le doti ciclistiche e la messa a punto generale della moto. Un “banco prova” al quale mancherebbero solo un tornantino da “stop & go” ed una “esse” molto chiusa per potersi dire praticamente perfetto.

Marquez riesce ad essere efficace ovunque.

La Ducati è l’unica che permette di lottare per le posizioni che contano anche ai team non ufficiali.

Era quindi scontato che qui avremmo avuto la fotografia definitiva dello stato di salute dei vari contendenti. Senza curve o varianti strette, la Ducati è la moto migliore. E possiamo dirlo senza timore, visto che ormai non è la prima volta che vediamo almeno le due moto ufficiali più quella di Miller sempre lì a lottare nelle prime cinque posizioni.

La Honda nelle mani di Marquez è un rasoio efficace e velocissimo su qualunque circuito. Lui potrà lottare sempre per il podio. 

La Suzuki fa paura a tutti in ogni tipo di curva, ma paga ancora qualcosa a Ducati e Honda in accelerazione e velocità di punta. Potrà sempre essere l’outsider insidiosa dove le altre due dovranno fare i conti con consumi eccessivi delle gomme e/o nelle piste dolci senza troppi allunghi e senza ripartenze da bassa velocità.

La Yamaha, a dispetto degli estemporanei exploit in prova o in alcune fasi di alcune gare è indietro su tutti i fronti: velocità e accelerazione soprattutto. E quando, per sopperire a queste mancanze, si cerca di sfruttare le doti ciclistiche per fare la differenza in curva, ecco che si costringono le gomme a un lavoro eccessivo che si paga a fine gara. O, per bilanciare questo problema, costringe a partire con gomme e assetti che non permettono di stare coi i primi ad inizio gara, limitando così le possibilità di lottare per il podio anche in caso di rimonta finale.

Gara triste per Rossi. sempre nelle retrovie, è caduto in gara.

Insomma, in una parola sola: la gara MotoGP del Mugello ha decretato il disastro Yamaha.

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