Motospia

MT-10 Yamaha… come una bicicletta…

Mt-10 Yamaha, l’incontro casuale del poeta della motocicletta Marco Gambardella con il bolide della Casa dei 3 diapason, che si guida come una bicicletta!

Un altro giorno classico da autista di pullman ci aspetta: dai monti dove abbiamo lasciato i camminatori al mattino, col collega ci portiamo verso il mare, nel paese dove il treno li riporterà in serata. Monti e mare, o mare e monti come le pizze tanto famose quanto gustose: un binomio perfetto per un sabato eccezionale. Anche oggi è fortunatamente una giornata calda, estiva, non fosse che siamo ancora agli inizi di primavera. Tra le varie indicazioni all’uscita dal casello autostradale, una salta subito ai miei occhi: una freccia annuncia la presenza di un’officina e rivendita autorizzata della Harley-Davidson. Sarà la coincidenza, ma il potente ronzio delle moto americane ci accompagna tutta la giornata, quasi fossimo al fianco del favo di un frequentatissimo alveare!

Dopo il riordino del bus, due passi nella ridente località, pranzetto e riposino… prima di ripartire non resisto e a piedi faccio un salto veloce al negozio. Mentre mi avvicino, per strada passa e ripassa un imponente transatlantico, una Street Glide rosso vermiglio, con una coppia piuttosto attempata, evidentemente diretta allo stesso indirizzo. Di colpo infatti una voce tonante esce dagli altoparlanti: “Girare a sinistra al prossimo incrocio”. Salto in aria dallo spavento: il volume è così forte da scuotere l’intero rione!

Arrivo davanti al negozio, e da subito sono rapito dalla vista di quattro Harley di quattro diversi clienti, parcheggiate in parallelo, quasi in parata! Sparo la prima foto! Più staccata, ce n’è un’altra, imponente, un mix tra un gioiello, un giocattolo e un pasticcino: con quella voluminosa carrozzeria beige panna e azzurro acqua marina, la voluminosa carrozzeria mi prende addirittura anche lo stomaco! Quella colorazione, mi ricorda infatti il servizio di tazze e coppette che mia mamma usava quando eravamo piccoli ogni volta che ci faceva il budino o la zuppa inglese: impossibile oramai per me distaccare i sensi!! …Altra foto ricordo.

Vedo che in fondo al muro l’officina continua; proseguo, ammirando queste super moto esposte nelle vetrine sopraelevate. Come avranno fatto a issare così in alto quel peso pesante quanto il loro fascino?

All’angolo, una Harley speciale, a tre ruote, più snella nel retro di certi veicoli a tre ruote che ogni tanto incroci in autostrada: in un baleno, mi tornano in mente Autogatto e Mototopo! Bella!! Scatto altre foto…

MT-10 Yamaha
Le Harley che hanno attirato l’attenzione di Marco

10 euro a foto, e 5 per ogni chiarimento richiesto al meccanico!’ – ‘Già – rispondo! Sapevo che le Harley si fanno pagare caro!…’ E giù una risata comune! È il meccanico dell’officina! Un ragazzo con la maglietta Harley e ben tatuato, ma dove i vari disegni incisi, compreso qualche teschio in vero stile ufficiale H-D, non hanno la forza né la capacità di celare il suo bel sorriso, che resta fresco e spontaneo, genuino!

Sta mettendo mano al sottile parabrezza di una Road Glide Special, tutta nera! Mi stupisce come ‘ste moto siano sempre strapulite e luccicanti, anche nei minimi incavi, una manutenzione quasi maniacale! Il giovane manovra con sicurezza gli attrezzi e i pezzi: io nemmeno avrei il coraggio di sfiorare tale opera d’arte!

‘Un bel mondo, quello delle Harley – dico io… – però non so se ne comprerei una!’ – ‘ Sì, guarda, neanche io che pure ci lavoro dentro. Qualche anno fa andai in America per comprarmi un Chopper originale: ho fatto questa pazzia ma mi piaceva troppo. Sono andato apposta a sceglierlo. È lunghissimo, supera i tre metri!’ – ‘E riesci a girare con quello sulle nostre strade così strette?’ – ‘Sì, ma lo uso poche volte. Per girare ho preso prima un GS, il 1150: bello, però siccome stavo prendendo un po’ troppo la mano su strada… ho deciso di cambiarlo per una moto più adatta, una stradale’ – ‘E cosa?’ – ‘La MT-10 Yamaha . Quella là!’ – ‘Ah!! 160 cavalli…!!’ mi esce spontaneo! È la cifra che mi è rimasta scolpita in testa e che associo ogni volta a questa moto, se di moto si può parlare! In fondo all’officina, c’era effettivamente un’intrusa Yamaha…

MT-10 Yamaha
MT-10 Yamaha

Ho appena finito di montare le nuove gomme: degli amici mi hanno consigliato le Metzeler Sportec M7 RR’. Guardo ‘ste ruotone, nuove di zecca. Mmh… 120 davanti (io l’ho sul posteriore del Transalp!) e 190 dietro!’ Mi viene in mente che è l’ultimo nato in casa Metzeler, un pneumatico con vocazione corsaiola, nato proprio dal mondo delle corse, ma di quelle su strada, come il Tourist Trophy: difficile capire se chi le monta, corra in strada come chi va in pista, o vada in pista come chi circola in città…

Mamma mia che bolide! Posso fare qualche foto? Te la pago…’ ‘ Sì, fai pure! Queste sono gratis!’ Altra risata: oramai sono entrato nella simpatia del tizio, che inizia a spiegarmi ciò che ha modificato sulla moto. Del resto è un tipo in gamba, sicuramente non gli mancano né le idee né la capacità artistica e tecnica di produrre qualcosa di spettacolare. Quel qualcosa che è lì, appunto, di fronte a me.

Dal nero dominante, emergono infatti alcune linee o parti rosse: le manopole, le leve sul manubrio, una linea sottile e accattivante sui cerchioni, così come la parte interna dei dischi anteriori…

MT-10 Yamaha
la manoplola e la leva del freno della MT-10 Yamaha
MT-10 Yamaha
Il dettaglio del cerchio anteriore della MT-10 Yamaha

Già! Ci sa fare, il tipo! Proprio qualche ora prima, in mezzo al centro storico del paese, ce n’era un’altra di MT-10 Yamaha , dalla livrea sportiveggiante, quella grigia, coi cerchi delle ruote giallo-verdino… Questa invece è proprio dark: forse rispecchia maggiormente lo spirito di questo meccanico che ha nel sangue pure l’essenza Harley, o forse gli piace solo questo colore.

Del resto, le MT-10, non nascono come Raggi dell’Oscurità, Ray of Darkness??!

Mi perdo alcune delle spiegazioni; sono troppo intento a riprendere col cellulare le foto di alcuni dettagli di questa super modella: le maniglie, le manopole, i fari… quei fari avveneristici, compostamente scomposti e squadrati, che non riesco a immaginare quale mente umana possa averli immaginati! Sono col fiato sospeso, mi muovo con circospezione attorno a questa moto che mi impressiona solo a vederla!

Mi paro di fianco e ammiro: incredibile! Tutto nero, con un tappo rosso! Il motore della MT-10 Yamaha , derivato dalla YZF-R1, sembra addirittura lievitare da sotto il serbatoio! Esce come la massa di farina quando cresce e si appresta ad essere tirata, ma questo è grosso da far paura: non ho idea di quante pizze uscirebbero! Incantevole…

MT-10 Yamaha
Il motore della MT-10 Yamaha, derivato dalla supersportiva R1

‘Cavoli! E’ impressionante questo motore, anche solo a vederlo!’ – ‘Sì, e ti dico che impressiona ancora più quando ci sali sopra! Eppure, non ci credevo, ma quando sei in sella, non ti accorgi di niente! La manovri e la pieghi in curva come una bicicletta!’… Una bicicletta?? Se le biciclette al posto dei pedali avessero una manopola del gas come quella, nella mia vita non sarei salito nemmeno su un monopattino!!

MT-10 Yamaha
il logo della MT-10 Yamaha

Mi mancano persino le idee e le domande, davanti a questo incanto! O meglio, di domande ne avrei, ma sono confuso e un po’ perso. Cosa chiedere a uno che cavalca e sicuramente domina un bolide come questo? Mi impressiona e spaventa solo a vederlo. Ha una linea così arcuata che sembra un jet arpionato su una portaerei, pronto ad essere catapultato in volo! Non ci andrà di certo solo a passeggio con la sua bella sul sellino posteriore, penso?! Non vorrei fargli la morale, e tirar fuori la solita frase di rito, per quanto mai fuori senso: ‘Sta’ attento…’! Così mi nascondo dietro ad una domanda camuffata: ‘Ci vai in pista, almeno ogni tanto, con la tua MT-10 Yamaha’ come a dire: insomma, quando proprio vuoi tirar fuori tutta la sua cavalleria e potenza, ti metterai di sicuro al sicuro, dentro ad un circuito apposito, vero?! Eh?! Mica andrai su strade o stradine a correre come in pista, no?! – ‘Sì, qualche volta ci sono andato’. Il tono della risposta è un po’ smorzato, come di chi non è molto entusiasta dell’esperienza…

Beh! Ora si è fatto tardi, devo correre al pullman, tra poco arriva il gruppo! Grazie davvero, è stato un piacere!’ – ‘Grazie! Ciao! Auguri anche a te.’ Con un sorriso disarmante, una stretta di mano forte e sincera è l’augurio migliore che si possa offrire – credo – quando si pedalano certe biciclette!

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