LA Yamaha MT-10 messa alla frusta in pista da Francesco Scotti, pilota appassionato che correrà il trofeo Motoestate con la R1 m.y. 2017
C’è chi dice che è brutta e critica i designer Yamaha; c’è chi dice che è bella; c’è chi dice che è troppo simile ad un robot: è solo questione di gusti … ma quando la guidi, “tutto il resto è noia” (una frase già scritta in passato, da chi per la prima volta guidava la Yamaha R1 nel lontano 1998).
Abbiamo portato in pista la nostra MT-10, in quel di Castelletto di Branduzzo (PV). Un motodromo – ingiustamente – snobbato dai tanti “esperti”, un teatro ideale per mettere alla frusta una moto e la sua agilità. Riuscire a essere efficaci in una pista del genere non è facile: una curva dietro l’altra, pochi rettilinei e tanta, tanta tecnica sono gli ingredienti necessari per essere veloci, e se sbagli la prima curva … le sbagli tutte!
Questa nostra prova vuole essere diversa dalle solite; meno numeri (che ormai si possono leggere ovunque), meno dati tecnici, per far posto a un racconto fatto più di sensazioni.
Entrato in pista con la MT-10, mentre ancora mi chiedo se la moto è bella oppure no, sento il 4 cilindri a scoppi irregolari spingere generosamente, senza fine, senza la minima indecisione, e la sua dolcezza mi porta verso la prima curva con estrema naturalezza. L’avantreno, che in accelerazione sembra leggero, è preciso e sincero. Comunica alla perfezione quello che la ruota anteriore sta facendo, accompagnato dalla soave sincronia posteriore. Si piega – e si piega tanto – come se stessimo guidando una super-sportiva, le pedane toccano l’asfalto (anche troppo in fretta) e l’inclinazione supera i 56°, nonostante gli pneumatici di serie stradali e le sospensioni tarate come da Casa madre. Più giro più mi piace. Il sound proveniente dallo scarico è inconfondibile; la risposta del comando del gas è perfetta e grazie al controllo di trazione (TCS) – che pure è regolabile – ci si può permettere di spalancare l’acceleratore senza troppi pensieri.
Il cambio è preciso, senza indecisioni. La frizione morbida richiede uno sforzo minimo per essere azionata, a vantaggio della resistenza fisica. In pochi giri mi ritrovo a spingere come se conoscessi la moto da sempre.
Tra una curva e l’altra, la leggerezza del telaio e il grande equilibrio ciclistico sembrano appartenere a una moto più piccola, ve lo assicuro, non certo ad un 1000 con 160 CV. E questa è la magia! Posso dire con sicurezza che la Yamaha MT10 è la migliore naked sul mercato per prestazioni, prezzo, facilità d’uso e sensazioni regalate al pilota. Sotto c’è la R1 di ultima generazione e si sente! Per dirla tutta non è l’unica nuda di stretta derivazione Supersport: come lei, ma meno di lei, la BMW S1000R, che sente il peso di un progetto più datato … e, ce ne sono altre, ma dopo aver portato in pista la MT10, io non me le ricordo….
Se proprio devo trovare dei difetti, dopo 150 km percorsi in pista senza quasi mai fermarmi, potrebbero riguardare la sella, fin troppo rigida; se proprio devo analizzarla da pilota, la frenata – soprattutto quando si guida alla ricerca del tempo sul giro – perde efficacia: “colpa” dei tubi freno in gomma, “colpa” del sistema ABS, tanto prezioso in strada quanto fastidioso in pista; sarebbe utile poterlo disinserire….ma questo non è previsto dalla Casa madre Yamaha … perché?
Un plauso va alla gestione elettronica della MT-10, che dalle 3 mappature (A, STD, B) permette di ottenere il massimo dal propulsore in ogni situazione; così come il TCS, la strumentazione, che grazie ad un interfaccia molto intuitiva, richiede pochissimo tempo per essere sfruttata al meglio.
L’adrenalina che regala la MT10 è racchiusa persino in quella che devo dire essere una sua caratteristica più unica che rara, e che riguarda la facilità con cui si alza su una ruota (in ogni marcia) … è impressionante! in uscita di curva il pneumatico posteriore scava l’asfalto e se non fosse per il TCS, evitare di essere catapultati in aria, richiederebbe una sensibilità conosciuta solo ai piloti delle vecchie 500gp a 2 tempi …
Un altro aspetto importante da sottolineare è che con una moto di serie come MT-10, non serve spendere soldi in costose preparazioni racing; è vero che bisogna essere in grado di spingerla al limite … ma per quello è sufficiente essere un pilota.
Quindi, amici e lettori di MOTOSPIA, se volete una R1 comoda, adatta anche all’uso quotidiano e senza compromessi, la MT10 è la scelta giusta!
E’ la MT-10 in vendita a 13.690 Euro più spese di immatricolazione.
di Francesco Scotti foto by ” studio fotografico “il fotografo” Ph DAMIR ZUPANIC