Motospia

Quando il mototurismo è puro divertimento

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Un turista appassionato di arte, storia e architettura si trova a un punto della sua vita in cui ha già visitato tutti i luoghi culturali più conosciuti della sua terra che inevitabilmente diventano per lui, dopo qualche anno, noiosamente consueti. Nella sua lunga esperienza di viaggiatore, l’appassionato si trova quindi davanti a un bivio: spingersi più lontano, verso regioni o nazioni diverse, o approfondire le sue conoscenze cercando quelle “chicche”, anche vicino casa, a volte difficili da trovare o da raggiungere.
Un motociclista, in questo caso, ha una marcia in più: può scoprire molte ricchezze della propria terra difficili da raggiungere con i mezzi di trasporto ordinari. È lì che comincia il divertimento, anche per una donna che guida una moto un po’ impegnativa e che non ha molta esperienza di percorsi complessi e di off road.

Il monte Kalfa
In Sicilia, a mille metri sul livello del mare, sul monte Kalfa,

nel comune di Roccafiorita, a pochi chilometri da Forza d’Agrò in provincia di Messina, si può andare a vedere il santuario della Madonna dell’Aiuto

realizzato il secolo scorso dalla comunità locale per celebrare il ritorno dei reduci dell’ultima guerra. Dall’acrocoro roccioso della cima della montagna

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Acrocoro roccioso della cima del Monte Kalfa

si scorge un panorama mozzafiato: buona parte della Sicilia orientale e della Calabria è visibile tutt’intorno: già godere di questo panorama vale il viaggio.
Ciò che è puro divertimento, però, per chi viaggia in moto, non è tanto la meta, quanto il percorso: mettersi in gioco e arrampicarsi sul monte Kalfa è davvero un piacere.

Dalla valle della fiumara d’Agrò

Fiumara d’Agrò

basta risalire da Letojanni per la Strada Provinciale 13 per poi proseguire sulla SP 11 in direzione di Melia e Mongiuffi e poi deviare sulla SP 12 in direzione Roccafiorita. Da lì occorre arrampicarsi, con attenzione, verso la rocca di monte Kalfa.

Una strada particolare

L’inizio del percorso a valle

La strada, un tracciato molto antico che si snoda fra tornanti stretti e, nell’ultimo tratto, caratterizzata da pendenze abbastanza ripide, non è più in manutenzione straordinaria da anni: con marcia allegra schivare buche anche profonde, frane che riempiono la carreggiata di sassi anche di una certa dimensione, fenditure dell’asfalto – frutto di terremoti e alluvioni – fa del percorso montano una gimkana divertente.

Particolare della strada scavata nella roccia

L’impianto molto antico della strada, fatto di tornanti molto chiusi e stretti, rende la guida impegnativa ma tanto divertente. Stupendi i paesaggi naturali che si possono ammirare… ma occorre sempre avere un occhio (anzi, entrambi!) sulle condizioni dell’asfalto, per non rovinare miseramente a terra per le pietre che si trovano ai margini della carreggiata proprio nei tornanti, o per non sbattere contro la vegetazione che, rigogliosa, sbatte sul casco quando si piega nelle curve strette se si è molto vicini al limite della carreggiata.

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La strada che sale a monte Kalfa

Si arriva in cima al monte – dove un crocifisso svetta a testimonianza che “più su non si può” – gasati ed eccitati per l’adrenalina che si prova alla guida della moto in condizioni particolari.“Hai visto quella buca enorme tre tornanti più sotto?” … “Ti sei accorta che mancava completamente il parapetto e il guard rail in quella parte a strapiombo sul vuoto?” … ”Hai visto che frana estesa a metà percorso?” … Andare in gruppo significa anche scambiarsi i commenti appena arrivati in cima: il gruppo è sempre una sicurezza, per chi, come me, non ha molta esperienza di percorsi un po’ accidentati.

La chiesa normanna dei SS. Pietro e Paolo

Chiesa normanna Di San Pietro e Paolo

Nelle vicinanze di Castelvecchio Siculo, vicino al torrente Agrò, sorge in tutta la sua maestosa possanza la chiesa normanna dei SS. Pietro e Paolo, costruita dai bizantini intorno al 560 d.C., successivamente distrutta dagli Arabi e ricostruita, nel 1172, dai normanni.

La vivace policromia delle mura esterne, determinata dall’alternarsi della pietra lavica e dell’arenaria, unisce in sé l’idea della torre e quella della chiesa. L’interno,  caratterizzato da tre navate e una cupola centrale, segna tutta l’originalità di tre stili uniti da una commistione che lascia sorpresi.

L’interno della chiesa normanna

 

L’altare

 

Un percorso tra fango e pietre
Dal Monte Kalfa, percorrendo la SP12 in direzione Forza d’Agrò si costeggia a lungo il torrente Agrò. Oggi il torrente ha poca acqua, perché molta di essa viene attinta (attraverso pozzi e sbarramenti) per irrigare le campagne circostanti. Ciò che rimane è il letto quasi secco del torrente, ricoperto di pietre ben levigate.

Uno dei ponti sul fiume

Per giungere alla chiesa Normanna è possibile percorrere quasi tutta la SP 12 e, deviando per la SS 114 per un tratto di costa, attraversare il fiume sul ponte risalire lungo l’altra sponda del torrente sulla SP 19, disegnando un lungo percorso ad U, per poi dirigersi verso la chiesa normanna inoltrandosi in mezzo alla natura per stradine strette poco manutenzionate.
Si può anche tagliare (esistono diversi accessi al greto del torrente) e divertirsi sulla pietraia dell’Agrò fino a raggiungere la stradina che porta alla chiesa normanna.

In entrambi i casi occorre passare per brevi tratti attraverso strade sterrate caratterizzate da dossi e avvallamenti fangosi in prossimità del fiume. Divertimento assicurato!L’unico inconveniente (forse per noi donne che ci teniamo un po’ di più) occorre lavare stivali pantaloni e moto, al ritorno, per togliere il fango schizzato ovunque!

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