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Motori del futuro: saranno a benzina e ibridi

motori del futuro ibridi

Per il mondo dei motori è in atto un nuovo cambiamento di tendenza, silenzioso, poco pubblicizzato come tale, ma inesorabilmente iniziato.

Il mondo dei motori è costantemente soggetto a cambiamenti filosofico-costruttivi che indirizzano le scelte dei consumatori: i motori diesel, in poco tempo sono stati preferiti alle motorizzazioni a benzina; i propulsori elettrici sono arrivati molto vicini alla diffusione di massa, l’idrogeno che sembrava pronto per la produzione di serie, il metano che non va più di moda o il gpl che è quasi stato dimenticato.

Questo nel mondo delle auto! Ma anche il mondo delle due ruote è soggetto a tendenze futuristiche che iniziano, finiscono, passano, per poi tornare “magicamente” in auge. Dobbiamo pensare che l’uomo tenda al raggiungimento di obiettivi solo nel breve periodo, di conseguenza le aziende si strutturano per investimenti con scadenze brevi. Questa visione è comprensibile, soprattutto perché industriali e manager pensano di recuperare i capitali investiti da cui è lecito attendersi ritorni economici “sicuri” e in tempi brevi.

Solo le aziende di Stato possono cimentarsi in obiettivi di lungo, lunghissimo periodo, dove il rischio economico non potrebbe essere né prevedibile, né calcolabile. Al mondo, in campo industriale, c’è una eccezione: Toyota.

toyota c-rhIl costruttore giapponese tra i più importanti a livello globale e azionista di maggioranza di Yamaha, ha appena presentato un’auto ibrida, la C-HR, che esclude, di fatto, dalla gamma, i propulsori diesel considerati superati, obsoleti, inquinanti (al contrario di quanto sostenuto fino ad oggi).

Il cuore della nuova vettura è infatti a benzina – nelle varie cilindrate – con la propulsione elettrica che lavora in sinergia con lo stesso endotermico (definizione di ibrido). La vettura promette emissioni ridotte, di gran lunga inferiori ai motori diesel e consumi ancora più favorevoli. Quindi la strada imboccata dall’azienda giapponese sembra dirci che diesel, elettrico puro o idrogeno sono banditi dal futuro.

Donald Trump, che dagli USA si dice contrario alle regolamentazioni ambientali ecosostenibili ed è convinto che i cambiamenti climatici e l’inquinamento non dipendono dai motori termici utilizzati per il trasporto. Non fa altro che continuare la politica a vantaggio della trazione come prima di lui fecero Nixon, nei primi anni ’70, che per primo regolò le norme federali sulle emissioni e il suo successore Gerald Ford, che contribuì al successo sul territorio USA dei giapponesi creando le norme CAFE (Corporate Avarage Fuel Economy) sui consumi di carburante.

Anche in quel caso le decisioni “politiche” contribuirono allo sviluppo di un certo prodotto a scapito di altri; si indirizzò quindi anche il mercato – e i consumatori – a pensare in massa, che le verità siano tali, condite da leggi, studi e ricerche create ad hoc per suggellare tali tendenze (e non è detto che corrispondano alla realtà dei fatti).

Cosa c’entrano le moto in tutto questo? C’entrano, eccome! Perché anche nel nostro amato settore si parla spesso di propulsioni alternative, soprattutto elettriche, che ancora non hanno preso piede da nessuna parte; ci hanno provato persino con le super sportive, creando campionati dedicati esclusivamente a moto elettriche. Ma la parte emozionale che viene meno senza il rombo del motore a scoppio è una lacuna troppo grande per essere colmata (e accettata dagli appassionati).

motori hybridQuindi i motori endotermici non si toccano; magari arriveranno a proporci un ibrido? Magari i primi saranno proprio i signori di Yamaha? Certamente, in questo, Toyota avrà un ruolo chiave verso gli sviluppi di nuovi prodotti; lo ha già fatto in sordina sviluppando il piccolo Ec03 di Yamaha.

Il problema oggi sono i costi di produzione (che fanno lievitare i prezzi di listino), ancora troppo elevati e l’affidabilità delle batterie. Il mondo della moto è da sempre legato al mondo dell’auto e, da sempre, è un passo indietro. Le innovazioni arrivano prima sulle quattro e poi sulle due – o tre – ruote, quando i costi sono abbattuti.

Basta pensare alle più recenti innovazioni per rendersene conto: dal carburatore all’iniezione elettronica, dai freni a tamburo a quelli a disco, ai sistemi di sicurezza come ABS, TCS, Start&Stop; alle strumentazioni che da analogiche sono diventate digitali con schermi ad alta definizione. Tutte le novità tecnologiche utili alle moto, sono prima passate – e sviluppate – dalle auto.

Lo stesso lo si può quindi asserire in campo motoristico; da qui la convinzione che le scelte di costruttori del calibro di Toyota avranno conseguenze importanti nel mondo delle moto. La propulsione ibrida potrebbe contribuire a diminuire i consumi di carburanti (per la “gioia” delle compagnie petrolifere) e delle emissioni inquinanti, sopratutto nei centri urbani; dove è lecito aspettarsi una larga diffusione. Gia oggi i possessori di una vettura ibrida possono usufruire di alcune agevolazioni come l’esenzione dal pagamento del bollo, l’accesso gratuito o a tariffa ridotta nelle zone a traffico limitato o nelle aree “blindate” (in futuro anche per le moto) come l’Area C di Milano. Questo per la mobilità. Per chi cerca il divertimento e che quindi non abbandonerà mai l’emozione di un motore a benzina, e che presumibilmente si rivolgerà a piste e luoghi dedicati agli sport motoristici, diciamo di stare tranquillo, il motore a scoppio non si può sostituire. Per ora.

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