Motospia

Motociclista una volta, motociclista per sempre

Ebbene si a volte ritornano. Dopo anni e anni di stop (ben10) il sottoscritto ha deciso di tornare in pista. Se sto scrivendo queste righe è perche ne sono uscito sano e salvo. Vuoi saperne di più? leggi sotto.

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Motociclista una volta, motociclista per sempre. questa la sintesi di questo articolo ma iniziamo da principio. Tutto inizia per gioco un sabato pomeriggio. Stavo facendo un aperitivo al bar con mia moglie quando Marco , storico amico di una vita, si presenta con la sua nuova Honda CBR600. Sono dieci anni che non salgo in moto ma quella visione mi folgora… è più forte di me e alla fatidica domanda ti va di fare un giro, sono già su con il casco ben allacciato. Un giro veloce tanta adrenalina ed una idea malsana che mi gira per la testa: “ Domenica prossima a Vallelunga ci sono le prove libere, se la mia vecchia tuta ancora mi entra e Marco mi presta la moto è fatta!

La premessa da motociclista.

Marco, da pazzo quale è, acconsente. Passo tre giorni a cercare di rinfilare la mia vecchia tuta da motociclista, ci cammino per casa nella speranza che si allarghi un pochettino in maniera tale da non rischiare la castrazione durante la mia mezz’ora di gloria. I miei figli mi guardano come fossi impazzito, da quando sono nati non mi hanno mai visto con la tuta indosso. Mia moglie fa lo sguardo severo di chi, ricorda il mio ultimo capitombolo con vari legamenti ed ossa rotte e mi ricorda pur solo col pensiero che ora ho due figli. Ma niente, ormai ho deciso, e cosi la domenica mattina si parte per Vallelunga.

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Un motociclista in pista dieci anni dopo.

Parto da casa con la moto di Marco che mi ricorda che ha appena pagato la prima di enne mila rate, come per dire: “vedi cosa puoi fare!” Arriviamo, mi metto in coda ai box, mia moglie mi saluto col fazzoletto come se andassi in guerra e il cuore batte, sono in fila ai box: “Tre-due-uno…..via!” Il cuore batte mi butto nella mischia ed alla prima curva una frotta di ragazzini incoscienti mi passa a destra e sinistra: ho paura di cadere, di farmi male, di farne agli altri e di dover ripagare la moto di Marco. Sono però rincuorato dall’ottima erogazione di questa Honda. La mia R1 a carburatori non era cosi “gentile”. Respiro, vedo un tizio poco più avanti che conosce bene la pista, belle traiettorie non è molto veloce, posso mettermi dietro e copiarlo. I ragazzini ancora mi passano ma piano piano prendo il ritmo, mi ritornano in mente i vecchi punti di riferimento e ne trovo di nuovi. Il signore con la CBR1000 davanti a me ormai è troppo lento, mi sgancio:  ho ripreso il ritmo! Le cambiate si fanno veloci, tanto veloci che a fatica riesco a stare dietro con la frizione. Rettilineo: dò uno sguardo veloce sugli spalti e vedo Marco con uno sguardo sgomento e impaurito, mia moglie ha ritrovato quello sguardo di dieci anni fa, severo, preoccupato e anche un pò incazzato. L’unica differenza è qualche ruga in più sul volto di lei ( vi prego non ditele nulla!).

Il leone torna a ruggire

Ho ripreso il ritmo da vero motociclista! Ora i ragazzini sbarbati faticano e  ad un certo punto provo quella sensazione che provai tanti anni fa, un misto di soddisfazione ed orgoglio: il mio ginocchio tocca l’asfalto! Se non fosse per Marco e per il suo assetto di m… potrei osare di più. Ho sempre amato l’avantreno super reattivo e spropositatamente caricato in avanti. Sulla moto di Marco sembra invece di essere su un chopper! Caro Marco sei proprio un mototurista (non ce ne vogliano i mototuristi)! Inizio a sentire la stanchezza, ma allo stesso tempo prendo sicurezza ed ecco che, nel tentativo di sverniciare quel ragazzino lì davanti che peserà 50kg e che ha l’incoscienza di un diciottenne onnipotente, mi si punta l’avantreno: ho pinzato con la moto troppo inclinata! Capisco che è tornato il momento di allentare di lì a poco mi fanno cenno di rientrare. Il tempo su giro? Non saprei ero talmente preso dal divertirmi e dal farmela sotto che sicuramente ero molto lontano dall’ 1 e 40″ dei bei tempi ma forse questo tempo vale ancora di più.

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E’ tempo di slacciare il casco

Arrivo ai box, le gambe tremano, Marco guarda le spalle delle gomme e mi dice:”Sei fuori come sempre, la spalla è totalmente consumata!” Io sorrido, mi slaccio la tuta maledettamente stretta, mi sgancio a fatica il casco, respiro, le mani tremano e mi esce una lacrimuccia. Erano anni che non provavo un’emozione cosi. Tracanno un paio di birre gelate e nel frattempo mi svolazza davanti un foglietto con i prezzi e le date dei prossimi turni di libere. Marco e mia moglie all’unisono esclamano: “scordatelo, maledetto pazzo!

C’è poco da dire o da fare anche a distanza di dieci anni vale sempre il motto:

Motocilista una volta, motocilista per sempre!

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