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Mercato 2020: Zero Motorcycles guida la svolta per l’elettrico Umberto Uccelli, vice presidente e managing director di Zero: “l’elettrico cresce e non si fermerà”.

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Pur nelle difficoltà del lockdown, il mercato delle moto elettriche cresce a ritmi sostenuti. Secondo Umberto Uccelli, Vice presidente e managing director EMEA (Europa, Medio oriente e Africa) di Zero Motorcycles, la strada verso l’uso delle moto elettriche è tracciata e non si tornerà indietro. E Zero continuerà a crescere anche nei prossimi anni sfruttando la sua posizione di leader del mercato.

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Umberto Uccelli, vice presidente e managing director EMEA di Zero Motorcycles, in sella alla naked SRF.

 

Pur in un mercato difficile e altalenante come è stato quello del 2020, c’è chi si può vantare di aver raggiunto performance positive a doppia cifra. Fra questi, in prima linea abbiamo Umberto Uccelli, Vice presidente e managing director EMEA (cioè dei mercati di Europa, medio Oriente e Africa) di Zero Motorcycles. Casa che nel 2020 proprio nei mercati EMEA gestiti da Uccelli chiuderà i conti con una crescita di oltre il 30%.

Chi meglio di lui, quindi, che già lavorava nel settore da oltre 20 anni prima di arrivare in Zero Motorcycles, può farci capire quale è e quale sarà l’evoluzione del mercato per quanto riguarda il settore dell’elettrico? 

Già, perché se c’è un produttore che in questo segmento sta facendo sul serio è proprio la statunitense Zero Motorcycles. Zero, infatti, è stata la prima a credere in questo segmento. L’azienda statunitense da quasi quindici anni sta sviluppando tecnologie e modelli a due ruote con propulsione elettrica. 

Se escludiamo gli scooter, che sono un argomento a parte, per tutti gli altri produttori e start-up i progetti di moto elettriche sono ancora nei cassetti o al massimo la produzione si conta in decine, o poche centinaia di pezzo all’anno.

Zero Motorcycles invece vanta già una produzione di qualche migliaio di moto all’anno. E piani di sviluppo che in poco tempo dovrebbero portarla a livello di industrie tradizionali di medie dimensioni. Cioè qualche decina di migliaia di moto all’anno.

– Umberto, se parliamo di moto elettriche, oggi, dobbiamo parlare di Zero Motorcycles. Cosa puoi dirci della vostra visione del mercato moto 2020?


«Direi che in generale è stata una stagione molto particolare. Non so se sia tutto dovuto alla pandemia, comunque abbiamo assistito a una serie di cambiamenti molto evidenti. Il più grande mi sembra sia stato la forte discesa sui principali mercati, quelli “storici” come USA ed Europa, delle moto di grossa cilindrata. E contemporaneamente sono cresciute quelle più piccole. Crediamo che il boom delle piccole e medie cilindrate sia dovuto all’ingresso nel mercato di nuovi clienti, nuovi “motociclisti” che grazie alla pandemia stanno scoprendo o riscoprendo le due ruote. E questo sarà positivo per il futuro, se saremo tutti bravi a intercettarne gusti ed esigenze».

– Quali sono i danni reali che la pandemia ha generato sul mercato?

«Più che la pandemia in se stessa, il vero danno che abbiamo e stiamo subendo è quello legato all’incertezza. Come succede nei mercati finanziari, anche l’industria e il commercio soffrono della mancanza di certezze. Chiudi, apri, poi richiudi, ma solo a metà. Poi arriva il vaccino, no il vaccino non arriva… La totale incertezza e le decisioni altalenanti che i politici prendono un po’ in tutti gli Stati, fanno un danno enorme al nostro settore. La gente ha paura a prendere qualunque decisione, anche perché è evidente l’instabilità economica del momento. Quindi, anche se le due ruote come business in generale sono andate relativamente bene, la situazione del mercato non è “sana”. Non a caso in ambito UE si prevedono grossi problemi in parecchi Paesi nel 2021».

– Andiamo nello specifico del mercato delle moto elettriche. Senza nasconderci dietro un dito, se si parla di moto elettriche si deve parlare di Zero. Voi che siete i leader assoluti del mercato, come siete andati nel 2020? Cosa è successo nel mondo dell’elettrico? la pandemia ha cambiato le carte in tavola?


«Noi partiamo sempre con obiettivi molto ambiziosi — sorride Uccelli —. Diciamo che siamo andati molto bene. È chiaro che se non avessimo avuto la pandemia avremmo fatto ancora meglio. Al momento siamo ad oltre il 30% di crescita rispetto al 2019 e probabilmente finiremo con circa il +40%. è chiaro che stiamo ancora parlando di numeri piccoli. E soprattutto in Italia, che è il Paese della moto in senso lato, l’elettrico è indietro rispetto a tanti altri Paesi. Anzi, siamo gli ultimi!

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La Zero SRS, la sport touring ultima arrivata nella gamma.

 

C’è di positivo che si parla sempre più di elettrico, anche grazie al settore automobilistico. Però devo dire che ci sono mercati dove la lungimiranza dei governanti è stata decisamente migliore e l’elettrico a due ruote sta andando molto meglio che da noi. Guardiamo ad esempio alla Spagna, dove esistono già “flotte” elettriche per i corpi di polizia perché il governo ha dato obiettivi di riduzione dell’inquinamento a tutte le municipalità e agli enti pubblici… 

Noi siamo ancora molto lontani. Si, è vero che anche da noi ci sono gli incentivi, ma come spesso accade, in Italia gli incentivi sono difficili da ottenere, e una volta ottenuti sono difficili da incassare. Alcuni nostri concessionari che hanno venduto un discreto numero di moto con gli ecoincentivi, stanno ancora aspettando i soldi. E siamo a dicembre! Negli altri Paesi europei è tutto più semplice. Tranne che in Germania dove per le moto attualmente non ci sono incentivi per le moto».

– Quindi ci stai disegnando un panorama comunque positivo per l’elettrico?

«Si, è chiaro che in questo momento il “vento” tira forte alle spalle dell’elettrico. Il mercato ci sta “chiamando”. Noi poi siamo gli unici ad avere una gamma completa di moto elettriche, con prodotti di qualità, quindi siamo in una posizione favorevole. Aggiungo che avendo alle spalle un importante  fondo di investimento (si tratta del fondo INVUS n.d.r.)  che ci sta permettendo di spendere tutto quello che serve per continuare a sviluppare tecnologia e prodotti, ci sentiamo in una condizione molto favorevole per il presente e il futuro. Contrariamente a tanti altri fondi, il nostro  ha una visione “industriale” di lungo periodo per i suoi investimenti. Quindi sa aspettare che i progetti maturino sul mercato per ottenere i suoi profitti. 

Grazie a questo Zero sta crescendo molto, sia internamente che esternamente. Tanti concessionari stanno cominciando a capire che fette importanti dei loro fatturati futuri saranno presto ricavati dall’elettrico. Quindi stiamo crescendo anche nel numero dei punti vendita e cominciano ad interessarsi a noi anche i grandi concessionari».

Non temete che crescendo l’interesse per l’elettrico arrivino le grandi Case a spartirsi il mercato?

«Tutte le grandi Case stanno già lavorando alle moto elettriche. So che diversi grandi costruttori, compresi quelli europei, stanno facendo grandi investimenti. È chiaro che stanno soltanto aspettando che il mercato svolti definitivamente verso questo tipo di motorizzazione. Ma nell’attesa si preparano. E intanto so che in molti comprano le nostre moto per studiarle. Perché Zero lavora solo ed esclusivamente sulle moto elettriche dal 2006, anno in cui venne realizzato il primo prototipo. E ci siamo costruiti già una solida reputazione tecnica e industriale. E soprattutto abbiamo il know how. Perché sembra facile dire “metto un motore elettrico nel telaio e via…” Ma non è così. Dietro una moto elettrica ci sono tecnologie ed esperienze che i costruttori tradizionali non hanno ancora acquisito. Se un colosso industriale come Polaris si rivolge a Zero per la fornitura del powetrain, un motivo c’è». 

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La Zero DSR Black Forest, la “adventure” della gamma.

– Insomma, ci vuoi dire che quando tutto (o quasi) il mercato sarà elettrico, Zero continuerà ad avere il suo spazio?

«Pensiamo proprio di sì. Oggi siamo già nell’ordine di qualche migliaio di moto prodotte all’anno. Ed entro pochi anni i nostri piani prevedono di arrivare a produrre qualche decina di migliaia di moto all’anno. A quel punto avremmo raggiunto la nostra dimensione ottimale e anche se i grandi costruttori faranno sempre numeri più elevati, avremo il nostro spazio sul mercato. Come possono averlo oggi le Case che hanno una produzione attorno ai 50-60.000 pezzi all’anno. 

Ti dirò di più: noi speriamo che gli altri costruttori arrivino quanto prima con i loro prodotti “elettrici” sul mercato. Questo farà bene a tutti e per noi sarebbe un vantaggio. Noi non vogliamo e non possiamo diventare un grande produttore. Ma siamo un marchio leader nel settore dell’elettrico e sicuramente lo saremo anche in futuro. Siamo la “Tesla della due ruote”. E se mi permetti una battuta, spero che fra poco si dirà che “Tesla è la Zero delle quattro ruote”. 

La scrambler Zero DSR.

 

Le nostre sono già delle belle moto, con caratteristiche “consistenti” e con una tecnologia all’avanguardia. Pensiamo che in futuro questi valori continueranno ad essere riconosciuti dal mercato. Anche perché arrivare per primi è sempre un vantaggio. Noi siamo nati per l’elettrico e abbiamo alle spalle milioni di ore di studio, sperimentazione, collaudi. Pensa soltanto al vantaggio di avere già da tanti anni i nostri prodotti sul mercato. Nessuno come noi sa, ad esempio, cosa succede ad una batteria da moto invecchiando… Abbiamo e continueremo ad avere un vantaggio competitivo che non vogliamo certo perdere». 

– Quindi potrete sfruttare il know how anche per aprire nuovi mercati per il vostro marchio?

«Si, come hai visto abbiamo già siglato un accordo decennale con Polaris. E stiamo sviluppando powertrain elettrici per tante altre aziende. Una azienda italiana leader mondiale nei kart sta già producendo modelli con i nostri powertrain. E tante altre aziende di altri settori si stanno rivolgendo a noi»

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La Zero FXS.

– Tornando alle moto, concesso che sicuramente per il commuting urbano (quindi settore scooter) l’elettrico sarà il futuro prossimo, siete davvero convinti che anche per le moto ci sarà tanto spazio? Perché voi fate solo moto…

«Si. Perché il commuting urbano non si fa solo con gli scooter. Se ti guardi intorno, in qualunque città vedi parcheggiate ovunque anche le moto. C’è tanta gente che vuole fare il commuting in sella ad una moto. E se invece parliamo di “divertimento di guida”, a quanti parlando di elettrico su una moto storcono il naso, consiglio di fare un giro su uno dei nostri modelli. Prestazioni e sfruttabilità e gioia di guida sono già almeno al livello delle migliori endotermiche. E se parliamo di prestazioni siamo anche superiori».

– Però ci sono dei limiti che ancora rendono difficile decidere per una moto elettrica…

«Se ti riferisci all’autonomia, in realtà le nostre moto sono già in grado di coprire le esigenze della maggior parte dei motociclisti. Sono pochissimi quelli che in un giorno di “divertimento” percorrono più di 150-200 km. E questo range le nostre moto lo coprono già. E in futuro sarà sempre meglio. 

Gli altri limiti sono il costo e la durata della ricarica. Le nostre moto sono “costose”, ma se analizzi bene il “cost of ownership”, cioè il costo di uso, di possesso di un bene, rapportato al chilometraggio annuo del motociclista medio, i numeri dicono che calcolando gli incentivi e il risparmio sulla spesa del carburante e della manutenzione, una nostra moto elettrica diventa più conveniente di una moto tradizionale già prima del secondo anno di utilizzo.

Sui tempi di ricarica infine si sta lavorando tanto. Noi abbiamo già i caricabatterie da 6 kW. Le nostre batterie sono da 14 kW. in poco più di due ore sono cariche. Ma già ora c’è chi organizza viaggi lunghissimi con tappe di almeno 400 km al giorno con moto elettriche. E nelle “uscite” di un giorno basta organizzarsi con una breve sosta per il pranzo e la moto si ricarica di quel tanto che serve per essere sicuri di completare la giornata anche se si superano i 200 km (distanza giornaliera che normalmente coprono in pochi comunque). Anche con la moto a benzina non viaggiamo mica sempre con il serbatoio pieno!

Insomma, questo problema è più psicologico che pratico. Dovremo solo abituarci a metterla in carica la sera come facciamo già con il telefonino».

– E come valuti la concorrenza “elettrica”?

«Guardando al mercato vedo che Zero, fra chi produce moto elettriche in questo momento è nella migliore condizione possibile. Siamo gli unici ad avere una gamma vasta e completa. E le nostre sono le moto più “abbordabili” a livello di prezzo, ma anche quelle che offrono le migliori prestazioni pure in merito ai tempi di ricarica e all’autonomia. Tant’è che ho visto alcuni concorrenti rivedere la politica commerciale proprio per avvicinarsi ai nostri prezzi. Noi naturalmente faremo di tutto per difendere questo vantaggio, proponendo prodotti all’avanguardia con un rapporto qualità/prezzo migliore in tutte le direzioni in cui questo business sta dimostrando di potersi sviluppare. Parliamo della vendita pura e semplice di singole moto, ma anche della vendita per le flotte (che sta crescendo molto) e della vendita dei powertrain a terzi».

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