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LA “VECCHIA” MANGIACHILOMETRI: SUZUKI V-STROM 1000

V-Strom 1000, una moto dimenticata in un freddo box ora sarà “messa alla frusta”, l’aspettano viaggi e progetti interessanti!

La mia necessità di libertà e di movimento totale (detesto usare la macchina per i problemi di parcheggio e i mezzi pubblici perché sono loro a dettare i ritmi della giornata) mi hanno portato a cercare un mezzo a due ruote per poter affrontare la città quotidianamente, le gite fuori porta di più giorni e soddisfare soprattutto la mia voglia di macinare km senza badare troppo alla spia della riserva. Il problema è sempre lo stesso: il budget a disposizione. Stavo valutando modelli giapponesi e non solo poi ho ricevuto la telefonata da un conoscente:

“Ciao Valerio, ho saputo che cerchi una moto nuova”

Ciao! Si, cerco una turistica, una endurona da città e mangiachilometri”

“Io sto vendendo la mia V-Strom: per gli anni che ha, è nuova! La vendo con un po’ di ricambi. Se vuoi venire a vederla ci organizziamo”

Dopo una settimana, mi trovo davanti alla moto che, esteticamente, mi ha sempre lasciato indifferente: Suzuki V-Strom 1000, immatricolata nel 2006, con tanto di set completo di valigie rigide. Ho sempre visto, nelle gite in moto, moltissime V-Strom 650, di varie annate. Il 1000, mai. Anche la colorazione nera e blu mi lascia molto indifferente. Malgrado questo primo contatto molto freddo, chiedo al mio amico Mathia di accenderla e di farmi sentire il motore in azione. L’accensione, avvenuta come da manuale, ha dato inizio alla sinfonia del bicilindrico ad L: un suono elegante, per nulla fastidioso. La strumentazione quasi automobilistica segna a malapena 19000 chilometri. Il dubbio sorge spontaneo.

La V-strom, foto presa dalle prime cartelle stampa di questo modello

“M, come mai questo chilometraggio?”

“Il primo proprietario ha fatto 4000 km in 4 anni; poi l’ha abbandonata in box perché non aveva voglia di fare la revisione. Quando mise l’annuncio di vendita era disperato perché nessuno voleva acquistarla. A me stuzzicava e l’ho presa, nel 2014. Ho fatto la revisione, ho fatto il tagliando, ho cambiato le gomme e l’ho usata per 2 anni facendo gli altri 15000 chilometri. Ora sto cercando lavoro negli USA e mi serve liquidità”

Guardando con attenzione la moto, accesa sul suo cavalletto laterale (quello centrale era optional originale Suzuki) noto la totale assenza di graffi sulle carene, nessuna trafilatura di olio da forcelle o parte bassa del motore, l’olio motore ha un colore rosso vivo (tipico del Motul 7100 col quale ha fatto il tagliando) e anche il liquido del radiatore è stato sostituito. Il comando di freno e frizione non sono spugnosi e anche qui è stato sostituito di recente il liquido.

Dopo aver appurato e apprezzato la sincerità dell’amico, salgo sulla moto: tra le gambe avevo un bisonte blu pesantissimo e goffo. Il manubrio così alto, poi, non mi ha dato una buona sensazione. Nel complesso questa moto era tenuta veramente bene, ma le sensazioni da fermo erano di una moto che mi porta in giro, non emozionante. Eppure, prima di congedarmi, il mio istinto mi ha detto “è quella giusta.”
Dopo alcuni giorni di riflessione, decido di rivedere la moto con la mia compagna Chiara (trattandosi di una moto che lei vivrà come passeggero, voglio sapere se si sente a suo agio con la sella e le pedane). Il caro M ci ha permesso di provarla sia con le valigie che senza. Non appena Chiara ha messo piedi a terra ha detto “con le valigie sembra di stare su una poltrona! Peccato per la sella un pochino dura. Senza le valigie è abbastanza comoda. Mi piace come sale di giri il motore.”

Dopo 3 settimane, la V-Strom è la mia nuova moto. Per una moto praticamente semi nuova, con valigie laterali da 35 litri, bauletto da 33, i relativi telaietti, gomme nuove e tagliandata alla cifra di 3500 euro, credo di aver fatto un buon affare. Non mi ha colpito in particolar modo per la sua estetica, il suo sound, il suo motore ma dopo averla guidata mi ha totalmente affascinato. Leggendo la scheda tecnica e il manuale d’officina, i dati sono sconfortanti: ha un baricentro altissimo, pesa 240 kg in ordine di marcia, ha “solo” 90 cv scarsi, una semplice forcella telescopica da 43 mm all’anteriore e delle gomme che non promettono divertimento. Malgrado tutto, in movimento, è una gazzella che scatta come un ghepardo. La adoro.

Dal mese di aprile ad oggi ho percorso con la mia V-Strom 7000 km in città, città in due, autostrada, tangenziali, gite di più giorni, carico con le valigie e senza. Nel complesso non posso che essere soddisfatto al 100% del mezzo, considerando gli anni che ha. Il poderoso bicilindrico permette di viaggiare a velocità costanti e sostenute (130 km/h senza valigie, 120 km/h con le valigie) senza strappare. Il motore deriva dalla mostruosa TL1000, al quale è stata aggiunta la iniezione elettronica, di derivazione GSX-R.

La Suzuki TL1000S

Il serbatoio da 22 litri è garanzia di alti chilometraggi: a velocità codice in autostrada e nei centri urbani è stato possibile mantenere la media di 15 km per litro; con benzine con maggiore numero di ottani (facilmente reperibile in Croazia e Slovenia) l’autonomia complessiva è stata attorno ai 380 km . Tenendo conto del peso elefantesco e l’età della moto, sono contento. La ruota da 19 anteriore rende l’inserimento in curva meno repentino ma dà molta stabilità sulle curve a lunga percorrenza, come i cavalcavia autostradali. Le metzeler tourance next che monta attualmente sono delle gomme precise e comunicative, non danno problemi sia nella guida urbana sia sulle autostrade.

In un punto sperduto sulle montagne del nord della Slovenia.

Come tutte le cose nella vita, anche sulla V-Strom ci sono dei difetti: il monoarmotizzatore è un po’ logoro dall’uso e la forcella affonda parecchio (il vecchio proprietario pesava 130 kg, il passeggero circa 90; la revisione del monoarmotizzatore costerebbe attorno ai 150 euro, mentre la sostituzione molto di più); anche i freni e i dischi hanno accusato il tempo e l’uso; la gommapiuma della sella, dopo 10 anni di vita, non è più molto confortevole (rifoderare la sella può venire a costare poche centinaia di euro, ma è molto facile farsi prendere la mano con le personalizzazioni) e in un paio di punti del telaietto reggi borse è comparso qualche puntino di ruggine. Sono tutti difetti legati all’uso e al tempo, non al progetto in sé.
A mio avviso si tratta di una moto ottima per fare tutto, ma che non eccelle in nulla. Ti porta dove vuoi, senza fatica e senza alcuna preoccupazione. L’unico limite con questa moto è la voglia di fare km. È quello che stavo cercando.

La moto non è solo un mezzo di trasporto alla moda o un metodo (più o meno efficace) per fare conquiste, ma un modo di interpretare il proprio quotidiano. Nel momento in cui si decide di acquistare un mezzo, reputo sia essenziale mettersi a elencare cosa si vuole e cosa non si vuole dalla propria moto ideale. Soprattutto, è essenziale non fermarsi alle apparenze: su internet si possono trovare milioni di informazioni, di recensioni e di notizie riguardo ogni singolo modello di moto. Capisco che anche l’occhio voglia la sua parte, ma l’affidabilità del progetto e il buono stato del mezzo (se acquistate una moto di seconda mano) sono il miglior biglietto da visita. Salendo in sella, non fermatevi alle prime sensazioni: qualora fosse possibile, approfittate dei test ride che le case motociclistiche offrono, possono essere illuminanti.

V-Strom a riposo, si nota il grosso tachimetro automobilistico

Dato che con questa moto ho intenzione di visitare molte parti dell’Europa (Ungheria, Austria, Francia, Spagna sono già in lista) e dell’Italia, saranno necessarie tutte quelle operazioni che possano garantirmi un altissimo chilometraggio senza cali prestazionali di ogni tipo. Durante il mio viaggio in Slovenia e Croazia ho notato quanto il caldo influisca sui (a mio parere piccoli, se paragonati al peso) tubi freno di questa moto. Si tratta comunque di un aspetto sistemabile senza particolare sforzo: un cambio di pastiglie (attorno ai 50 euro) può migliorare la situazione. Se si può investire qualche euro aggiuntivo, si possono installare i tubi freno in treccia metallica, che non risentono del caldo atmosferico. Altri due lavori fattibili sul sistema frenante sono la revisione della pompa e delle pinze freno (che non fa quasi nessuno, ma a mio avviso sarebbe da fare; i prezzi sono sui 25 euro per la pompa freno e sulle 70 per entrambe le pinze) e la rettifica o sostituzione dei dischi (la rettifica sono circa 80 euro a disco, la sostituzione parte dai 160 a disco).

Un altro difetto è il calore: il grosso bicilindrico fa un po’ fatica a dissipare; probabilmente, un olio con gradazione diversa (attualmente 10w40) e un liquido radiatore più recente possono risolvere il problema. Consultando varie officine e proprietari di V-Strom, attorno ai 40000 km potrebbe essere necessaria una revisione della frizione e la sostituzione delle molle (il kit completo si aggira sulle 150 euro).

Fondamentale per la messa in strada è l’assicurazione: trattandosi di un motociclo di grossa cilindrata dentro Milano, i prezzi sono molto alti ( circa 900 euro comprensivi di furto, danni, atti vandalici). Su internet ci sono milioni di agenzie che possono fornire preventivi gratuiti, ma attenzione alle fregature, sono sempre dietro l’angolo.

La vecchia V-Strom mi ha già portato in giro senza problemi, ho viaggiato tra le Cinque Terre liguri, tra le foreste slovene e le coste croate ma nella lista dei viaggi dei sogni ci sono ancora moltissime località italiane e straniere che voglio visitare a bordo della mia “vecchia” mangiachilometri, e se il buon giorno si vede dal mattino… ho fatto la scelta giusta.

 

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