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LA TECNOLOGIA APPLICATA ALLA MOTO: IL FUTURO È GIÀ QUI

TECNOLOGIA MOTO

L’utilizzo di veicoli provvisti di sistemi di sicurezza attiva riduce sensibilmente il rischio di caduta in situazioni critiche o a causa dell’errore umano. Ai sistemi già esistenti ben presto se ne aggiungeranno altri che limiteranno sempre di più la possibilità di incidente stradale

La guida della moto richiede allenamento, buone condizioni psicofisiche, concentrazione e molta prudenza. Ciononostante il rischio di cadere è sempre possibile. Per prevenire i possibili danni da caduta o da collisione esistono i sistemi di protezione passiva come l’airbag e, più in generale, l’abbigliamento protettivo, ma per prevenire l’incidente è la tecnologia applicata al veicolo che fa la differenza.

ing. Carlo Linetti -foto di Roberto Motta

 

Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto notevoli passi avanti grazie agli investimenti in ricerca e sviluppo di alcune aziende interessate alla sicurezza del motociclista.
Lo spiega l’ing. Carlo Linetti, vice presidente Cobo Spa. Motociclista dal 1973, Linetti è anche presidente dell’Associazione Motociclisti Rotariani d’Italia.

– Ing. Linetti, da cosa è nata la necessità di applicare l’elettronica alla moto?
«Non possiamo parlare di sicurezza
senza considerare l’evoluzione delle motociclette che oggi sono un sistema a tutti gli effetti, un sistema che interagisce con l’ambiente. Con il termine ‘sistema’ intendo una serie di periferiche, come i componenti, i sensori, i fanali e quant’altro, che comunicano con le centraline elettroniche le quali interagiscono con il sistema e attraverso il cruscotto trasferiscono al motociclista una serie di informazioni. Il problema è come trasferire le informazioni in modo chiaro e in tempi brevi. Da questa esigenza è nata la tecnologia TFT (Thin Film Transistor, transistor a pellicola sottile) che costituisce un’evoluzione dei cruscotti e offre una serie di informazioni in tempi rapidi. La rapidità è importante perché più in fretta il motociclista percepisce l’informazione più in sicurezza si trova. Questo tipo di cruscotto nasce dal mondo delle competizioni, dove le condizioni sono estreme ed è vitale per il pilota percepire le informazioni in tempi rapidi. L’elettronica ha accelerato i tempi di percezione delle informazioni quindi ha dato un primo importante aiuto a vantaggio della sicurezza.

 

ABS: sistema di assistenza alla frenata che impedisce il blocco della ruota

 

– La tecnologia aiuta quindi a viaggiare sicuri perché il veicolo è più sicuro…
«I veicoli sono più sicuri grazie all’ABS, il sistema di assistenza alla frenata che impedisce il blocco della ruota; al Tractione control (TC), il sistema che elude (o limita) lo slittamento della ruota posteriore regolando la coppia massima del motore, in modo che anche in caso di superfici stradali instabili o scivolose la forza propulsiva si trasmetta dalla ruota motrice alla strada, senza perdita di aderenza; al Wheelie control, il sistema che rileva e corregge l’eventuale sollevamento della ruota anteriore in modo da ottenere massima accelerazione in piena sicurezza, importante soprattutto per le moto che superano i 150 cv e che quindi hanno bisogno di un sistema che controlla la potenza (se la potenza viene interrotta di colpo si potrebbe creare una condizione di scarsa sicurezza); infine, all’eCBS (Electronic Combined Braking System), il sistema che attraverso l’azionamento di uno solo dei due freni crea la migliore diffusione possibile della forza di frenata tra le ruote, stabilizzando la moto nelle curve.

 

Tractione control (TC): sistema che elude o limita lo slittamento della ruota posteriore

 

– E i sistemi più evoluti non ancora presenti sulle moto, ma già disponibili sul mercato?
«La Funzionalità Cornering permette di combinare i vari controlli elettronici in funzione dell’angolo di piega (lean angle) e quindi, ad esempio, di percorrere una curva con i freni tirati ottimizzando la stabilità della moto. Alla prossima edizione di EICMA vedremo applicati il sistema anti-collisione che si basa su due telecamere, una posteriore e una anteriore, una centralina per l’analisi delle immagini (ECU) e un sistema
di avvisatori visivi e acustici che si attivano segnalando possibili pericoli (vetture troppo vicine o imperfezioni potenzialmente pericolose del terreno). Tali sistemi forniscono al pilota una percezione dello spazio più sicura e accurata.
Le informazioni che derivano da questi i sistemi non devono essere solo visive ma inviate al casco quindi è di fondamentale importanza il collegamento tra la parte visiva del cruscotto e il casco.
La più recente innovazione presente sul mercato è il Radar, il sistema di allerta che prevede la presenza di un radar posteriore che segnala eventuali veicoli o l’avvicinarsi di veicoli a elevata velocità. Risolverebbe uno dei problemi più seri che è la scarsa visibilità dei veicoli che sopravvengono poiché dagli specchietti retrovisori non è sempre possibile vedere il veicolo che si sta avvicinando a causa dell’angolo cieco (molto ampio) del motociclista. Attraverso il radar posteriore e una segnalazione sonora sul cruscotto, sugli specchietti retrovisori e nel casco, la sicurezza è completa. È fattibile già da oggi».

 

Wheelie control: sistema che rileva e corregge l’eventuale sollevamento della ruota anteriore

 

 

 

eCBS: sistema che crea la migliore diffusione possibile della forza di frenata tra le ruote

 

– Tali sistemi sono in grado di rilevare i tratti stradali pericolosi e di condividerli?
«Generalmente il motociclista è il primo a sapere dove è localizzato un tratto pericoloso. Chi come me percorre strade di montagna sa bene che la condizione della strada può cambiare da un giorno all’altro perché ad esempio posso trovare muschio, terriccio e altri aspetti che il giorno prima non esistevano. Sono informazioni che posso inserire nel data base in tempo reale perché in quel momento sto percorrendo una serie di curve pericolose a causa del fondo stradale e quindi sono in grado di segnalarlo in tempo reale.
Attraverso l’interconnessione della moto, creando dei Cloud o delle community apposite, i motociclisti potrebbero già da oggi e in modo semplice scambiarsi informazioni sulla pericolosità di determinati tratti di strada e informazioni sulle situazioni statiche delle strade (ad esempio una curva che si trova in un certo stato da anni). Esistono le condizioni per creare queste community tra i motociclisti: invece di utilizzarle per segnalare ristoranti o per postare belle foto, si potrebbero dedicare alla sicurezza. Dal punto di vista tecnologico, potrebbe essere già possibile. In sintesi, attraverso le interconnessioni già esistenti è possibile visualizzare in tempo reale sul cruscotto i segnali di pericolo e condividerli».

 

SIstema anticollisione

 

– Come si condividono le informazioni acquisite?
«Attraverso le linee Bluetooth tradizionali e scaricare i dati nel computer o nello smartphone o addirittura su Cloud (la tecnologia che permette di collegare e condividere informazioni attraverso il semplice uso dell’interfaccia internet). A tal proposito è necessario investire anche sulla “sicurezza condivisa”, già implementabile. Oggi molte moto sono connesse attraverso applicazioni (app) di vario genere in “community” di vario genere. Utilizzando il concetto della “community” si potrebbe mettere a disposizione dei motociclisti un sistema standard per permettere loro di segnalare agli altri motociclisti della stessa comunità in tempo reale la presenza di una curva pericolosa, l’asfalto con poca aderenza, la necessità di soccorso, gli incidenti, ecc. Il sistema già esiste (ad es. Waze, una app gratuita di navigazione stradale), ma occorre trovare il modo per renderlo ergonomicamente fruibile al motociclista».

Radar: sistema che segnala l’avvicinarsi dei veicoli

 

La Funzionalità Cornering permette di combinare i vari controlli elettronici in funzione dell’angolo di piega

 

– Un consiglio da motociclista a motociclista?
«Un motoveicolo dotato di buoni sistemi di sicurezza attiva minimizza il rischio di errori, corregge gli errori di guida quindi riduce la probabilità di caduta. Tuttavia è sempre possibile cadere, anche se siamo prudenti. In caso di caduta o impatto è l’abbigliamento protettivo che riduce al minimo i danni fisici. Ecco perché è importante proteggersi, indipendentemente dalle prestazioni del nostro veicolo. Renderei obbligatorio almeno il paraschiena e i guanti, così come avviene in Francia da anni».

 

Creare una community che abbia un sistema standard in grado di consentire al motociclista di comunicare agli altri motociclisti in tempo reale la presenza di pericolo

 

 

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