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La Suzuki elettrica in doppia versione Una concept bike modulare per richiedere quattro brevetti

suzuki elettrica

Suzuki ha recentemente depositato la richiesta di quattro brevetti per mezzo di una concept bike elettrica.

Suzuki ha recentemente depositato una domanda di brevetto per mezzo di una concept bike elettrica che, senza l’annullamento dei saloni provocata dal Covid, avremmo probabilmente visto esposta nelle prossime fiere autunnali. Una di quelle moto che non rappresentano un’anteprima di un modello di produzione, quanto una dimostrazione di nuove soluzioni ingegneristiche.

Guardando i disegni del brevetto Suzuki, risulta subito chiaro che si tratta di una moto elettrica. Infatti ha le batterie disposte in una pila centrale tra una coppia di travi del telaio e sotto un’unità sella/serbatoio dall’insolita foggia “piana”. Davanti c’è una strana forcella con cursori telescopici convenzionali nella parte inferiore ma una sezione superiore di forma aerodinamica, con i gambali della forcella che si uniscono prima di raggiungere la testa dello sterzo… Insomma, più simili alla forcella da bicicletta che a elementi motociclistici.

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Il tema della bicicletta continua le ruote enormi provviste di pneumatici a basso profilo. Tuttavia, le sezioni trasversali della moto mostrano che le gomme sono decisamente larghe, più come una moderna motocicletta sportiva che una bicicletta da corsa.

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Il motore elettrico è tra le pedane del pilota.

C’è un motore elettrico montato tra le pedane del pilota, incastonato sotto la parte anteriore del forcellone, che a sua volta ha un disegno massiccio  ed è collegato ad un monoammortizzatore. 

I brevetti richiesti si riferiscono al design della moto e anche alla sua composizione “modulare”. In particolare, l’intera sezione posteriore che comprende il motore elettrico, le pedane, la sella, il forcellone, la ruota posteriore e l’unità di controllo elettronica principale è collegata alla parte anteriore della moto  con solo quattro bulloni. 

Il sistema di raffreddamento a liquido della moto viene utilizzato per controllare la temperatura del motore elettrico, ma presenta anche un dissipatore di calore verticale nella parte anteriore a cui è fissata l’unità di controllo elettronica. Questa è quindi e un dispositivo di raffreddamento della centralina.

Il brevetto di Suzuki rivela anche che il pacco batteria è rimovibile, consentendo scambi rapidi invece di periodi di ricarica prolungati e che l’aria viene incanalata dal frontale attraverso il telaio per mantenere fresco il pacco batterie.

C’è anche una versione con motore a benzina usato come generatore.

Il design modulare significa che Suzuki è stata in grado di creare una seconda versione spin-off della moto utilizzando un motore a benzina. Ma la moto è ancora a propulsione elettrica. Il motore a benzina è infatti un generatore e si fissa sulla parte anteriore dell’unità posteriore modulare. Con gli stessi quattro bulloni normalmente utilizzati per fissarlo al telaio. Il generatore funzionerà a velocità costante cioè nel modo più efficiente possibile. E viene utilizzato insieme a un pacco batteria più piccolo che si trova sopra di esso. Il motore elettrico e l’unità di controllo rimangono gli stessi.

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