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LA STONEHENGE SICILIANA – L’ARGIMUSCO E I SUOI MEGALITI

Argimusco

L’Argimusco e suoi megaliti. Poco distante da Montalbano Elicona, su un pianoro sospeso tra Peloritani e Nebrodi che ricorda una landa irlandese e coperto da felci a perdita d’occhio come in un mondo jurassico, si estende l’altopiano dell’Argimusco che si presenta come un enorme balcone naturale con una vista mozzafiato a Nord sul Tirreno e le Eolie, a Sud sull’Etna, ad Est sulla Rocca di Novara e ad Ovest sul Parco dei Nebrodi.

Argimusco
Sulla strada per raggiungere l’Argimusco

Per il motociclista che si reca in Sicilia, la strada per arrivare all’Argimusco è decisamente bella, a tratti eccezionalmente bella, sia che si arrivi da Nord sia che si arrivi da Sud. Il motore borbotta sereno, si attraversano boschi, pascoli e torrenti con viste su vallate che ispirano divagazioni di ogni genere pur di raggiungere quel luogo che si vede all’orizzonte che ci sembra (come in effetti è) sempre bellissimo.

Arrivati al cancello di ingresso, uno “slargo” qualche metro più a Sud ci consente di lasciare la moto in una zona tranquilla e senza rischio di intralcio alla scarna circolazione del luogo. Basta entrare per pochi metri dentro il sito per essere immediatamente captati dalla sua magia. Un tappeto di felci jurassiche e di piante somiglianti a creature preistoriche  lasciano il posto a sentieri in terra battuta e a rocce glabre di arenaria quarzosa che sono la vera caratteristica del sito dal momento che, ad una osservazione non superficiale, sembrano assumere sembianze antropomorfe o zoomorfe.

Ed è proprio questa caratteristica del sito che, nei secoli, ha fatto si che sullo stesso e sulla sua nascita abbondassero leggende che hanno alimentato le teorie più disparate che vanno dall’origine extraterrestre ad opera di civiltà poi scomparse alla semplice casualità dell’insieme.
Nessuna certezza c’è sull’origine del luogo e dei suoi megaliti ma certo è che, passeggiando fra le sue rocce, la sensazione della presenza di una “forza sovrannaturale”, con la sua suggestione, si impadronisce del visitatore a prescindere da ogni valenza scientifica.
Forme che evocano organi genitali maschili e femminili (Foto 18 e 19) vicini ad un percorso della procreazione incanalato fra le rocce, figure antropomorfe in stato di preghiera quali “l’Orante” (Foto 9 – 10) si alternano a figure di guerrieri con elmi e faccia decisa. (Foto 11 – 12 – e 13)

 

Figure zoomorfe di incomparabile suggestione quali “l’Aquila”, un grande monolite le cui fratture disegnano la testa di un’aquila ad ali spiegate, o “il Babbuino” con il viso di un primate o un extraterrestre vagamente somigliante ad ET  si susseguono come se le stesse facessero parte di un “parco tematico”.

Una serie di studi hanno anche provato che questi monoliti, alti anche 20 metri, sono caratterizzati da felici allineamenti astrali che hanno fatto propendere per le teorie di costruzione umana per effetto delle quali, tra equinozi, allineamenti astrali e relativi misteri collegati, gli stessi sono stati equiparati da alcuni studiosi alle grandi strutture megalitiche dell’Europa settentrionale, un paragone che è valso all’Argimusco il titolo di “Stonehenge di Sicilia”.

argimusco
In realtà le rocce dell’Argimusco non sono assolutamente strutture megalitiche (ovvero rocce lavorate dalla mano dell’uomo) ma sono il semplice risultato dell’azione millenaria di pioggia, ghiaccio e vento.
Viene allora da chiedersi perché questi luoghi continuano ad affascinare gli studiosi.
Il Prof. Andrea Orlando, ricercatore in astrofisica nucleare dell’INAF di Catania, appassionato di archeoastronomia e unico autore del primo studio sull’Argimusco pubblicato sulla rivista scientifica “The Light, The Stone and The Sacred”, sancisce che la allocazione dei monoliti è assolutamente casuale ma che, per pura casualità, talune di esse presentano allineamenti astrali che le popolazioni originarie del pianoro hanno imparato a “sfruttare” per le loro pratiche agricole e religiose.

Argimusco
In definitiva, il calendario astronomico che in altri luoghi è stato realizzato dall’uomo con l’apposizione di manufatti quali menhir o megaliti, nell’Argimusco, per pura casualità, è stato scritto da Madre Natura.
La recente notizia è che l’altopiano dell’Argimusco, la “Stonehenge di Sicilia” nota in tutto il mondo, potrebbe entrare a far parte dei siti considerati patrimonio dell’Umanità essendo stata promossa la sua candidatura all’Unesco.
Cosa penso io di tutto ciò ? Che visitarlo ora, senza troppi paradigmi e senza troppe certezze scientifiche, lascia al visitatore una sensazione di mistero che vale più della conoscenza. In definitiva, una delle pochissime fattispecie in cui pregherei chiunque di lasciarmi nella mia situazione di “ignoranza” perché la stessa mi lascia la libertà di “fantasticare” invece di impormi di “ragionare”.
Stavolta, niente “Illuminismo” please….

INFORMAZIONI UTILI  Coordinate del sito, Ingresso: 37.985442N 15.036972E

Come arrivare
Da Nord – Autostrada A20 Messina Palermo – Uscita Barcellona Pozzo di Gotto – SS 113 direzione Palermo fino al bivio per la SP 110 direzione Tripi poi SP 115 fino alla destinazione;
Da Sud – – Autostrada A19 Catania Messina– Uscita Fiumefreddo – SS 123 direzione Randazzo fino al bivio per la SP 116 direzione Floresta. Al bivio di Favoscuro, SP 110 e, successivamente SP 115 direzione Tripi fino alla destinazione.

Da non perdere nelle vicinanze
Bosco di Malabotta, vasto bosco di faggio, cerro, agrifoglio e castagno fino alla Caserma Forestale di Malabotta, ormai in disuso ma che costituisce comunque un rifugio in caso di pioggia o neve. Qui si trova una piccola area attrezzata, dotata di sorgente naturale.
Montalbano Elicona, paese proclamato “Borgo dei Borghi 2015”. Nella parte antica dell’abitato c’è l’antico castello che fu residenza estiva di re Federico II di Aragona.
Tripi, accogliente paesino nel cui territorio comunale si trovano i resti dell’antica città greca di Abakainon.

Consigli di viaggio

Quando andare. La primavera e l’autunno sono le stagioni migliori ma, in relazione all’altezza in quota, può essere visitato anche d’Estate.
Come andare. Assolutamente senza fretta. Il circondario è bellissimo da vedere. Fermarsi e fare foto è una primaria necessità quasi ad ogni angolo.

Abbigliamento. Nonostante le temperature estive a livello del mare, il consiglio vivissimo è di non abbandonare mai l’abbigliamento protettivo in quota.

Francesco Corrado Perricone, autore del reportage al centro nella foto, vi aspetta in Sicilia, alla scoperta dei luoghi più belli e meno noti dell’Isola

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