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LA NOSTRA SOLIDARIETÀ AGLI AMICI DI SCARDOVARI

Tra il Veneto e l’Emilia Romagna esiste un’area ricca di paesaggi unici in Italia, costellata di specchi d’acqua contornati da spiagge, canneti, boschi e canali che si immettono nel mare. E’ la zona della Sacca di Scardovari, frazione di Porto Tolle, provincia di Rovigo, dove si allevano vongole e cozze, e dove vivono i daini, le tartarughe d’acqua e di terra, i cervi, i cormorani e, d’inverno, numerose specie di uccelli acquatici.

E’ un territorio pianeggiante, da attraversare lentamente per assaporare le atmosfere della parte marina del Delta del Po e per degustare le squisitezze locali del paese di Scardovari.

La Sacca di Scardovari non è un luogo famoso e di grande affluenza turistica. È incantevole perché ha conservato le sue caratteristiche naturali che la rendono il luogo ideale dove trascorrere vacanze all’insegna della ricerca delle cose buone, della buona cucina e dei paesaggi ancora incontaminati.

Chi la conosce non può aver dimenticato quelle 300 palafitte costruite sugli argini dagli abitanti di Scardovari per lavorare le cozze e le vongole veraci, un’attività che è alla base dell’economia locale.

Ogni palafitta è un’azienda che produce cozze, vongole e ostriche, prodotti freschi di eccellenza, venduti regolarmente nei supermercati.

Scardovari

Per meglio dire, erano aziende poiché oggi quelle palafitte non esistono più.

Martedì, 12 novembre, una violenta tempesta, una delle tante che si sono abbattute sul nostro territorio facendo danni ovunque, le ha rase al suolo, le ha disintegrate. Quelle palafitte sono affondate, una dopo l’altra, insieme alle barche da lavoro, ai macchinari che servivano alla lavorazione e ai generatori di corrente che li facevano funzionare… Come se non fosse bastato ciò che era già successo lo scorso agosto quando un uragano si era abbattuto sugli stessi argini per danneggiare quanto più poteva.

Questa volta la distruzione è totale.

E gli abitanti piangono la distruzione della propria terra, del proprio lavoro, del proprio futuro. Piangono perché sanno che non avranno aiuto dallo Stato perché la Sacca di Scardovari non è Venezia, non è Firenze, e non è nemmeno Roma.

Ciò che resta è la conta dei danni e la disperazione di chi in un momento ha perso tutto e sa che la forza morale e la volontà di ricominciare da capo non basteranno a ricostruire la propria azienda e tutto ciò che occorre per lavorare ancora, per riprendere a costruire il proprio futuro là dove è stato interrotto.

Tra le palafitte distrutte ce n’è una che ha un significato particolare per i motociclisti: è la casetta/pontile degli amici Emiliano&Mara, guzzisti di vecchia data, i quali hanno sempre accolto con grande senso di ospitalità tutti i motociclisti che sostavano per chiedere informazioni sulla storia di questa zona. E se i motociclisti sostavano all’ora di pranzo, erano invitati a pranzare con loro, così, senza pagare nulla, solo per il piacere della compagnia.

Al posto di quella palafitta, oggi, c’è il mare.

Quelle costruzioni, quelle realtà produttive, torneranno a esistere se ci raccogliamo intorno agli amici di Scardovari: se noi, amanti delle due ruote motorizzate, ricercatori di percorsi naturistici, fautori della buona cucina nostrana, ci metteremo in moto per far sentire loro tutta la nostra solidarietà.

Raccolta per il fondo di solidarietà per la Sacca di Scardovari.
Coordinate bancarie: n° conto 04/001002754,
IBAN IT21H0898263432004001002754.

Il nostro aiuto è importante per rivedere ancora un tramonto così

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