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La MotoGP proverà a ripartire a porte chiuse

porte chiuse

Fra le tante idee che Dorna sta valutando in questi giorni, c’è quella di limitare il numero di persone presenti nel paddock e naturalmente di fare gare a porte chiuse per il pubblico.

Correre il campionato MotoGp 2020 è la priorità assoluta di Dorna. E per questo si stanno analizzando tutte gli scenari che possano rendere possibile questo obiettivo. Al momento si sta cercando di posticipare il più possibile la scaletta del calendario, nella speranza che entro l’estate si riesca veramente a partire. Ma come e dove, è ancora un’incognita. 

Ad esempio, è di pochi giorni fa la notiza del posticipo (a data da destinarsi) anche del GP di Finlandia, che doveva corrersi il 12 luglio prossimo. A questo punto è chiaro che la speranza di Dorna è di poter cominciare a correre a fine luglio/inizio agosto, e di andare poi avanti con quante più gare possibili. Al momento si sta facendo largo anche l’idea di correre due GP in ognuna delle piste su cui sarà possibile correre.

Altra idea, che probabilmente sarà molto vicina alla realtà, è quella di correre i Gran premi a porte chiuse e limitando al minimo indispensabile la presenza di persone nel paddock. Si pensa cioè di avere in pista i piloti, i tecnici e i responsabili dell’organizzazione ridotti allo stretto necessario.  Niente stampa, niente addetti alle pubbliche relazioni, niente ospiti degli sponsor, niente Hospitality. 

Per supportare questa idea, Dorna ha già chiesto a tutti i team di fornire un elenco delle persone che ritengono strettamente necessarie avere in pista per lo svolgimento di un simile programma a porte chiuse. 

Non sarà la soluzione ideale, ma almeno così si potrebbe salvare il campionato 2020 e si potrebbero salvare i ricchi contratti TV, che sono poi la linfa vitale della MotoGP.

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