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Katana Jintachi: la rinascita di un mito Suzuki La Jintachi è la versione accessoriata della Katana

Guida

GUIDA

Come dobbiamo giudicare la Jintachi? Si tratta di una moto da catalogare fra le cosiddette “streetfighter” o va considerata una naked da città? Difficile decidersi, anche perché quando la guidi ti rendi conto che può svolgere entrambi i compiti senza battere ciglio. Usata come una qualunque naked svolge bene il compitino dal punto di vista dinamico. D’altro canto, con quel motore e quel telaio quale moto avrebbe problemi a dimostrarsi facile, reattiva, intuitiva e divertente? C’è da dire però che non è facile limitarsi a usarla come un semplice commuter cittadino. Vuoi per il blasone del nome, vuoi per l’aspetto cosi aggressivo e al tempo stesso piacevole, vuoi per il prurito che fa venire alle mani quel motore da 150 CV così piacevole da domare, è inevitabile farsi prendere dalla voglia di farla sfogare un po’…

E lei ci sta, a patto di non esagerare. Ha sospensioni giustamente tarate per percorsi medio-lenti e per offrire un giusto livello di comfort nell’uso quotidiano. Ricordiamoci che è equipaggiata con componenti tecniche di medio livello (gomme, freni, ecc) e dichiara un peso di 215 kg. Quindi non aspettatevi che possa aggredire le curve di montagna con la disinvoltura che serve per sbandierare il posteriore in staccata e piantare le pedane a terra in piega. Ma entro certi limiti si fa apprezzare per l’equilibrio e la relativa neutralità della ciclistica e per l’inesauribile generosità del motore. Insomma, se si impara a sfruttarla per quello che è, i famosi “cinque minuti di rutto libero” la Katana non li nega a nessuno.

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