Il mercato indiano diventa il primo mercato mondiale delle due ruote, nel solo anno solare 2016 le motociclette e gli scooter venduti sono stati quasi 18.000.000 sorpassando così la Cina che con poco meno di 17 milioni passa al secondo posto.
Con 50.000 veicoli a due ruote vendute ogni giorno, l’India in meno di 4 giorni vende quello che il mercato italiano assorbe in un intero anno, un mercato immenso, diviso fra aziende nate inizialmente da accordi fra imprenditori locali e aziende estere, che, in seguito, hanno ritenuto “conveniente” vendere tutto al socio locale (parliamo di Hero, TVS, Bajaji) che hanno continuato l’attività da soli e da industrie create sul posto, fra i primi la Piaggio più di 40 anni fa seguita dalle industrie giapponesi tutte oggi presenti in modo molto significativo ad esclusione di Kawasaki.
Le aziende italiane, per il momento sono poco più che spettatori in questo grande mercato, perché il Gruppo Piaggio, leader italiano, dopo aver abbandonato l’India negli anni ottanta regalando a Bajaji gli stampi della Vespa 125 con il divieto di utilizzare il marchio Vespa, ultimamente è rientrata in India con un centro produttivo dove producono l’Aprilia SR 150 che ha contribuito in modo determinante al risultato 2016 dove il gruppo italiano ha raggiunto la cifra di 39.000 veicoli venduti.
Gli scooter Vespa sono venduti a prezzi molto alti per intercettare i clienti del lusso, solo che in India i ricchi, almeno per il momento, non vanno in scooter. In India vanno di moda le Ducati che si accontentano di vendere un migliaio di veicoli l’anno, mentre la MV non è dato a sapersi, si ritiene sia assente. Comunque la leadership del segmento moto di lusso tra i marchi europei va a Triumph che ha venduto oltre 4000 moto lo scorso anno, un numero esiguo se rapportati alle quantità che quanto prima invaderanno il mercato indiano con KTM e BMW.
La più grande delle aziende indiane è la Hero che molti di voi avranno visto al Salone di Milano della moto, lo scorso novembre, un’azienda in grado di vendere oltre 6 milioni di pezzi all’anno nel solo mercato domestico, con un export che per il momento pesa poco, anche perché le linee dei veicoli attualmente in produzione sono obsolete e difficilmente incontreranno i gusti occidentali, ma per darci un segnale di dove vorranno andare e posizionarsi, evidenziamo che già dal 2016 si sono impegnati in rally come la Dakar, senza l’urgenza di emergere. Prevediamo con ciò che già nel 2018 si presenteranno nei saloni di moto in Europa con modelli con linee occidentali.
TVS merita una menziona particolare, è stata scelta da BMW per lo sviluppo e la produzione delle serie G, le monocilindro 310cc declinate nella nuda R e nella turistica GS, produce ogni anno solo “2.850.000” veicoli a due ruote. Ben più grande è il socio di KTM, la Bajaji che molti di voi ricorderanno perché una ventina di anni fa era importata in Italia, distribuivano un prodotto realizzato sulle vecchie linee della Vespa di Piaggio, passate poi a LML che a oggi risulta non più operativa. A Bajaji va il merito di aver importato dall’Europa il design, le piccole KTM Duke sono infatti disegnate in Austria e prodotte in India: 125, 200, 250 e 390 che secondo le nostre stime valgono il 65% dell’intera produzione di KTM, in questo momento il numero uno in Europa con 200.000 veicoli venduti lo scorso anno.
Tra le filiali indiane delle case giapponesi il leader indiscusso è Honda, che vende sul mercato indiano oltre 5.000.000 di veicoli, soprattutto gli scooter come i due nella foto. Curiosa la MSX equipaggiata con il motore dello scooter che lascia un curioso vuoto dove ti aspetteresti di trovare il motore.
Yamaha conta di arrivare nel 2017 ad un milione di due ruote vendute e per far questo ha lanciato la 250 cc più economica del mercato, la FZ25 in vendita a 134 mila rupie che corrispondono a circa 1.900 Euro. Conferma anche sul mercato indiano le linee dettate dall’azionista di riferimento, forse in Asia dove il mercato è in forte crescita sono strategie che pagano.
Un altro tabù caduto è quello che associa la produzione asiatica all’inquinamento, nulla di più falso, in India hanno appena aggiornato le normative antinquinamento, si chiama BS (l’equivalente della nostra Euro), passando dalla 3 alla 4. I prezzi dei veicoli sono saliti, ma non come in Europa, la ragione: nella normativa sulle emissioni non hanno voluto includere l’ABS obbligatorio, il conto della Bosch lo paghiamo solo noi.