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Il 2017 su una ruota di KTM

La casa motociclistica austriaca KTM archivia un 2017 da record, sulle piste e nelle immatricolazioni, che ha visto anche grandi accordi strategici per l’Asia con Bajaj e CF Moto. Segnale che anche la vecchia Europa motociclistica può ancora dire la propria sui mercati globali.

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Per molti KTM significa terreni accidentati, pieni d’insidie e difficili da conquistare. La parola stessa, difficoltà, sembra essere una continua fonte d’ispirazione per i tecnici della cittadina austriaca di Mattighofen, visto che i clienti e gli appassionati dei marchi del gruppo (KTM e Husqvarna) sembrano gradire sballottamenti, scivolate e dossi da saltare. Devono invece pensarla diversamente i manager della società, dato che la gestiscono in modo da evitare ad azionisti ed altri stakeholder qualsiasi scossone industriale o finanziario privilegiando una crescita continua e senza intoppi. E’ questa la lettura più immediata per l’anno appena trascorso della casa in considerazione dei grandi risultati sportivi, strategici e societari.

KTM è da sempre sinonimo di prestazioni eccezionali nelle discipline off-road

Partiamo dal motorsport, qui di certo le soddisfazioni non sono mancate. Già da inizio anno, col sedicesimo trionfo al Dakar Rally grazie alla manetta di Sunderland e in seguito col nono titolo mondiale MXGP ad opera di Toni Cairoli. Si tratta perlopiù di riconferme, visto che la casa di Mattighofen è da decenni il punto di riferimento nelle competizioni off-road. Se le ruote tassellate regalano soddisfazioni alla Casa austriaca lo stesso non si può dire della pista, dopo qualche soddisfazione sull’asfalto con le Moto2 chi si aspettava una stagione da debuttante vincente in MotoGp è rimasto piuttosto deluso, anche se le moto del team Red Bull sono cresciute tecnicamente e fanno sperare  in vista del Mondiale 2018.

Se nel mondo off road, grazie a Toni Cairoli, KTM primeggia lo stesso non si può dire nella massima competizione della velocità pista: il duo Espargarò- Bradley non ha raccolto i risultati sperati nella prima stagione di MotoGP

Dal punto di vista societario, il 2017 sarà ricordato in KTM per i fiori (d’arancio, ovviamente). Sono infatti state siglate due intese molto importanti con altrettanti partner asiatici. La prima riguarda l’indiana Bajaj, ormai in affari con la casa austriaca da un decennio (e azionista al 47,99%). Il principale oggetto dell’accordo è Husqvarna, che i due partner desiderano esportare in tutto il mondo anche grazie al trasferimento della produzione delle Vitpilen 401 e Svartpilen 401 in India entro la fine del 2018. Con un occhio alla Cina è stata poi rafforzata la partnership con CF Moto, nella forma di una joint venture (in cui KTM detiene il 49%). Insomma, l’Austria si butta alla conquista dell’Asia con una scommessa interessante ma non scontata, i cui frutti si vedranno nell’arco di 5-10 anni.
I risultati di tutto questo? Notevoli, tanto dal punto di vista industriale che finanziario.
Nonostante gli sforzi verso i mercati futuri, la casa sta registrando grandi soddisfazioni anche nelle geografie storiche, che si sono tradotti in oltre 110.000 motociclette vendute nei primi sei mesi del 2017. Basta vedere cosa succede aldiquà delle Alpi, dove la Duke 125 è la più venduta ottavo di litro del mercato italiano, anche se ci risulta che il vero obiettivo sia quello di crescere nel ricco segmento delle maxiendurone con la gamma Adventure che da anni stanno provando ad insidiare il primato storico di BMW GS e il recente successo della nuova Africa Twin di Honda.

La Duke 125, la KTM più venduta in Italia

Un risultato tale da tranquillizzare i manager di Mattighofen rispetto all’obiettivo di oltre 300.000 unità per anno, raggiungibile già prima dell’auspicato 2021. La società non trascura neppure il proprio paese d’origine, l’Austria, con un piano di investimenti di circa 90 milioni di Euro in strutture per la ricerca e sviluppo. Solo nella prima metà del 2017 il personale è cresciuto di oltre 400 unità. Numeri stratosferici e lungimiranti se rapportati a cosa fanno i produttori italiani a casa loro.

In ogni caso, se non bastasse il favore del mercato ci pensano i colleghi del settore a incoronare il saggio management team di KTM. Da luglio, infatti, il CEO di KTM Stefan Pierer è anche presidente dell’Associazione Europea dei Costruttori di Moto (ACEM).

Stefan Pierer, CEO di KTM e presidente ACEM

 

 

E veniamo alla nota finale, ovvero come vedono tutto questo gli investitori?
Bene, visto che dal picco più basso di marzo l’azione di KTM Industries (la holding il cui principale asset è il 51.7% di KTM AG) è cresciuta del 50% con il balzo più grosso subito a valle dell’annuncio della partnership con CF Moto. Gli analisti suggeriscono di comprare sulle attese di ricavi più che in linea con gli obiettivi dichiarati mentre il mercato, in questo caso finanziario, dimostra di crederci.
Quindi, se siete appassionati di moto, aspettatevi un 2018 piuttosto…arancione.

 

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