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Francesco, un esempio di coraggio

La nostra nazione, sebbene invidiata dalle altre per il nostro modo di fare e pensare (motociclisticamente parlando), non è la terra delle opportunità. Con questo pensiero, pochi soldi in tasca e Tanta Determinazione un ragazzo toscano, Francesco Faraldo, è partito verso l’isola di Man e l’Irlanda. Gli abbiamo chiesto rapidamente di raccontarci la sua avventura.

Francesco, come mai hai deciso di andare via dall’Italia?

Principalmente per fare esperienze nel mondo delle Road Races irlandesi. L’anno scorso ho fatto un “piccolo rodaggio”, partendo da zero e mettendo a disposizione per il Tourist Trophy la mia lightweight 650 su base Kawasaki. Il budget era bassissimo e, malgrado gli sforzi di tutti, i risultati non sono stati per niente soddisfacenti. Volevo ritornare proprio perché sapevo che, investendo e lavorando nella giusta maniera, avrei potuto ottenere grandi risultati.

La lightweight 650 su base kawasaki er6 allestita da Francesco. Nella stessa categoria, concorrono moto come la Paton S1

Cosa fai ora in Irlanda?

Sto portando avanti il progetto “Faraldo Racing”, che consiste nel lavorare nel settore della vetroresina, più specificamente nella creazione di carenature per prototipi supertwins, Moto2 e Moto3. Inoltre, sto facendo esperienza nel settore corse, mettendo a disposizione una Moto3, acquistata da un team italiano, per le Road Races irlandesi.

Come è l’ambiente delle gare su strada irlandesi?

Ci sono i suoi pro e i suoi contro. È un bellissimo ambiente dove la maggior parte delle gare sono organizzate su strade strette di campagna, con asfalto sporco e parecchi avvallamenti. Il paddock molte volte è un campo pieno di fango, oppure ricoperto di erba alta. I regolamenti sono poco chiari e possono variare a seconda della situazione. Questi per alcuni sono pregi, per altri invece possono essere difetti.

Corse su strada irlandesi VS corse su strada italiane: chi vince tra i due?

Tipica road race: balle di fieno, commissari in camice bianco e gente dietro a delle transenne

Non c’è un vincitore tra i due perché non si possono assolutamente paragonare, sono discipline completamente diverse. In Italia le uniche corse su strada sono le gare in salita dove si corre uno alla volta contro il tempo. È un ottima disciplina  per migliorare se stessi, divertirsi e non rischiare la vita visto che sono nei limiti della sicurezza. Perfette per chi non può permettersi economicamente di correre in pista.
Nelle corse su strada in Irlanda invece si forma una griglia di partenza e vince chi arriva primo al traguardo, proprio come in pista. Le strade non sono uniformi, i pericoli sono tanti e le velocità sono molto alte.
Per approcciarsi a queste gare ci vuole molto pelo sullo stomaco. In ogni caso, tanto di cappello sia a chi partecipa alle gare in salita in Italia, sia a chi partecipa alle Road Races irlandesi.

Tornerai mai in Italia a lavorare nel mondo delle corse?

Può darsi. Sono aperto a qualsiasi tipo di esperienza purché sia formativa. Quindi se ci sarà un buon motivo per tornare, ben venga.

Purtroppo, questa ultima frase fa chiaramente intendere che l’Italia non è più la terra dei motori che sogniamo. La burocrazia e i grossi investimenti che una persona deve fare ancora prima di poter iniziare la propria attività sono eccessivi. Per questo motivo, Francesco è partito per la sua avventura, affascinato dal mondo delle corse su strada.
Su questo argomento, ci sono diverse scuole di pensiero: alcuni le eliminerebbero, altri le vedono come la sfida di un pilota contro il suo destino. Francesco sta vivendo questo mondo con gli occhi di un esploratore, forte della sua età, della sua passione e del suo coraggio.

Speriamo torni nel Bel paese al momento giusto: le sue conoscenze e le sue esperienze potrebbero essere un toccasana per il motociclismo italiano, sempre più in mano ai fighetti da bar e ai leoni da tastiera.

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