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FMI: poche idee ma confuse Copioli prima rinuncia alla “base”, poi ci ripensa e cerca di strapparla a AICS, ASI, CSEN e UISP facendogli la guerra

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In Federazione c’era un ufficio (Comitato Attività Promozionali) che si occupava con successo, di chi fa sport motociclistico non agonistico. Copioli, appena eletto presidente, ha chiuso questo ufficio e ha licenziato chi vi lavorava. Ora però, in crisi di tesserati e di immagine, fa la guerra a tutti gli Enti di Promozione Sportiva affiliati al CONI che di questa attività di base hanno sempre fatto il loro vanto, facendo spendere molto meno a chi si tessera rispetto a quanto chiede la FMI. Insomma, non sembra anche a voi che in FMI viga la legge del “Poche idee ma confuse”?

Dal 2019 il presidente della FMI Copioli ha dato il via ad una guerra spietata agli Enti di Promozione Sportiva. Motivo del contendere, l’annoso ed irrisolto problema dell’organizzazione di eventi promozionali (anche competitivi) che erodono tesserati alla FMI.

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Il presidente FMI Copioli.

 

Che la FMI sia in debito d’ossigeno anno dopo anno sul fronte del numero di motoclub e numero di tesserati è cosa certa. Non che tutto questo calo sia da ascrivere totalmente a colpe della FMI, per carità. La crisi sta tagliando le gambe al motociclismo su ogni fronte. Quindi è normale anche che calino gli iscritti alla Federazione. Ma come avete già letto su Motospia, il malcontento nella base è più che palpabile. E ad un certo punto il calo deve aver raggiunto proporzioni troppo elevate agli occhi della dirigenza federale. Tanto che, si vocifera, ad un certo punto della presidenza Copioli si era anche smesso di riportare questi dati nei consigli federali. Probabilmente per non fare brutta figura…

Copioli vuole una FMI riservata solo alle élite. Piloti di alto livello e sempre i soliti Motoclub ad organizzare eventi che portino lustro.

D’altronde, con la politica Copioli tutta incentrata sul rendere la FMI una specie di Rotary Club, un circolo riservato a pochi eletti, una club dedicato quasi esclusivamente ai piloti e alle manifestazioni titolate gestite quasi sempre dai soliti noti, i soliti motoclub che portino lustro ad un presidente che mira in alto (vedi la presidenza della Federazione Internazionale). Il bello è che poi non riesce a raggiungere il suo scopo, viste anche le figuracce raccolte nella velocità mondiale… Ma con questi presupposti, giusti o sbagliati che siano, c’era da aspettarsi che la base si sentisse rifiutata e sfruttata. E che quindi andasse a sfogare la sua passione sotto altre bandiere.

E qui entrano in gioco gli Enti di Promozione Sportiva. La legge italiana concede a questi Enti di poter organizzare attività sportive di vario livello anche con modalità competitiva. Possono gestire impianti sportivi e sono affiliati al CONI né più né meno delle Federazioni. E questi Enti da sempre svolgono una attività di base molto importante in tutti i settori sportivi. Contano milioni di affiliati (contro le poche decine di migliaia della FMI) e rappresentano un movimento indispensabile per avvicinare allo sport centinaio di migliaia di giovani.

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Da molti anni i più grandi fra questi Enti si dedicano anche al motociclismo (in ordine alfabetico AICS, ASI, CSEN e UISP) avendo tutte una divisione dedicata a questo sport che si dà da fare per organizzare manifestazioni promozionali ancorché con modalità competitive. Caratteristica principale delle loro attività è l’attenzione ai giovani e ai costi. Agendo sempre nel rispetto delle normative riescono a organizzare eventi in modo professionale ma senza caricare sull’utenza i costi che di solito la stessa deve affrontare per partecipare ad eventi federali. Chiaramente l’attività degli Enti è considerata meno “importante” di quella delle federazioni ma ad un certo tipo di utenza che non ha particolari velleità agonistiche l’attività degli Enti di Promozione Sportiva basta ed avanza… Soprattutto vista la grande differenza di costo di tessere e licenze.

Gli Enti di Promozione Sportiva hanno successo presso gli appassionati per i costi ridotti, la buona organizzazione e l’attenzione alle esigenze della base. Tutto questo alla FMI è visto come il fumo negli occhi.

È chiaro che questa attività, in un quadro di crisi come quello attuale, sia vista dalla FMI come il fumo negli occhi. Perché stava erodendo il numero di tesserati sportivi amatoriali. E molti gliene portano via anche nel settore del turismo. Insomma, tutti quelli che vogliono girare in moto tanto per divertirsi ma vogliono comunque sentirsi protetti e in regola con la legge. Quindi, riassumendo, la FMI da un lato trascura la base, ma dall’altro non vuole che se ne occupino altri. Oppure, peggio ancora, vuole costringere la base a pagare le sue costose tessere e licenze.

Volete sapere il lato comico della cosa? La FMI aveva un ufficio dedicato alle attività promozionali (CAP, ossia Comitato Attività Promozionali), creato proprio per gli utenti della “base”. Un ufficio che in due anni aveva portato sotto l’egida FMI circa 4.000 nuovi piloti e organizzato 180 manifestazioni promozionali. Ma Copioli appena eletto l’ha chiuso immediatamente!

Abbiamo chiesto lumi a Dario Lamura, che del CAP era coordinatore nazionale. Lamura era entrato in FMI fortemente voluto dalla stessa Federazione dopo dieci anni di gestione di attività promozionali per altri Enti.

«La FMI aveva creato nel 2015 un ufficio attività promozionale (CAP) di cui io ero il coordinatore nazionale — Spiega Lamura — proprio per dare nuovo impulso alle attività sportive di base. Questo ufficio in due anni e mezzo di attività aveva “prodotto” circa 4.000 nuovi licenziati. Quel numero è la somma tra tessere Promorace (costo licenza 20 euro per il fuoristrada, 45 euro per la parte strada) e licenziati “normali”. Quelli cioè che hanno staccato la licenza standard FMI per partecipare ad uno dei 16 trofei promozionali promossi dal CAP. Per un totale di circa 180 eventi coordinati dal nostro ufficio  tra il 2016 ed il 2017. Ma questo ufficio è stata una delle prime cose che Copioli ha chiuso una volta eletto presidente».

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Dario Lamura, Coordinatore nazionale sezione Motociclismo di AICS.

 

«Dopo un periodo di forte shock per quello che era successo (non riuscivo a darmi pace per un “licenziamento” che ho ritenuto, per tante ragioni, profondamente ingiusto) ho deciso di rimboccarmi le maniche. E ho trovato in AICS (Associazione Italiana Cultura e Sport), il giusto ambiente e la nuova “famiglia” per continuare a fare quello che ho sempre fatto. Ovvero la promozione sportiva nel mondo del motociclismo. Continuando con lo stesso percorso ed adottando  le stesse regole che ho che sempre seguito  anche quando lavoravo in FMI. Ora Copioli, dopo averci messi alla porta, cerca di frenare un movimento al quale ha volutamente rinunciato. Roba che se qualcuno me la raccontasse non ci crederei neanche io».

Copioli mi aveva annunciato la guerra sin dal momento in cui mi ha mandato via dalla federazione.

«La guerra che ha lanciato FMI nei confronti degli EPS è totale — spiega Lamura —  e Copioli me l’aveva anticipata già al momento in cui mi ha mandato via dalla Federazione.  La scusa che usa FMI per cercare di impedire le  attività degli EPS — prosegue Lamura si basa su vari livelli. Uno di questi è la  differenziazione tra attività promozionale con modalità competitive ed  attività agonistica da prestazione. Per FMI l’attività promozionale competitiva non esiste quindi  qualsiasi manifestazione competitiva è considerata agonistica. Ovvero di sua esclusiva competenza.

In realtà, le norme del CONI riconoscono chiaramente due livelli di attività  per tutti gli sport. Consentendo agli EPS la possibilità di organizzare eventi promozionali anche con modalità  competitive in piena autonomia. Ma, come si suol dire, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire… Poi c’è il tema degli impianti sportivi per la pratica del motociclismo dove, anche qui, la federazione racconta che, essendo l’unico ente demandato dal CONI all’omologazione dei circuiti, gode anche dell’esclusiva per l’utilizzo degli stessi. Questa posizione contravviene al generale e legislativamente riconosciuto principio che l’esercizio dell’attività sportiva è libero».

La FMI esercita un abuso di posizione dominante. Vuole escludere gli EPS usando ogni mezzo, in violazione della disciplina comunitaria in materia di concorrenza.

«Trattasi quindi, da parte di FMI, dell’espressione di un abuso di posizione dominante finalizzato ad escludere gli EPS, (e di conseguenza i motociclisti con questi Enti tesserati), dall’utilizzo dei circuiti motociclistici. Impedendo così loro lo svolgimento dell’attività e nel contempo cercando di imporre la propria. Questo in violazione anche della disciplina comunitaria in materia di concorrenza. Cosa ancor più grave è che per ribadire questa posizione la FMI ha inviato lettere di diffida alle piste, ai comuni, alle prefetture, alle forze dell’ordine ed a chiunque possa, a vario titolo, impedire il regolare svolgimento delle manifestazioni degli EPS insinuando negli interlocutori il messaggio che le attività degli EPS sono illegali e quindi non autorizzabili senza l’avvallo della FMI. Un vero e proprio fuoco di sbarramento che non ha alcun fondamento giuridico ma che ha pesantemente danneggiato le attività e l’immagine degli EPS».

Il punto più basso è stato raggiunto con il “Codice Etico” del 2019 che ha norme scritte appositamente per evitare ogni tipo di collaborazione con gli Enti ai tesserati FMI.

«Il punto più basso, secondo me è stato raggiunto con l’introduzione nel 2019  del “Codice Etico” FMI. Con norme che impediscono di fatto, ai propri affiliati, tecnici ecc, di fare attività con gli  EPS. Se non a fronte di una convenzione tra EPS ed FMI che la FMI ha dimostrato in più di un occasione di non avere  alcuna intenzione di firmare. La riprova è arrivata  dalla Sicilia dove, prima del lockdown, un motoclub FMI ed il suo presidente sono stati deferiti alla giustizia sportiva federale semplicemente per aver aiutato un motoclub AICS nelll’organizzazione di attività promozionale di enduro sprint».

«Il Codice Etico prevede  infatti  pene severe nei confronti di associati FMI che svolgono attività sportiva agonistica con un Ente di Promozione. Senza entrare nel merito di questa norma (che , secondo me è anticostituzionale in base all’art 18), nel caso specifico  l’attività sportiva di AICS era dichiaratamente di tipo NON agonistico (era anche indicato nei nulla osta)  e quindi questa procedura disciplinare si sarebbe dovuta archiviare  con un assoluzione per gli imputati».

 «Ma, come era lecito aspettarsi, l’obbiettivo di questa azione disciplinare era soprattutto di matrice “politica”.  Ed infatti  Il giudice federale  ha  condannato l’affiliato sostenendo la tesi che “se c’è competizione c’è agonismo” non riconoscendo tutta una serie di diritti e norme  ma soprattutto quanto indicato dalla circolare del Ministero della Sanità 31/1/1983  che specifica chiaramente come “L’aspetto competitivo, da solo, non è sufficiente a configurare come agonistica un’attività sportiva”» .

La FMI ha sospeso la tessera ad un giornalista perché ha raccontato ciò che ha visto!

«Un’altra sentenza secondo me  clamorosa della FMI  è stata quella irrogata sempre nel 2019 nei confronti di un giornalista di un noto quotidiano locale del trentino. È stato condannato a 9 mesi di ritiro tessera FMI per aver sostanzialmente raccontato, esercitando il proprio diritto di cronaca  tutelato dalla legge, che alcune attività degli EPS, ed in particolare di AICS, erano, secondo lui, state organizzate meglio di quelle federali. Si legge testualmente sulla motivazione della sentenza  (tutti questi documenti sono disponibili sul sito federale) che “il giornalista  ledeva gravemente la dignità, il decoro, il prestigio della Federazione Motociclistica Italiana e degli organi federali locali pubblicando tutta una serie di considerazioni che, se pur pienamente lecite attesa la sua qualità di giornalista pubblicista, appaiono però assolutamente incompatibili con l’essere tesserato della Federazione Motociclistica Italiana”».

«Questo tipo di sentenze, che si commentano da se…  Ma anche il sistematico invio di lettere di richiamo e lettere di diffida nei confronti di chiunque, a qualsiasi titolo, decide di collaborare con un EPS, definiscono in maniera chiara la strategia (a mio giudizio assolutamente poco sportiva), messa in atto dalla FMI per combattere gli Enti di Promozione».

Siamo andati a lamentarci dal CONI, al Ministero, a Sport e Salute… E nessuno ci ha dato torto. Ma poi la politica, come sempre in Italia, non prende una decisione.

 «Esasperati da questo continuo ostruzionismo rispetto alle nostre attività sportive , Noi di AICS, insieme ad  ASI e  CSEN,   abbiamo segnalato alle istituzioni preposte  ovvero CONI, Ministero dello Sport e  Sport e Salute i  comportamenti ritenuti  lesivi  di Copioli e della FMI nei confronti degli EPS.  Per il momento , da tutti,  abbiamo ottenuto la classica  risposta “politica”. “Si, è vero, bisogna mettersi attorno ad un tavolo, discuterne tutti insieme, ma ora siamo impegnati nella riforma dello sport, si risolverà tutto…” Una  cosa però è certa e si evince da queste interlocuzioni:  nessuno dei  soggetti istituzionali interpellati, cioè CONI, Ministero e Sport e Salute (con il Presidente Vito Cozzoli ho avuto un incontro personale pochi giorni fa)  ci ha detto che abbiamo torto. Oppure che non possiamo continuare ad organizzare le nostre attività con le consuete modalità anche di tipo competitivo. E scusate se è poco…».

 Insomma, per concludere, abbiamo un presidente federale che ha chiuso un ufficio dedicato all’attività promozionale, quindi si desume che quella attività non lo interessi. Però cerca di frenare in tutti i modi chi quella attività promozionale e competitiva per la base la vuole svolgere, attenendosi ai principi e ai limiti imposti dalle leggi.

Com’è quel detto? “Poche idee ma confuse”? Già…

 

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