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Eicma 76, la donna è ancora oggetto

Eicma 76. La settantaseiesima edizione dell’Esposizione Internazionale Ciclo, Motociclo e Accessori che si è tenuta a novembre 2018 alla Fiera Milano-Rho è stata definita dagli addetti del settore un successo. L’attrattività globale dell’evento espositivo ha visto, rispetto alle scorse edizioni, un incremento di brand presenti, dei padiglioni e delle superfici occupate, dell’interesse dei media e degli espositori esteri.

EICMA 76

Eicma 76. C’era da aspettarsi l’afflusso di pubblico concentrato nei giorni di sabato e domenica: gli stand erano davvero troppo affollati per riuscire ad apprezzare con tranquillità le caratteristiche tecniche del numero esorbitante di nuove moto presentate e di tutto ciò che il mondo a due ruote offre comprese le e-bike, i quad e gli scooter di nuova generazione. Per Womenonbike.com ho girato in lungo e in largo i padiglioni ed ho apprezzato in maniera particolare le aree all’aperto di MotoLive, coinvolgente anche per i più piccini che hanno potuto godere dell’esperienza entusiasmante di cavalcare una piccola moto in un mini circuito. Divertentissimo anche lo spazio racing di EICMA 76 con le gare titolate delle migliori discipline off-road, gli show di freestyle e i diversi spettacoli di intrattenimento.

Ho varcato i tornelli dell’EICMA attratta dall’idea di gustarmi il mondo delle moto, dell’abbigliamento, dei tantissimi accessori e di tutto l’indotto che ruota intorno alle due ruote. In realtà la mia attenzione è stata attratta da altro: occhi, sguardi ed espressioni dei visitatori sono stati il mio leit motive di questi giorni trascorsi in fiera. Ho sognato e gioito con i bambini di cinque – otto anni che cavalcavano felici il destriero di metallo sotto lo sguardo ansioso delle mamme (“e se cade?”) e l’atteggiamento fiero dei papà (“buon sangue non mente”), stretti introno alle transenne dei circuiti riservati alle prove riservate ai più piccini. Gli occhi che sprizzavano felicità di quei piccoli demonietti che impavidi sfidavano le loro capacità di restare in sella e guidare le mini- moto tra gli ostacoli del circuito mi hanno commossa: partecipavo empaticamente con quei bimbi sconosciuti a quella avventura, a quella grande prova di coraggio e destrezza.

Eicma 76. Ho incontrato le espressioni di tre adolescenti all’interno di uno stand dedicato agli scooter. A 13 anni il sogno dei ragazzini è dominare una motocicletta. Ho sorriso nel notare come due di loro si sono avvicendati a salire in sella ad uno scooter stratosferico ostentando naturalezza e quasi indifferenza, cercando di celare, agli occhi della ragazzina che li accompagnava, l’entusiasmo per quel mezzo a due ruote il desiderio di possederlo, la speranza di trovarlo sotto l’albero di natale…. Ho rivissuto, dopo tanti anni, le stesse sensazioni che ho provato quando mio figlio Mattia, per la prima volta, salì sul suo scooter nuovo di zecca: i suoi occhi sprizzavano felicità, il suo sorriso era a tratti disarmante e a tratti forzatamente celato; gli adolescenti sono così, cercano di sembrar grandi a tutti i costi e spesso frenano l’esternazione della loro felicità per darsi un contegno.

Eicma 76. Ho notato, con grande sgomento, gli sguardi di alcuni uomini che si posavano sulle ragazze che “ornavano” alcune moto esposte. 

eicma 76
Quando le donne sovrastano la moto.

Peccato perché oggi le donne sono consumatrici di moto e se “Donne e motori” è stato da sempre un binomio attrattivo molto diffuso, un luogo comune, oggi si dovrebbe avere il coraggio, nel 2018 che sta terminando, di cambiare. Non c’è dubbio che una bella ragazza, con un abito da sera o una tutina aderente, sia un piacevole “ornamento” all’interno uno stand che espone stupende moto. Mi chiedo però come sia possibile che ancora oggi molti espositori abbiano bisogno di utilizzare questo strumento di comunicazione. Il corpo di una bella donna su una moto oggi attrae fino a un certo punto; la pubblicità dei media regala scatti e spot di qualità talmente alta che difficilmente può essere eguagliata dalla precarietà di una esposizione. Ci siamo assuefatti a tal punto alla pubblicità magistralmente mediata dal corpo femminile che non ci facciamo più caso. Non credo che l’obiettivo degli espositori sia di utilizzare il corpo femminile per “attrarre” gli uomini verso le moto. Forse l’intenzione dell’espositore è semplicemente quella più banale di ornare, di abbellire lo stand. Certo è che espositori di brand importanti si sono evoluti e oggi puntano su altro per attrarre: briefing tecnici con esperti, touch screen che illustrano le caratteristiche tecniche delle motociclette esposte e video strepitosi che ti invogliano a saltare in sella.

Ancora troppe donne sulle moto in esposizione: da biker mi sono sentita infastidita. Non per gli sguardi penetranti di qualche ragazzotto che si selfava cingendo il fianco ad una modella mollemente adagiata su una sella, né per le occhiate languide lanciate dalle ragazze in pose assurde (in fondo – mi sono detta – hanno trovato un lavoro temporaneo, per pochi soldi e poche ore); mi sono sentita infastidita per le scelte “di arredo” che vengono pensate e realizzate ancora oggi, nell’era della modernità, in cui le “donne con le gonne” sono manager d’azienda, strepitose biker, mamme, figlie o nonne che difficilmente possono essere identificate come “complementi d’arredo”.

Si dovrebbe far tesoro delle esperienze altrui, in questa foto d’archivio la CR&S, realtà italiana recente che oggi non è tra i big del mercato….

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